• Mondo
  • Martedì 5 agosto 2025

La storia del piano russo per uccidere il capo di un’azienda tedesca che produce armi

Come Armin Papperger, della tedesca Rheinmetall, è diventato un obiettivo della guerra ibrida di Putin

Armin Papperger, amministratore delegato di Rheinmetall (Julian Stratenschulte/dpa)
Armin Papperger, amministratore delegato di Rheinmetall (Julian Stratenschulte/dpa)
Caricamento player

Poco più di un anno fa i servizi segreti statunitensi avvertirono la Germania che la Russia aveva un piano per assassinare Armin Papperger, amministratore delegato della Rheinmetall, una delle principali aziende che producono armi in Europa. Il piano di uccidere un dirigente d’azienda di un paese dell’Unione Europea era parte della “guerra ibrida” iniziata dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, cioè quell’insieme di sabotaggi, campagne di disinformazione e attacchi non convenzionali a strutture di paesi nemici.

Papperger era un obiettivo importante. Tra le altre cose la Rheinmetall aveva aperto stabilimenti in Ucraina in collaborazione con il governo di Volodymyr Zelensky. Oggi è protetto come un capo di stato e Rheinmetall vale in borsa 18 volte di più rispetto all’inizio della guerra.

L’agenzia statunitense Bloomberg ha ricostruito in un lungo articolo perché Papperger sia diventato un obiettivo russo, come un’azienda che stava pensando di abbandonare le armi per le automobili sia diventata una delle principali produttrici di materiale bellico in Europa e come l’incendio doloso di un capanno degli attrezzi potesse essere il primo segnale di una credibile minaccia russa in territorio tedesco.

Armin Papperger con Hendrik Wuest, capo di governo del land Nord Reno-Westphalia a bordo di un veicolo militare (Lukas Schulze/Getty Images)

La Rheinmetall (letteralmente Metallo del Reno) è una storica industria tedesca, fondata nel 1889 per produrre armi per l’Impero tedesco. La storia dell’azienda è stata anche problematica: sotto il controllo nazista gestì due sezioni del campo di concentramento di Buchenwald e durante la Seconda guerra mondiale utilizzò il lavoro forzato di stranieri e prigionieri di guerra.

Papperger, oggi 62enne, cominciò a lavorare in azienda nel 1990 come ingegnere e poi fece carriera interna. Nel 2010 entrò nel gruppo dirigente della sezione armamenti, mentre l’azienda diversificava producendo anche pistoni e altri componenti per l’industria automobilistica. La sezione civile allora creava più ricavi di quella militare, che produceva soprattutto munizioni, carri armati e veicoli militari, prodotti per cui non sembrava esserci un grande futuro.

Cercando nuovi mercati nel 2011, la dirigenza di Rheinmetall firmò un contratto da 120 milioni di euro con la Russia, per costruire un centro di addestramento per l’esercito a Nizhny Novgorod, città 400 chilometri a est di Mosca: prevedeva campi di simulazione di battaglia, un poligono di tiro di nuova generazione e strutture per 30mila soldati. Erano gli anni in cui la politica nei confronti della Russia della cancelliera Angela Merkel era guidata dal Wandel durch Handel, “cambiamento attraverso il commercio”, l’idea che maggiori relazioni economiche fra i due paesi avrebbero favorito rapporti pacifici e un progressivo inserimento della Russia all’interno del sistema di regole condivise dai paesi democratici occidentali.

Nel 2012 Papperger divenne capo della sezione militare dell’azienda e nel 2013 fu nominato amministratore delegato. Nel 2014, dopo l’invasione russa della Crimea, il governo tedesco impedì all’azienda di portare a termine il centro di addestramento in Russia (peraltro quasi finito). Papperger, descritto come un workaholic, cioè una persona ossessionata dal lavoro, cambiò la struttura dell’azienda, concentrando il potere decisionale in un gruppo ristrettissimo e lavorando all’ampliamento delle capacità produttive anche prima che esistesse una reale domanda.

Con il cancelliere Olaf Scholz nel 2024 (EPA/FRIEDEMANN VOGEL)

L’invasione russa dell’Ucraina cambiò tutto, a partire dai limiti alla spesa militare della Germania, che dal 27 febbraio del 2022 furono raddoppiati (erano passati tre giorni dall’inizio dell’invasione). L’allora cancelliere Olaf Scholz annunciò spese per 100 miliardi e la Rheinmetall se ne assicurò oltre 40. A novembre l’azienda tedesca comprò la spagnola Expal Systems (1,2 miliardi di euro).

A marzo del 2023 Papperger arrivò nella capitale ucraina Kiev con una felpa con i colori ucraini per parlare con Zelensky, iniziando una collaborazione con l’azienda statale ucraina Ukroboronprom. A giugno dell’anno successivo l’azienda ricevette una commessa da 8,5 miliardi di euro dall’esercito tedesco, principalmente per proiettili d’artiglieria con calibro da 155 millimetri, che sono oggi il prodotto di punta dell’azienda e una delle forniture militari più utilizzate dall’Ucraina. Fu l’ordine più grande nella storia dell’azienda.

Rheinmetall era insomma diventata enorme e influente. Oggi ha quattro stabilimenti in Ucraina che producono munizioni, veicoli militari (soprattutto carri armati) e armi antiaeree ed è l’azienda europea del settore delle difesa con il maggior valore in Borsa (81 miliardi di euro). Papperger nel frattempo è diventato un obiettivo russo anche per la sua grande visibilità pubblica: collabora apertamente con l’Ucraina ed esorta spesso politici e capi di stato al riarmo e all’impegno nell’opposizione alla Russia, mentre altri dirigenti di aziende europee mantengono un profilo più basso.

La visita dei ministri della difesa francese Sebastien Lecornu (terzo da sinistra) e tedesco Boris Pistorius (quinto da sinistra) alla sede della Rheinmetall (Michael Matthey/dpa)

Il piano russo di uccidere Papperger cominciò a concretizzarsi una notte dell’aprile del 2024, quando alcune persone diedero fuoco a un capanno degli attrezzi e a un grande faggio nel giardino della sua casa a Hermannsburg, una cittadina di 8.000 abitanti. Lui non era lì, e in generale frequentava quella casa di rado. Pochi giorni dopo arrivò una lettera di rivendicazione anonima su un forum della sinistra tedesca: accusava Papperger di aver «lucrato sulla guerra», diceva che la casa «non era sicura» e chiedeva la liberazione di un membro della RAF, gruppo terroristico tedesco che negli anni Settanta e Ottanta assassinò anche dirigenti d’azienda tedeschi.

Le indagini non portarono a molto: non c’erano testimoni né immagini da telecamere di sicurezza. Qualche mese dopo però la CNN rivelò che i servizi segreti statunitensi avevano messo al corrente quelli tedeschi di un piano russo per assassinare Papperger, insieme ad altri dirigenti di aziende europee operanti nel campo militare. Il progetto era considerato credibile e in fase discretamente avanzata. L’incendio poteva essere considerato una sorta di avvertimento e un segnale che la guerra ibrida russa in Germania poteva utilizzare anche gruppi locali, pescando nelle frange più estreme dell’attivismo politico o nel mondo criminale.

Nei mesi seguenti furono avvistati numerosi droni nell’area di Unterlüss, dove l’azienda ha i suoi stabilimenti e testa armi. Uno dei droni fu abbattuto, ma non fu possibile capirne la provenienza. A ottobre del 2024 il portavoce del governo russo Dmitri Peskov definì gli stabilimenti in Ucraina della Rheinmetall «obiettivi legittimi» e ad aprile del 2025 un gruppo di hacker collegati alla Russia rubò 750 gigabyte di dati dall’azienda.

I responsabili degli incendi nella casa di Papperger non sono mai stati identificati e la minaccia di un omicidio del dirigente non è superata, nonostante il grande clamore internazionale che l’esistenza del piano suscitò quando venne svelata dai media. Le misure di sicurezza intorno all’azienda sono aumentate, come del resto è accaduto per tutti i possibili obiettivi strategici in Europa (cavi sottomarini, centrali e reti energetiche, industrie belliche). Ma soprattutto sono state decise misure radicali e stabili per garantire la sicurezza di Papperger. Oggi ha una scorta 24 ore al giorno e 7 giorni su 7: due guardie armate con fucili automatici e due veicoli della polizia sono posizionati davanti al suo ufficio e di fronte alla sua casa di Düsseldorf; i suoi viaggi all’estero sono organizzati in segretezza e prevedono convogli di tipo militare nei trasferimenti via terra. Papperger dice di sentirsi «al sicuro» e non ha ridotto attività e spostamenti.

Dopo l’inizio della guerra in Ucraina la Russia ha aumentato in modo notevole quella che viene definita “guerra ibrida”. Ma i suoi servizi segreti hanno dimostrato di poter colpire anche nei paesi europei, con gli avvelenamenti di Aleksandr Litvinenko e Sergei Skripal nel Regno Unito (il secondo sopravvisse), ma più recentemente anche l’omicidio del disertore russo Maxim Kuzminov in Spagna, per cui si sospettano responsabilità di agenti russi.