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  • Mercoledì 10 settembre 2025

Cosa prevedono gli articoli 4 e 5 del trattato NATO

Il primo si occupa di consultazioni tra gli alleati, il secondo di mutua difesa: se ne riparla dopo che la Polonia ha abbattuto dei droni russi nel suo spazio aereo

Un soldato turco durante un'esercitazione della NATO in Spagna, a marzo del 2025
Un soldato turco durante un'esercitazione della NATO in Spagna, a marzo del 2025 (AP/Bernat Armangue)
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Nella notte tra il 9 e il 10 settembre la Polonia ha abbattuto diversi droni russi che stavano attraversando il suo spazio aereo, durante un attacco della Russia contro l’Ucraina occidentale. Non ci sono state persone uccise né ferite, ma il primo ministro polacco Donald Tusk ha comunque detto che si tratta di una violazione grave della sicurezza del paese e ha fatto sapere che ricorrerà all’articolo 4 del trattato della NATO, che prevede di avviare “consultazioni” tra i paesi dell’alleanza per decidere eventuali provvedimenti.

La NATO è la più grande alleanza militare del mondo: ne fanno parte 32 paesi, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti e appunto la Polonia. Tecnicamente è un’alleanza militare difensiva: il trattato che la costituisce, firmato nel 1949, prevede alcuni obblighi di assistenza tra i paesi membri per rispondere a minacce militari e per difendersi in caso di attacco. I due articoli più importanti in questo senso sono il 4 e il 5, che parlano rispettivamente dell’avvio di consultazioni tra gli alleati e della mutua difesa.

L’articolo 4 è molto breve e sintetico, e in sostanza prevede che ogni stato membro possa rivolgersi al Consiglio Nord Atlantico (il principale organo decisionale della NATO, a cui partecipano i rappresentanti di tutti i paesi membri) se si sente minacciato, o in generale se vuole discutere di qualunque questione relativa alla propria sicurezza e integrità. Il testo è piuttosto vago:

Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.

Dalla fondazione della NATO, nel 1949, è stato invocato sette volte: l’ultima nel febbraio del 2022 da otto paesi dell’est Europa che chiedevano di discutere le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. Ora la Polonia dice che intende invocarlo di nuovo.

Una soldata a bordo di un aereo da guerra francese durante un'esercitazione della NATO nel Mar Nero, ad aprile 2025

Una soldata a bordo di un aereo da guerra francese durante un’esercitazione della NATO nel Mar Nero, ad aprile 2025 (AP/Nicolae Dumitrache)

Dall’inizio della guerra in Ucraina però si è parlato soprattutto dell’articolo 5 del trattato della NATO, che semplificando molto dice che tutti gli alleati sono obbligati a soccorrere uno stato membro che sia stato attaccato, e che un attacco contro un paese della NATO va considerato come diretto a tutta l’alleanza. Questa è una parte dell’articolo:

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che, se questo attacco dovesse accadere, ognuna di loro […] assisterà la parte o le parti attaccate attuando, da sole o in coordinazione con gli altri stati, le azioni ritenute necessarie, incluso l’uso della forza armata.

L’articolo non prevede che in caso di attacco contro un membro della NATO gli altri paesi siano obbligati a reagire militarmente, come spesso si sostiene un po’ sbrigativamente. In realtà, in modo più generico prevede che i paesi alleati possano intraprendere, da soli o con altri paesi membri dell’alleanza, «le azioni che giudicheranno necessarie, ivi compreso l’uso della forza armata». L’intervento armato insomma è solo una delle opzioni possibili, e non una conseguenza necessaria del trattato.

Finora l’articolo 5 è stato invocato soltanto una volta: dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001 contro gli Stati Uniti, gli alleati della NATO fecero ricorso all’articolo 5 come gesto di solidarietà nei loro confronti. In quell’occasione il Consiglio della NATO approvò diverse misure a sostegno degli Stati Uniti, tra le quali due operazioni militari antiterrorismo, l’operazione Eagle Assist che durò da metà ottobre del 2001 a metà maggio del 2002; e l’operazione Active Endeavour, che continuò fino al 2016.