Cosa sappiamo sui casi di intossicazione da botulino in Calabria e Sardegna
Tre persone sono morte e almeno venti sono state ricoverate, e sono stati ritirati dal commercio alcuni alimenti per precauzione

Negli ultimi giorni alcuni casi di intossicazione da botulino alimentare hanno suscitato molta attenzione e allarmi. In provincia di Cosenza due persone sono morte per botulismo e in provincia di Cagliari ne è morta una, e 14 persone domenica erano ancora ricoverate in ospedale: nei giorni precedenti i ricoveri complessivi erano arrivati a più di 20. Per il momento i casi della Calabria sembrano scollegati da quelli della Sardegna, e sulle cause dell’intossicazione si sta ancora indagando. Una delle ipotesi è che siano stati conservati male alcuni cibi poi venduti al pubblico.
Il botulino è una tossina pericolosa per gli esseri umani, prodotta da un batterio che può proliferare nei cibi non conservati correttamente. I primi casi sono stati quelli in Sardegna, a Monserrato, in provincia di Cagliari: dopo un festival di cibo sudamericano a fine luglio, diverse persone hanno iniziato a stare male. Una donna di 38 anni è morta lo scorso venerdì e più di dieci sono state ricoverate, tra cui due minori. L’ingrediente a cui è stata ricondotta l’intossicazione è il guacamole, una salsa a base di avocado: gli operatori della distribuzione hanno richiamato due lotti della polpa di avocado Metro Chef (LI4213 e LI4218) per “rischio microbiologico”. È indagato per omicidio colposo il titolare del chiosco che l’ha servita.
Qualche giorno dopo ci sono poi stati i casi in Calabria. A Diamante, una località sul mare in provincia di Cosenza, un uomo di 52 anni e una donna di 45 sono morti per intossicazione da botulino, e più di dieci persone sono state ricoverate all’ospedale Annunziata di Cosenza, alcune in condizioni gravi. Le indagini hanno ricondotto l’origine dell’intossicazione al cibo servito da un food truck a Diamante, in un panino con salsiccia e friarielli, una varietà di broccoli spesso conservata sott’olio.
Il gestore del food truck ha detto che il furgoncino restava tutto il giorno sotto il sole. La procura ipotizza che gli ingredienti potrebbero non essere stati refrigerati in modo corretto e quindi potrebbero essersi compromessi con la cattiva conservazione. Il food truck è sotto sequestro, e il gestore è tra gli indagati della procura. Insieme a lui sono indagati anche i rappresentanti legali delle aziende fornitrici. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Anche in questo caso gli operatori della distribuzione hanno richiamato i prodotti: sono i friarielli alla napoletana delle aziende Bel Sapore (lotti 060325 e 280325) e Vittoria (lotti 290425 e 280325).
Tra gli indagati ci sono anche cinque medici della clinica privata di Belvedere Marittimo, la struttura sanitaria a cui l’uomo e la donna morti per botulismo si erano rivolti per via dei loro sintomi. La procura sta verificando eventuali responsabilità mediche, e i medici sono stati indagati dopo che è stata decisa l’autopsia sui corpi delle due persone: in questo modo i medici potranno indicare agli investigatori i propri avvocati e consulenti in vista delle autopsie, in programma per il 12 agosto.
Il botulismo è una condizione molto rischiosa, che in mancanza di cure mediche adeguate e tempestive può essere letale. È dovuto ai batteri del genere Clostridium che si sviluppano e producono tossine pericolose in assenza di ossigeno e in ambienti non troppo acidi, come possono essere le conserve alimentari preparate in modo inadeguato. In breve si tratta di quelle conserve prodotte senza usare aceto nelle quantità giuste per evitare la proliferazione dei batteri o senza sottoporre i barattoli a una corretta pastorizzazione, il trattamento termico per distruggere i microrganismi presenti negli alimenti.
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