Gli Stati Uniti starebbero ostacolando gli attacchi dell’Ucraina contro la Russia
Secondo il Wall Street Journal bloccano da mesi l'uso di missili statunitensi ed europei per colpire il territorio russo

Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, da mesi gli Stati Uniti starebbero vietando all’Ucraina di usare i missili ATACMS per colpire obiettivi dentro il territorio russo. Questa decisione sarebbe stata presa senza comunicazioni ufficiali, e starebbe limitando molto la capacità dell’Ucraina di rispondere agli attacchi russi e di potersi difendere.
Secondo diverse fonti del Pentagono (il ministero della Difesa statunitense) intervistate dal Wall Street Journal, il sottosegretario alla politica della Difesa Elbridge Colby avrebbe istituito un meccanismo di controllo sull’utilizzo dei missili per colpire il territorio russo, che impone all’Ucraina di chiedere il permesso per farlo. Colby ricopre la sua attuale posizione dall’aprile scorso ed è stato nominato dal presidente Donald Trump, che dopo l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin del 15 agosto ha dimostrato di essere disposto ad accogliere le richieste russe per la fine della guerra in Ucraina.
Oltre che per potere impiegare i missili statunitensi ATACMS, l’Ucraina dovrebbe chiedere il permesso anche per usare quelli forniti da paesi europei, ma che hanno componenti e richiedono l’assistenza dei servizi di intelligence statunitensi. Questa procedura di controllo dà al segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth il potere di decidere se compiere un attacco oppure no.
Come effetto di questa situazione, dalla scorsa primavera l’Ucraina non riuscirebbe a utilizzare questi missili per colpire obiettivi in territorio russo, anche se nei mesi scorsi ha comunque effettuato attacchi usando i propri droni. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha commentato la notizia dicendo che «non ci sono stati cambiamenti» nella posizione militare degli Stati Uniti nei confronti di Russia e Ucraina, e ha ricordato che Trump vuole che la guerra finisca. Al momento, nessun ufficiale del Pentagono né del governo ucraino hanno risposto ufficialmente all’inchiesta.
I missili ATACMS (l’acronimo sta per Sistemi missilistici tattici dell’esercito statunitense) possono colpire obiettivi a una distanza fino a 300 chilometri. Hanno un’importanza enorme per l’Ucraina, che li aveva utilizzati per colpire soldati e obiettivi militari nelle regioni russe più vicine al confine ucraino, danneggiando le linee di rifornimento che collegano il fronte all’interno della Russia e cercando così di ostacolare l’invasione.
Il permesso di utilizzare i missili ATACMS per colpire obiettivi nel territorio russo era stato accordato all’Ucraina l’autunno scorso dall’allora presidente statunitense Joe Biden, in un momento in cui l’offensiva russa si stava intensificando. La decisione era stata presa dopo molti tentennamenti, per timore che la Russia potesse interpretarla come un coinvolgimento attivo degli Stati Uniti nella guerra.
Il presidente Trump, già durante la sua campagna elettorale, aveva mostrato di essere molto meno disposto a sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa. A Ferragosto Trump ha anche incontrato il presidente russo Vladimir Putin per cercare di negoziare un possibile cessate il fuoco, ma dall’incontro non è venuto fuori granché. Fino a questo momento la Russia non sembra particolarmente interessata a smettere di combattere, e più che altro sembra che Putin stia usando questi colloqui per prendere tempo mentre continua l’offensiva contro l’Ucraina.



