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  • Giovedì 4 settembre 2025

Quando l’Équipe si inventò la Coppa dei Campioni

La prima edizione iniziò settant'anni fa, dopo che un giornalista francese si era lamentato dell’articolo di un collega inglese

Il primo trofeo della Coppa dei Campioni al Parco dei Principi, dove si giocò la prima finale del torneo, 13 giugno 1956 (L'Équipe CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)
Il primo trofeo della Coppa dei Campioni al Parco dei Principi, dove si giocò la prima finale del torneo, 13 giugno 1956 (L'Équipe CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)
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Alla Champions League maschile, il torneo calcistico per club più prestigioso d’Europa, quest’anno parteciperanno 36 squadre, 6 delle quali sono inglesi. Tra la fase a campionato e la finale saranno disputate 203 partite, e se si considerano anche le fasi preliminari iniziate a luglio le squadre diventano 82, da oltre 50 federazioni nazionali. La prima edizione del torneo – che iniziò settant’anni fa, il 4 settembre 1955 – fu molto più piccola: vi presero parte solo 16 squadre in rappresentanza di altrettanti paesi e il torneo durò in tutto 29 partite. Si chiamava “Coppa dei Campioni” (il nome Champions League arrivò solo nel 1992) e riuscì con successo a introdurre un torneo continentale tra squadre di calcio: oggi è scontato che esista, ma al tempo fu una grande novità, oltre che un considerevole azzardo.

A inventarsi la Coppa dei Campioni fu l’Équipe, che già allora era il giornale sportivo più importante di Francia. L’ispirazione per il torneo arrivò da un articolo del giornalista francese Gabriel Hanot, pubblicato sull’Équipe il 15 dicembre 1954 in risposta al giornalista inglese David Wynne-Morgan. Sul Daily Mail Morgan aveva scritto che gli inglesi del Wolverhampton erano «i nuovi campioni del mondo» perché erano riusciti a battere in una partita amichevole (quindi senza nessun particolare trofeo in palio) il Budapest Honvéd, considerato una squadra fortissima. Hanot rispose:

«Prima di dichiarare che il Wolverhampton è imbattibile, lasciamo che vada a Mosca e Budapest. E ci sono altri club di fama internazionale: il Milan e il Real Madrid, solo per citarne due. Bisognerebbe lanciare un campionato mondiale per club, o almeno uno europeo, più grande, più significativo e più prestigioso della Coppa Mitropa, e più originale di una competizione per squadre nazionali».

Insieme con un altro torneo noto come Coppa Latina, la Coppa Mitropa era uno dei più importanti tornei sovranazionali per club: ma vi partecipavano poche federazioni nazionali, e nessuno dei due era davvero un torneo con le migliori squadre d’Europa.

Gabriel Hanot nel 1938 (Le Miroir des sports via Wikimedia Commons)

Gabriel Hanot nel 1938 (Le Miroir des sports via Wikimedia Commons)

Di un torneo tra tutte le più forti squadre europee si era parlato già nel 1934 (e anche quella volta c’entrava Hanot), ma in quegli anni non c’erano né i soldi né i mezzi per farlo. La seconda volta, negli anni Cinquanta, l’idea ebbe molto più seguito. Già il 16 dicembre un altro giornalista dell’Équipe, Jacques de Ryswick, trasformò l’idea di Hanot in un progetto più dettagliato: propose di far giocare l’una contro l’altra le squadre più forti di ogni federazione in partite serali e infrasettimanali, così da non intralciare troppo gli impegni delle squadre a livello nazionale, dove le partite erano in genere giocate nei fine settimana e di pomeriggio. Parlò persino di possibili sponsorizzazioni da parte delle televisioni nazionali, che stavano nascendo proprio in quegli anni.

Non solo era una proposta fattibile – gli stadi erano ormai ben illuminati e i voli commerciali, necessari per le trasferte internazionali, diffusi – ma anche molto utile per un giornale. Un torneo infrasettimanale di questa portata avrebbe fatto vendere molte più copie, in giorni in cui i giornali ne vendevano meno. E non era nemmeno una novità che un quotidiano creasse un evento sportivo da zero: nel 1903 L’Auto (la vecchia Équipe) aveva inventato il Tour de France, la principale corsa a tappe di ciclismo, proprio con l’obiettivo di creare una gara da poter poi raccontare sulle sue pagine.

L’Èquipe iniziò dunque a contattare le squadre più importanti d’Europa, mentre un suo giornalista, Jacques Ferran, stilò il primo regolamento del torneo. Alla “Coppa dei Campioni” avrebbero partecipato 16 squadre. Il formato scelto fu quello a eliminazione diretta, partendo dagli ottavi di finale: prevedeva che in ogni turno le squadre giocassero una partita in casa e in trasferta. La finale sarebbe stata una partita unica, senza andata e ritorno.

Trovare le 16 squadre non fu difficile. In molti casi furono invitate quelle che avevano vinto il rispettivo campionato, in altri squadre comunque tra le più forti del proprio paese, arrivate nelle prime posizioni del loro campionato. Accettarono tutte in tempi piuttosto rapidi. Dal loro punto di vista si trattava di una proposta molto allettante: giocare contro le squadre migliori d’Europa avrebbe portato molti tifosi allo stadio, e dunque molti sponsor e molti soldi.

Poiché l’Équipe non era in grado di gestire un torneo di questa portata, il progetto fu presentato alla FIFA (la federazione che regola il calcio a livello mondiale) perché lo organizzasse, ma si rifiutò. Hanot e Ferran ci provarono senza successo anche con la federazione calcistica francese e quella europea: l’UEFA, fondata nel 1954.

Ciononostante l’Équipe decise di mandare avanti il progetto, forte del sostegno dei club coinvolti. Il 2 e il 3 aprile 1955 i rappresentanti del giornale e delle squadre – tra cui c’era il presidente del Real Madrid Santiago Bernabéu, a cui oggi è intitolato lo stadio della squadra – si ritrovarono a Parigi, dove approvarono il regolamento e formarono un comitato organizzatore. Fu in quell’occasione che nacque ufficialmente la Coppa dei Campioni.

Dopo la riunione di Parigi l’Équipe ne organizzò altre, finché a giugno la FIFA chiese alla UEFA di occuparsi dell’organizzazione del torneo. Le due federazioni calcistiche internazionali temevano di perdere credibilità e rilevanza in caso di successo del torneo, che vista l’ottima accoglienza da parte delle squadre sembrava promettere bene.

La prima partita della Coppa dei Campioni di calcio si giocò il 4 settembre 1955, nello Stadio di Jamor, nella periferia di Lisbona, in Portogallo, tra lo Sporting Lisbona e la squadra jugoslava del Partizan Belgrado. Il primo gol del torneo fu segnato al 14esimo minuto dal portoghese dello Sporting João Martins e la partita fu abbastanza movimentata: finì 3-3, e in mezzo ci fu persino una rissa.

Una foto della partita di ritorno, che il Belgrado vinse agilmente 5-2

L’edizione inaugurale andò molto bene. Fu un torneo di altissimo livello, con alcune partite molto apprezzate e combattute, come le due semifinali tra Milan e Real Madrid. Anche se non ci furono subito quei ricchissimi accordi televisivi che de Ryswick aveva previsto (la Rai, per capirci, mandò in onda per la prima volta una partita di Coppa dei Campioni nel 1958) i ricavi furono comunque alti, dato che complessivamente circa 800mila persone andarono a vedere le partite.  E il successo delle partite, insieme con il fatto che la squadra francese del Reims arrivò in finale, alimento la curiosità da parte dei lettori, facendo così l’interesse dell’Équipe.

La semifinale di ritorno tra Milan e Real Madrid, una delle primissime partite di Coppa dei Campioni allo stadio di San Siro

La finale tra Real Madrid e Reims si giocò il 13 giugno 1956 al Parco dei Principi, il più importante stadio di Parigi. Di fronte a più di 38mila spettatori il Real Madrid – dove tra gli altri giocava Alfredo Di Stéfano, uno dei più forti calciatori di sempre – recuperò due volte uno svantaggio e vinse infine 4-3, segnando il gol della vittoria a 11 minuti dalla fine.

Il Real Madrid vinse anche le quattro edizioni successive, ed è ancora oggi è la squadra più vincente nella storia della competizione. La vinse per la quindicesima e per ora ultima volta nel 2024.