Nel calcio italiano c’è un nuovo VAR, più semplice
Si chiama FVS e lo sta usando la Serie C: il principio è simile a quello del VAR, ma sembra meno lento e molto meno puntiglioso

Da quest’anno la Serie C maschile di calcio sta usando un nuovo tipo di VAR, che permette di fare meno cose e costa meno, ma sembra comunque abbastanza promettente. Si chiama Football Video Support (FVS) ed è un sistema sperimentale proposto dalla FIFA, l’organizzazione che regola il calcio a livello mondiale. È stato usato per la prima volta nel 2024 ai Mondiali femminili Under 17 e Under 20, e da quest’anno è stato introdotto nella Serie C italiana, appunto, nella Serie A femminile (che inizierà il 4 ottobre) e nelle loro controparti spagnole.
Il principio di base dell’FVS è lo stesso del VAR: ridurre gli errori arbitrali consentendo all’arbitro di confermare o correggere una decisione ritenuta dubbia, rivedendo l’azione su uno schermo. Tuttavia l’intenzione di chi l’ha introdotto non è quella di sostituire il VAR né di migliorarne l’utilizzo, tant’è che la FIFA non vuole nemmeno si usi il termine “VAR” per descriverlo, ma solo di offrire alle leghe meno ricche una tecnologia simile ed economica. Eppure dopo un inizio un po’ rocambolesco l’FVS sta andando bene e c’è chi lo vede già come una alternativa al VAR, spesso criticato perché troppo lento e puntiglioso.
Il VAR – che si usa nella gran parte dei campionati nazionali e internazionali – prevede la presenza di un altro arbitro in una sala video che può rivedere le azioni al rallentatore, da varie angolazioni, e richiamare l’arbitro di campo ogni volta che pensa che possa aver preso una decisione sbagliata in situazioni determinanti. È molto costoso e tecnologicamente avanzato, e la Serie C non potrebbe permetterselo: nella Serie A maschile servono almeno 12 telecamere e da qualche anno è stato persino integrato un sistema automatico e molto preciso per individuare i fuorigioco, anche quando sono impercettibili a occhio nudo.
L’FVS, invece, è più semplice. Basta una telecamera e non prevede un altro arbitro né una sala video, ma solo una piccola postazione a bordo campo, dove ci sono uno o due operatori, un computer e uno schermo. Il quarto uomo – com’è noto il quarto o la quarta ufficiale dopo l’arbitro e i due guardalinee – ci va dopo ogni gol per controllare eventuali irregolarità: se c’è un fallo evidente (un palese tocco di mano o un fuorigioco, per esempio), è lui ad annullare il gol; se invece c’è bisogno di una valutazione soggettiva, chiama l’arbitro perché sia lui a prendere una decisione.

La postazione dell’FVS durante Ascoli-Pianese, 23 agosto 2025 (Giuseppe Bellini/Getty Images)
Altrimenti, solo gli allenatori possono richiedere una revisione; e, come nel VAR, solo nei casi che riguardano un gol (se non è intervenuto prima il quarto uomo), un rigore, un cartellino rosso diretto o uno scambio di persona. Ogni allenatore ha due “cartellini” a partita, con i quali può chiamare l’arbitro al monitor dopo aver alzato la mano per fermare il gioco. Può farlo, ad esempio, se ritiene che ci sia stato un fallo da rigore contro la propria squadra che l’arbitro non ha visto. Se la decisione di campo viene modificata a seguito della revisione, il cartellino gli viene restituito; in caso contrario, gli viene sottratto.
Se la richiesta di revisione dell’allenatore si rivela giusta, insomma, non viene conteggiata come tale e ne ha ancora due a disposizione. Questo tipo di coinvolgimento degli allenatori esiste già in altri sport come il basket o la pallavolo, ma nel calcio è un’assoluta novità (da molti ritenuta una possibile soluzione alle storture del VAR).

I cartellini usati ai Mondiali femminili Under 20 per richiamare l’arbitro a rivedere un’azione, 15 settembre 2024 (Hector Vivas – FIFA/FIFA via Getty Images)
Avendo molte meno telecamere a disposizione, le valutazioni fatte dagli arbitri con l’FVS sono meno specifiche, ma quindi anche meno cervellotiche rispetto a quelle del VAR, e servono solo per segnalare errori davvero chiari ed evidenti (mentre il VAR viene, a detta dei critici, utilizzato quasi in maniera scientifica per scovare falli o irregolarità invisibili a velocità normale).
Nelle prime due giornate di Serie C, l’FVS ha funzionato abbastanza bene e non ci sono state tante polemiche. L’unico caso discusso è stato quello dell’allenatore del Carpi Stefano Cassani. Un suo giocatore aveva preso un secondo cartellino giallo per un fallo di mano inesistente (aveva toccato la palla con il petto) ed era stato, di conseguenza, espulso. Non potendo utilizzare l’FVS su un cartellino giallo, Cassani con un po’ di furbizia ha chiamato l’arbitro al monitor perché assegnasse un cartellino rosso diretto al suo stesso giocatore, riuscendo così a fargli rivedere l’azione e a far annullare l’espulsione. L’Associazione italiana arbitri (AIA) ha poi vietato questo tipo di comportamento, e l’FVS non potrà più essere utilizzato “contro” i propri giocatori.
Il processo di chiamata e revisione è un po’ lento, ma c’entra anche il fatto che è un sistema sperimentale. Per il resto, l’FVS sembra risolvere molti problemi del VAR: secondo vari commentatori ne viene fatto un uso eccessivo per cercare falli, rigori ed espulsioni che normalmente non verrebbero notati, e la possibilità per la sala VAR di intervenire con costanza ferma spesso la partita.
L’FVS è più veloce e mirato, perché può essere utilizzato solo un numero limitato di volte e non dispone, per esempio, della tecnologia per rilevare fuorigioco impercettibili a occhio nudo. Essendo poi l’allenatore a richiamare l’arbitro, si riducono anche i momenti di confusione tipici del VAR: tutti sanno fin dall’inizio quale azione sarà revisionata e l’arbitro non perde tempo a gestire le proteste dei giocatori e le comunicazioni con la sala VAR. Gli allenatori (e i giocatori) dovrebbero avere quindi meno occasione di lamentarsi, perché è loro responsabilità decidere quando far intervenire la revisione.
– Leggi anche: Il VAR non sta riuscendo nel suo intento



