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  • Domenica 5 ottobre 2025

In Francia c’è un nuovo governo, ed è molto simile al precedente

Il primo ministro Sébastien Lecornu ha confermato la gran parte dei ministri, ma ne ha sostituito uno particolarmente importante

Sébastien Lecornu tiene un discorso davanti alla residenza del primo ministro francese a Parigi, 3 ottobre 2025 (Alain Jocard, Pool Photo via AP)
Sébastien Lecornu tiene un discorso davanti alla residenza del primo ministro francese a Parigi, 3 ottobre 2025 (Alain Jocard, Pool Photo via AP)
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Domenica, dopo alcune settimane di consultazioni con i partiti, il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha presentato il suo nuovo governo. Dal momento che la maggior parte dei ministri è stata confermata, è molto simile al precedente, ma c’è anche qualche novità: la più notevole è la sostituzione di Eric Lombard con Roland Lescure come ministro dell’Economia.

Lombard era in carica dal dicembre del 2024, mentre Lescure è già stato ministro dell’Industria ed è molto vicino al presidente Emmanuel Macron. Adesso dovrà subito occuparsi della contestata proposta di legge di bilancio per il 2026 e dei consistenti tagli alla spesa pubblica che prevede, al centro delle enormi proteste degli ultimi mesi in tutto il paese.

L’ex ministro dell’Economia Bruno Le Maire, che lo scorso dicembre aveva detto che avrebbe lasciato la politica, è stato scelto come ministro della Difesa al posto dello stesso Lecornu, che aveva ricoperto quel ruolo dal 2022. Al ministero dell’Interno invece resterà Bruno Retailleau, del partito conservatore dei Repubblicani, e anche Gérald Darmanin ed Élisabeth Borne, entrambi vicini a Macron, manterranno i rispettivi posti come ministri della Giustizia e dell’Istruzione. Per ora sono state rese note 18 nomine; altre sono attese nei prossimi giorni.

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Lecornu è il quinto primo ministro francese nel giro di due anni, è un politico discreto e di basso profilo, nonché uno dei più fedeli collaboratori di Macron e del suo partito, Renaissance. Ha 39 anni ed è entrato in carica a inizio settembre, in un momento molto complicato per la politica francese, agitata dalla caduta molto ravvicinata di due governi.

Macron aveva nominato Lecornu ventiquattr’ore dopo che l’Assemblea nazionale aveva sfiduciato il suo predecessore, François Bayrou, per via di un mancato accordo sulla legge di bilancio. Il governo Bayrou era durato nove mesi. Nel dicembre del 2024 anche Michel Barnier era stato a sua volta sfiduciato per aver forzato l’approvazione di una parte del discusso bilancio per il 2025. Il suo governo era durato appena tre mesi.

Probabilmente Lecornu avrà l’appoggio dei partiti del blocco di centrodestra vicino a Macron, che comprende tra gli altri i Repubblicani e Renaissance. È il blocco che, assieme al partito centrista Movimento democratico, ha sostenuto tutti gli ultimi governi, ma che dalle elezioni legislative del 2024 – vinte dall’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare – ha perso la maggioranza in parlamento. In ogni caso nessun partito ha abbastanza seggi per governare da solo.

Nell’ultimo mese Lecornu si è consultato sia con i propri alleati, sia con i leader delle opposizioni, a destra e a sinistra, soprattutto con l’obiettivo di provare a far passare la legge di bilancio. In questi giorni ha annunciato alcune concessioni alle opposizioni, e ha promesso di non sfruttare la norma che gli consentirebbe di approvare la legge senza il voto parlamentare (quella che impiegò Barnier, e che portò alla caduta del suo governo). Retailleau ha condizionato l’appoggio dei Repubblicani a garanzie sulle politiche in tema economico e di immigrazione; alcuni partiti di sinistra invece hanno già minacciato di presentare un voto di sfiducia.

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