Cos’è questo “muro di droni” che vorrebbe creare l’Unione Europea
Ne hanno parlato i leader europei in Danimarca: serve a difendersi dalle incursioni dei droni russi, ma alcuni paesi sono scettici

Martedì a Copenhagen (Danimarca) i capi di stato e di governo dell’Unione Europea si sono incontrati per parlare di come difendersi da un eventuale attacco di droni da parte della Russia. La riunione è stata convocata dopo che nelle ultime settimane c’erano state diverse incursioni di droni russi nello spazio aereo di alcuni paesi membri, tra cui la Polonia e la Danimarca. I leader europei hanno discusso soprattutto della possibilità di creare un cosiddetto “muro di droni” lungo la frontiera orientale dell’Unione, cioè quella più esposta a eventuali attacchi russi, con funzioni difensive: dall’incontro non è emerso granché, e non è ancora chiaro come funzionerebbe il “muro”.
La prima ad avere menzionato questa ipotesi era stata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante il suo discorso sullo stato dell’Unione Europea il 10 settembre, ma senza approfondire.
Il commissario europeo alla Difesa, il lituano Andrius Kubilius, aveva poi spiegato che il “muro” sarebbe stato un sistema avanzato per «rilevare, tracciare e intercettare» i droni russi; aveva aggiunto di avere già concluso un accordo con diversi paesi dell’Europa orientale per realizzarlo. Kubilius aveva anche parlato di alcuni strumenti che dovrebbero fare parte di questo sistema, come radar, sensori acustici e dispositivi per confondere il sistema di guida dei droni nemici.

Un soldato ucraino lancia un drone militare vicino alla città di Kharkiv, il 24 settembre 2025 ( AP/Yevhen Titov)
I paesi che fanno parte dell’Unione Europea non hanno difese adeguate per reagire a un potenziale attacco su larga scala di droni, come quelli che la Russia compie da anni in Ucraina. Le difese in uso ora fanno affidamento per lo più sui missili, ma sono inefficienti, tra le altre cose anche perché un drone costa molto poco (poche decine di migliaia di euro) e i missili per abbatterlo molto di più.
Un sistema di difesa basato a sua volta sui droni potrebbe essere una soluzione, ma ci sono alcuni problemi.
Il primo è, banalmente, la difficoltà di farlo funzionare, visto che l’Unione Europea non dispone di un esercito proprio, e la difesa è responsabilità dei singoli paesi membri. La NATO, cioè l’alleanza militare di cui fanno parte tutti i paesi dove dovrebbe essere creato il muro, sostiene il progetto, ma non è chiaro come si dividerà i compiti con l’Unione.
Un secondo problema è che realizzare un progetto del genere richiederà tempo. Kubilius ha detto che un sistema per rilevare i droni potrebbe essere pronto entro un anno, e che poi servirà ancora più tempo per metterne in piedi uno per colpirli e distruggerli.
Un terzo problema è che i paesi che fanno parte dell’Unione sono divisi sul progetto, e anche su come trovare i fondi per finanziarlo: alcuni governi, come per esempio quello della Germania, si sono detti scettici.
Infine, un’ultima questione è se l’Unione avrà le capacità per produrre i sistemi necessari per questo tipo di difesa. Potrebbe arrivare a chiedere aiuto all’Ucraina, che durante la guerra contro la Russia ha migliorato le proprie capacità di produzione di droni e di difese contro gli attacchi di droni russi. Il governo ucraino ha già iniziato a collaborare con alcuni governi europei e la Commissione vuole proporre un piano di aiuti per migliorare la produzione di droni in Ucraina, con l’idea che anche l’Unione Europea beneficerà di queste tecnologie in futuro.



