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  • Lunedì 10 febbraio 2025

Le conseguenze dello smantellamento di USAID in giro per il mondo

L'agenzia statunitense che Donald Trump vuole smantellare finanziava cliniche in Siria, programmi educativi in Mali e giornali indipendenti in Ungheria, fra i molti suoi progetti

(AP Photo/J. Scott Applewhite)
(AP Photo/J. Scott Applewhite)
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Dall’inizio del suo secondo mandato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta facendo di tutto per smantellare l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID), l’agenzia del governo federale statunitense che da decenni fornisce aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in decine di paesi in tutto il mondo. Gran parte dei dipendenti dell’agenzia è stata messa in congedo forzato (anche se per ora un tribunale ha bloccato questa misura), i fondi per moltissimi programmi sono già stati sospesi e diversi collaboratori dell’agenzia sono stati licenziati con pochissimo preavviso.

L’enorme confusione sul futuro dell’agenzia sta già avendo ripercussioni concrete sulle persone che beneficiavano direttamente o indirettamente dei fondi di USAID, che nel 2023 ha distribuito aiuti per un valore di circa 42 miliardi di euro.

Una delle zone più dipendenti in assoluto dai finanziamenti di USAID è l’Africa subsahariana, che nel 2024 ha ricevuto in tutto circa 6,6 miliardi di dollari (6,4 miliardi di euro). L’amministrazione di Donald Trump ha fatto sapere che le iniziative per combattere direttamente la diffusione dell’HIV/AIDS rimarranno in piedi, ma diversi altri centri medici che si occupano di prevenzione e sostegno alle persone con l’HIV sono stati costretti a chiudere. In Etiopia, per esempio, sono stati licenziati 5mila dipendenti pubblici nel settore sanitario il cui stipendio dipendeva dagli aiuti di USAID.

– Leggi anche: Che cos’è, o forse cos’era, USAID

Nell’Africa subsahariana esistevano poi altri programmi non legati alla diffusione dell’HIV/AIDS che quasi sicuramente verranno chiusi non appena finiranno i fondi per finanziarli. Associated Press ha ricostruito per esempio che nella Repubblica del Congo, dove ormai da anni è in corso una complicatissima guerra civile, avevano accesso agli aiuti statunitensi circa 4,6 milioni di persone sfollate, a cui veniva garantito cibo, acqua, elettricità e cure mediche di base. In Mali USAID aveva avviato da pochi mesi un’iniziativa da 25 milioni di dollari per sostenere 20mila giovani maliani che provengono da contesti marginalizzati e vulnerabili.

Pacchi di cibo del World Food Programme distribuiti in Ucraina dall’associazione “Angels of Salvation”, finanziata in parte dall’USAID (Pierre Crom/Getty Images)

Dünya Doktorları, un’associazione sanitaria turca il cui bilancio dipendeva per il 60 per cento dai fondi di USAID, ha fatto sapere di avere licenziato 300 persone tra dipendenti e collaboratori e chiuso 12 ospedali nel nord della Siria, cioè la regione più colpita dal violentissimo terremoto del febbraio del 2023.

In alcuni casi si sta discutendo se le associazioni e le iniziative coinvolte potranno essere finanziate dai paesi dell’Unione Europea, che ogni anno spende circa 50 miliardi di euro per i programmi di cooperazione internazionale. Il bilancio dell’Unione però viene discusso ogni sette anni, di anno in anno sono permessi solo alcuni aggiustamenti e i paesi membri sono sempre molto riluttanti a versare fondi non concordati all’inizio di ogni bilancio. È possibile che ne approfittino altri paesi: la Cina per esempio si è già sostituita agli Stati Uniti nel finanziare un programma per rimuovere le mine in Cambogia, versando l’equivalente di circa 4 milioni di euro.

USAID non finanziava soltanto programmi sanitari o educativi, ma anche giornali e siti di news indipendenti in paesi autoritari: secondo una stima di Reporter Senza Frontiere citata dal Financial Times, per il 2025 il Congresso statunitense aveva stanziato 268 milioni di dollari (circa 260 milioni di euro) per iniziative giornalistiche. Lo smantellamento di USAID condizionerà diversi giornali e siti di riconosciuta qualità: per esempio l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), un noto consorzio di giornalismo investigativo, o il sito di news ungherese Átlátszó, uno dei pochissimi rimasti liberi nel paese, il cui bilancio era sostenuto al 15 per cento da USAID.