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  • Domenica 28 settembre 2025

Oltre alla guerra civile il Sudan ha un altro problema: le malattie

Alcune come colera e dengue si stanno diffondendo in modo incontrollato, anche a causa del collasso delle infrastrutture sanitarie

Una donna sudanese colpita dalla dengue
Una donna sudanese colpita dalla dengue (AP Photo/Marwan Ali)
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In Sudan è in corso da oltre due anni una guerra civile che ha provocato una delle più gravi crisi umanitarie al mondo. Oltre alle violenze e alla fame, il paese sta facendo i conti con un altro grosso problema: le malattie. Il deterioramento delle infrastrutture sanitarie, oltre che le recenti stagioni di piogge, ha portato a un forte aumento delle infezioni di colera, dengue e febbre tifoide. Ci sono stati centinaia di migliaia di casi, che hanno causato la morte di migliaia di persone.

La guerra civile è cominciata nell’aprile del 2023 tra due fazioni armate, un tempo alleate ma che ora si contendono il controllo del paese. Da un lato ci sono le Forze armate del Sudan, guidate dal generale Abdel Fattah al Burhan, che ambisce a diventare il leader del paese. Dall’altro c’è il gruppo paramilitare delle cosiddette Forze di supporto rapido. Si stima che dall’aprile del 2023 nella guerra siano state uccise 150mila persone, e che altre centinaia di migliaia siano morte a causa della carestia e degli stenti dovuti ai combattimenti. Tredici milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, su una popolazione di circa 50 milioni.

Nella capitale Khartoum, come in altre zone del paese, ci sono state decine di migliaia di infezioni da dengue, una malattia infettiva trasmessa da alcune specie di zanzare. In Sudan è cominciata la stagione piovosa, e in tutto il paese ci sono pozze e cisterne di acqua stagnante, che le persone usano comunque dato che la guerra ha distrutto le infrastrutture idriche. In queste pozze proliferano anche le zanzare che trasmettono la dengue e i programmi di disinfestazione, che prima della guerra erano attivi almeno in alcune zone di Khartoum, sono stati eliminati. La dengue può causare febbre e dolori intensi alla prima infezione, mentre una seconda infezione aumenta il rischio di forme più severe e può essere letale.

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Il Sudan è stato anche colpito dal colera, una malattia causata da diversi tipi di Vibrio cholerae, un batterio che si sviluppa in acqua e alimenti contaminati da feci umane. Causa una forte dissenteria e, se non trattato adeguatamente, può portare complicazioni anche mortali dovute soprattutto alla disidratazione. Di solito è possibile curare il colera con la reidratazione e gli antibiotici, ma la guerra civile li ha resi introvabili in molte regioni: finora in Sudan sono morte di colera più di 3mila persone.

L’epidemia più recente di colera si è sviluppata negli ultimi mesi nella regione occidentale del Darfur, dove sono tuttora in corso i combattimenti più gravi e dove si sono concentrate le violenze etniche. Da maggio a oggi ci sono stati più di 12.700 casi e 358 persone sono morte. Oltre il 60 per cento di questi casi è stato riscontrato a Tawila, una cittadina che negli ultimi mesi ha accolto centinaia di migliaia di sfollati, spesso costretti a vivere in condizioni di grave disagio.

Un ospedale distrutto a Khartoum, aprile 2025

Un ospedale distrutto a Khartoum, aprile 2025 (Giles Clarke/Avaaz via Getty Images)

Dopo due anni e mezzo di guerra, le strutture mediche del Sudan non sono in grado di assistere tutte le persone malate. Nella capitale Khartoum, che lo scorso marzo è stata riconquistata dalle Forze armate, circa la metà degli ospedali è stata distrutta e molti dei centri ancora aperti lavorano a ritmo ridotto, perché mancano medici e attrezzature. In altre zone, come il Darfur, la situazione è ancora più complicata.

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Hanno amplificato i problemi sanitari anche i recenti tagli ai programmi di aiuti umanitari forniti da alcuni paesi occidentali. L’amministrazione statunitense di Donald Trump ha smantellato all’inizio dell’anno l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID), l’agenzia del governo federale statunitense che forniva aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in decine di paesi in tutto il mondo, compreso il Sudan. Anche altri paesi, come il Regno Unito e la Germania, hanno di recente limitato i propri programmi di aiuti internazionali, con gravi conseguenze soprattutto per i paesi africani come il Sudan.