In Moldavia ha vinto il partito europeista della presidente
Alle elezioni parlamentari il partito di Maia Sandu è stato il più votato, e ha ottenuto di nuovo la maggioranza

Il Partito di Azione e Solidarietà (PAS) della presidente Maia Sandu ha vinto le elezioni parlamentari che si sono tenute domenica in Moldavia. A scrutinio completato il PAS, molto filoeuropeo, ha ottenuto il 50,2 per cento dei voti. Il Blocco Patriottico, un’alleanza di partiti filorussi che negli ultimi mesi era molto cresciuta, si è invece fermato poco sopra il 24.
Nonostante i forti dubbi che circolavano in base ai sondaggi, il partito di Sandu è riuscito a ottenere ancora una volta la maggioranza, con 55 seggi sui 101 che dovevano essere assegnati al parlamento monocamerale del paese (il Blocco Patriottico ne ha ottenuti 26). Per governare non avrà quindi bisogno di formare alleanze con altri partiti più piccoli.
La Moldavia ha 2,4 milioni di abitanti, fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica ed è uno dei paesi più poveri del continente europeo. Le elezioni parlamentari di domenica erano considerate molto importanti, soprattutto per capire se il paese continuerà ad avvicinarsi all’Unione Europea, come sta facendo da alcuni anni, oppure tornerà sotto l’influenza della Russia.
Il PAS governava il paese dal 2021, quando aveva vinto le elezioni con il 52,8 per cento dei voti. Tutti gli altri partiti moldavi invece sono piuttosto euroscettici o apertamente filorussi. Secondo i sondaggi il PAS era ancora la prima forza politica del paese, ma da qualche tempo era in difficoltà e aveva perso parte dei consensi. In questi anni al governo, tra le altre cose, ha diminuito moltissimo la dipendenza energetica del paese dalla Russia, però non è riuscito a mantenere alcune promesse elettorali, come la lotta alla corruzione e la riforma della giustizia.
In questo contesto era molto cresciuto Blocco Patriottico, un’alleanza elettorale formata da quattro partiti filorussi guidata da Igor Dodon, a sua volta presidente della Moldavia dal 2016 al 2020, prima di Sandu, poi rieletta lo scorso novembre. Nel suo programma il Blocco sosteneva la necessità di avere relazioni più strette con la Russia, la protezione dei cosiddetti valori tradizionali e un ruolo più neutrale per la Moldavia in politica estera.
Prima ancora che cominciasse lo spoglio, Dodon aveva sostenuto di aver vinto le elezioni; aveva inoltre invitato i propri elettori a protestare davanti al parlamento lunedì, sostenendo senza prove che Sandu intendesse annullare il voto.
Gli aventi diritto alle elezioni parlamentari erano circa 3 milioni (molte persone moldave vivono all’estero) e i votanti sono stati 1,6 milioni, con un’affluenza del 52 per cento, più alta rispetto alle elezioni parlamentari degli ultimi anni. Gli altri due partiti più votati sono stati il Partito Nostro (PN), filorusso e populista di sinistra, e la coalizione Blocco Alternativo (BeA), che si presenta come filoeuropea ma in realtà ha posizioni piuttosto conservatrici: si sono fermati rispettivamente al 6,2 e all’8 per cento.
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