L’Eurolega è più grande, ma fa discutere
Inizia oggi la prima edizione a 20 squadre del principale torneo di basket “europeo”: due sono israeliane e una è di Dubai

Stasera inizia l’Eurolega, la più importante competizione maschile di basket in Europa, e sarà più grande, impegnativa e competitiva rispetto al passato. Quest’anno il torneo è stato esteso per la prima volta a 20 squadre (l’anno scorso erano 18) e ci saranno dunque più partite. Soprattutto, saranno più difficili, dato che l’unica squadra che se n’è andata, l’Alba Berlino, era abbastanza scarsa, mentre le tre che sono arrivate – il Dubai Basketball, l’Hapoel Tel Aviv e il Valencia Basket Club – sono di livello molto più alto.
Non tutti, però, hanno accolto con entusiasmo questo nuovo formato, che prevede quattro giornate in più di regular season (la fase a campionato) ed è in generale ritenuto troppo lungo e stancante per i giocatori. A molti nemmeno è piaciuto l’ingresso in Eurolega di una squadra emiratina che si è “comprata” il suo posto (Dubai) o quello dell’israeliana Hapoel, che si è qualificata per la prima volta grazie alla vittoria della scorsa EuroCup, la seconda competizione europea per importanza.
Delle tre nuove squadre di questa Eurolega, solo il Valencia è stata ben accolta. Fondata nel 1986, negli ultimi vent’anni è diventata sempre più nota a livello internazionale: ha vinto quattro volte l’EuroCup (2003, 2010, 2014 e 2019) e nel 2017 ha vinto il suo primo campionato spagnolo, il più competitivo campionato nazionale d’Europa. Qualche giorno fa il Valencia ha battuto il Real Madrid, la squadra spagnola più forte, nella finale della Supercoppa nazionale. È insomma una squadra in grande crescita; anche economica, dato che da questa stagione giocherà in un palazzetto nuovo e moderno.
La Roig Arena, il nuovo palazzetto del Valencia, illuminata
Delle tre nuove arrivate il Valencia è l’unica squadra che ha già partecipato qualche volta all’Eurolega: dal 2003 ci ha giocato otto volte, l’ultima nella stagione 2023‑2024. E da quest’anno ci starà con maggiore continuità, grazie all’acquisto di una licenza valida per le prossime tre stagioni. L’Eurolega è infatti una lega semichiusa, alla quale la maggior parte delle squadre partecipa su invito (con licenze più o meno permanenti) e solo alcune vi accedono in base ai loro risultati in altre competizioni.

Il giocatore del Valencia Sergio de Larrea, durante la finale di Supercoppa Spagnola contro il Real Madrid, dove è diventato il più giovane MVP (miglior giocatore) della storia della competizione a 19 anni, 28 settembre 2025 (Borja B. Hojas/Getty Images)
Il Dubai Basketball Club, invece, esiste da pochissimo e non ha mai vinto nulla. Fu fondato nel 2023 e ha giocato una sola stagione nel basket professionistico, ma ha già mostrato di essere una squadra molto ricca e ambiziosa. L’anno scorso si comprò un posto per tre stagioni in un campionato nazionale di altissimo livello – la Lega Adriatica, che raccoglie quasi tutti i paesi dell’ex Jugoslavia – e in questi due anni ha costruito una squadra forte e competitiva.
La scorsa stagione Dubai ha ottenuto ottimi risultati grazie a giocatori di alto livello come il 32enne lettone Davis Bertans, ex cestista di NBA, e il coetaneo italo-ghanese Awudu Abass, che ha giocato per anni in Italia. Per la sua prima partecipazione all’Eurolega la squadra si è rafforzata molto prendendo, tra gli altri, il 28enne canadese Mfiondu Kabengele, che è stato uno dei migliori giocatori dell’ultima Serie A italiana di basket, e il 26enne bosniaco Dzanan Musa, ex giocatore di punta del Real Madrid.
Ma l’ingresso di Dubai in Eurolega è stato abbastanza fuori dalla norma. La licenza standard che viene concessa alle squadre che vogliono garantirsi un posto è solitamente triennale (come quella data al Valencia) e costa più o meno 5 milioni di dollari; a Dubai ne è stata concessa eccezionalmente una di cinque anni, di cui non è noto il costo.
Questa decisione dell’Eurolega non è piaciuta a tutti perché renderà le trasferte molto più faticose, dato che Dubai gioca le sue partite “in casa” negli Emirati Arabi Uniti. Ma anche perché è visto come il tentativo – simile a diversi altri fatti in molti altri sport – di sfruttare lo sport professionistico per promuovere l’immagine di un paese all’estero cercando di far passare in secondo piano i suoi problemi e criticità (in questo caso le sistematiche violazioni dei diritti umani e civili negli Emirati Arabi Uniti).
Dubai diventerà così la terza squadra non europea a partecipare all’Eurolega, dopo il Maccabi Tel Aviv (che partecipa da anni) e l’Hapoel Tel Aviv, che giocheranno rispettivamente a Belgrado e a Sofia. E nonostante l’Hapoel sia all’esordio in Eurolega, la squadra sembra già molto competitiva: tra gli altri, questa estate ha preso Vasilije Micic, ex MVP (cioè miglior giocatore) del torneo, e lo ha reso il giocatore più pagato dell’Eurolega.
È abbastanza normale, dato che succede da decenni, che una o più squadre israeliane giochino in una competizione sportiva europea anziché in una asiatica: succede anche e soprattutto nel calcio, a causa delle relazioni conflittuali di Israele con molti paesi del suo continente. Peraltro, è una cosa che viene ampiamente contestata solo da poco, soprattutto a fronte della guerra che Israele sta conducendo nella Striscia di Gaza. Per ora non sembra che l’Eurolega voglia escludere le squadre israeliane dal torneo.
Tutte e tre le nuove arrivate sono dunque squadre già pronte per l’Eurolega e difficilmente faranno da “cuscinetto”, cioè da avversarie scarse con cui fare punti. Certo, ci sono squadre molto più forti e affermate, come il Fenerbahçe o l’Olympiakos, ma Dubai, Valencia e Hapoel sembrano poter competere alla pari con molte partecipanti, tra cui le uniche due italiane in gara, l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna.
La regular season di Eurolega durerà fino ad aprile, quando inizieranno i play-in, ovvero degli spareggi tra la settima e la decima squadra in classifica per stabilire chi accederà ai playoff, la fase finale del torneo. Le semifinali e le finali di Eurolega – le cosiddette “Final Four” – si giocheranno ad Atene dal 22 al 24 maggio 2026.
Quest’anno alcune squadre che raggiungeranno sia le fasi finali di Eurolega sia le fasi finali dei propri campionati nazionali potrebbero arrivare a giocare fino a 90 partite, con numerosi viaggi (alcuni intercontinentali) e molti incontri infrasettimanali. Per questo motivo c’è una certa preoccupazione per i giocatori, tant’è che il general manager (la figura che nel basket si occupa principalmente di ingaggiare allenatore e giocatori) dell’Olimpia Milano aveva proposto – senza successo – di suddividere l’Eurolega in due campionati, per renderla meno «massacrante».
Ciononostante, l’Eurolega ambisce a espandersi ancora. Una competizione più lunga, con più squadre e maggiore competitività, infatti, le consentirebbe di essere più coinvolgente e aumentare i ricavi, oltre che di poter competere con la nuova lega europea che NBA e FIBA stanno progettando per l’Europa. L’NBA organizza il principale campionato di basket al mondo, quello nordamericano, mentre la FIBA è la federazione cestistica internazionale.
– Leggi anche: Cosa si sa della nuova lega che NBA e FIBA vogliono creare in Europa
Tutte le partite dell’Olimpia Milano e della Virtus Bologna in Eurolega saranno trasmesse in esclusiva da Sky e dalla sua piattaforma di streaming Now, insieme ad alcune altre partite del torneo. Per vedere invece tutte le partite di questa Eurolega (tranne quelle delle squadre italiane), bisognerà abbonarsi a EuroLeague TV, la piattaforma di streaming ufficiale del torneo.



