Nel campionato africano di basket si gioca una finale importante e un po’ inaspettata
Tra una squadra storica e una con successi più recenti, che dicono molto di come sta cambiando l'AfroBasket

Domenica si gioca una finale un po’ inaspettata dell’AfroBasket, il campionato africano maschile di pallacanestro. A giocarla, infatti, saranno l’Angola e il Mali, che ci sono arrivate in due modi molti diversi: l’Angola è stata per decenni la Nazionale africana più forte (ed è ancora la più titolata), ma non raggiungeva la finale dell’AfroBasket da 10 anni; il Mali, invece, non ha mai giocato una finale di AfroBasket e all’inizio del torneo non era nemmeno tra le nazionali favorite. Sarà una partita tutto sommato storica, anche perché racconta un po’ come il basket africano è cambiato in questi anni.
Per le squadre africane di pallacanestro, l’AfroBasket è un torneo di grande importanza e molto sentito: dato che a livello internazionale restano ancora poco competitive (ai Mondiali del 2023 nessuna riuscì a raggiungere le fasi finali), questa competizione rappresenta l’occasione più prestigiosa e concreta per conquistare un titolo. Essere tra le migliori squadre dell’AfroBasket permette anche di qualificarsi ai Mondiali.
Per decenni questo torneo fu nettamente dominato dall’Angola. Nelle 17 edizioni che si tennero dal 1983 al 2015 (il torneo è quadriennale dal 2021, prima era biennale), l’Angola vinse il campionato undici volte – la prima nel 1989 e l’ultima nel 2013 – e nelle restanti occasioni arrivò sempre seconda o terza. Prima di questa edizione l’ultima finale di AfroBasket giocata dall’Angola era stata quella del 2015, persa con la Nigeria.
Allora il basket in Angola, che si trova in Africa meridionale, beneficiava di una tradizione e di un’organizzazione sportiva più solide rispetto ad altri paesi africani. Anche se l’Angola è indipendente dal 1975, il basket nel paese è diffuso da circa 90 anni ed è uno dei due sport più popolari, insieme alla pallamano. Tra gli anni Ottanta e primi anni Duemila, poi, nella squadra nazionale giocarono cestisti di grande talento, come Jean-Jacques da Conceição, che permisero all’Angola di qualificarsi alle Olimpiadi del 1992 e a diverse edizioni dei Mondiali.
Tuttavia, dal 2015 il basket angolano ha perso questo primato: i risultati agli AfroBasket del 2017 e del 2021 (le ultime due edizioni prima di questa) furono particolarmente deludenti per la squadra, che finì rispettivamente settima e quinta.
Negli ultimi dieci anni, infatti, l’Angola ha faticato a tenere il passo con l’evoluzione del basket africano, che è diventato sempre più competitivo. Sono sempre più numerosi i giocatori africani che vanno in NBA e in Eurolega, i due tornei di basket più prestigiosi al mondo, mentre anche in Africa gli investimenti — tanto a livello giovanile quanto professionistico — sono cresciuti in maniera significativa. Da qualche anno è nata anche una lega continentale, la Basketball Africa League, organizzata direttamente dall’NBA.
Sono quindi emerse nazionali molto più forti dell’Angola, come quella del Sud Sudan, che, pur essendo il paese indipendente solo dal 2011, è già riuscita a qualificarsi ai Mondiali del 2023 e alle Olimpiadi dell’anno scorso.
L’Angola è tornata a un buon livello molto lentamente: il processo di rilancio della Nazionale è iniziato solo nel 2021, con la nomina dell’attuale allenatore, lo spagnolo Josep Clarós. E questo AfroBasket è il primo torneo in cui la squadra sembra essere tornata davvero competitiva, dopo anni di delusioni: c’entra il fatto che sta giocando in casa (e quindi il pubblico che la sostiene è molto numeroso, che è spesso un vantaggio) e che i suoi giocatori sono in grandissima forma. Tra questi c’è sicuramente Bruno Fernando, che è stato il primo cestista angolano in NBA e che dall’anno prossimo giocherà con il Real Madrid, una delle squadre più prestigiose d’Europa.

Bruno Fernando con la maglia del Real Madrid, 3 giugno 2025 (Photo by Borja B. Hojas/Getty Images)
Il Mali, invece, è arrivato alla finale dell’AfroBasket con una storia molto diversa. A differenza dell’Angola, non è mai stata una Nazionale fortissima: nella scorsa edizione arrivò ultima nel suo girone e non si qualificò nemmeno alle fasi finali; e prima di questo AfroBasket, il suo risultato migliore era stato un terzo posto nel 1972.
Per la Nazionale maliana le cose sono cambiate nel 2019, quando ai Mondiali di basket Under 19 il Mali divenne la prima squadra africana a raggiungere la finale del torneo. Persero quella partita contro gli Stati Uniti, nettamente più forti, ma il Mali decise comunque di investire su quella squadra. L’allenatore, Alhadji Dicko, guida oggi la Nazionale del Mali e ha a disposizione cinque dei cestisti che giocarono quei Mondiali.
L’investimento si è rivelato azzeccato. Anche se il Mali è nettamente sfavorito per la finale, la sua sorprendente vittoria in semifinale contro una squadra forte e fisica come il Senegal è stata comunque un segnale importante della crescita del basket africano.



