Lo sciopero dei “candongueiros” e le proteste in Angola
Gli autisti dei tipici minibus criticano l’aumento dei prezzi del carburante, come molti altri: 22 persone sono state uccise e più di mille arrestate

Negli ultimi giorni in Angola ci sono state violente proteste. Sono dovute all’aumento del prezzo del carburante, annunciato dal governo a inizio luglio: la decisione ha subito creato problemi tra gli abitanti, e lunedì è iniziato uno sciopero di tre giorni dei tassisti, che hanno un ruolo importante perché suppliscono alle carenze dei trasporti pubblici.
Le proteste si sono innestate su questo sciopero. Reprimendole, tra lunedì e martedì la polizia ha arrestato 1.214 manifestanti. Negli scontri sono state uccise almeno 22 persone, tra cui almeno un poliziotto (i comunicati del governo non distinguono tra manifestanti e forze dell’ordine). Mercoledì lo sciopero è stato revocato e non ci sono state nuove proteste.
Il governo angolano è espresso dallo stesso partito, il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (di centrosinistra), da cinquant’anni, ossia da quando nel 1975 il paese ottenne l’indipendenza dal Portogallo. Dal 2002, quando finì la guerra civile, il paese si è impoverito nonostante sia uno dei principali produttori africani di petrolio.
Il governo ha alzato il prezzo del carburante nel contesto di queste difficoltà economiche e per pagare gli interessi sul debito pubblico (7,8 miliardi di euro solo quest’anno, circa il 10 per cento del Prodotto interno lordo). Il prezzo è controllato dai sussidi, che nel 2024 valevano il 4 per cento del PIL. Il governo aveva detto che li avrebbe aboliti in più fasi perché troppo gravosi per il bilancio statale.

L’esterno di un negozio saccheggiato a Luanda, il 28 luglio (EPA/AMPE ROGERIO)
Come conseguenza dell’aumento il prezzo medio al litro del gasolio è salito da 300 a più di 400 kwanza, la valuta locale (da 0,28 a 0,38 euro). Il presidente angolano João Lourenço si è difeso dicendo che resta uno dei più bassi al mondo, e accusando i manifestanti di usare la decisione come un pretesto.
In Angola lo stipendio medio mensile è di 70mila kwanza (66 euro) e l’aumento ha avuto conseguenze molto concrete. Trasportare le merci è diventato più costoso, sono aumentati significativamente i prezzi dei generi alimentari e degli altri beni essenziali.

Agenti di polizia a Luanda, il 28 luglio (EPA/AMPE ROGERIO)
I tassisti hanno deciso di scioperare contro il rincaro del carburante, che li aveva portati a raddoppiare le loro tariffe, perdendo clienti. Una corsa è passata da costare 700 kwanza a più di 1.800 (da 0,66 a 1,7 euro). In Angola i trasporti pubblici sono insufficienti e di fatto i tassisti li sostituiscono, soprattutto nelle città più grandi. Sono considerati una rete informale di trasporto, essenziale per una parte della popolazione.
“Tassisti” può essere una parola fuorviante: sono conducenti privati che guidano soprattutto minibus, chiamati candongueiros in lingua portoghese. Sono diffusissimi e fanno corse capillari: nella capitale Luanda quasi il 90 per cento delle persone si sposta con i candongueiros. Sono bianchi e blu e per questo sono molto riconoscibili, anche nelle fotografie delle città angolane.

Foto d’archivio di alcuni candongueiros a Luanda (IPGUL 2015 da ResearchGate)
L’associazione dei tassisti (ANATA) ha criticato gli «atti di vandalismo», prendendo parzialmente le distanze dalle proteste e cancellando il terzo e ultimo giorno di sciopero. L’obiettivo della categoria era ottenere un confronto col governo, che finora glielo aveva negato ma in questi giorni s’è mostrato disponibile a fare qualche concessione.
Il video mostra un negozio di Luanda che viene saccheggiato
Lunedì e martedì durante gli scontri a Luanda sono state erette barricate. Il governo ha detto che sono stati saccheggiati una quarantina di supermercati e tre banche. La polizia ha disperso i manifestanti lanciando lacrimogeni e anche sparando in aria. Oltre che nella provincia della capitale, ci sono state proteste anche in quelle di Icolo e Bengo, Huíla e Huambo.

Luanda, il 29 luglio (Julio Kikebu/Xinhua via ZUMA Press)
Diversi analisti hanno spiegato che la ragione delle proteste è il peggioramento delle condizioni di vita nel paese e il risentimento verso il partito di governo, che in questi anni ha perso consensi. In Angola l’inflazione supera il 20 per cento, il tasso di disoccupazione è quasi del 30 per cento e quella giovanile è oltre il 63 per cento. Per questo lo sciopero dei conducenti dei candongueiros è diventato l’occasione per proteste più ampie.
L’economista angolano Carlos Rosado de Carvalho ha detto che ritiene sospetto che lunedì il governo non avesse rinforzato il dispiegamento di polizia nonostante lo sciopero fosse convocato da una ventina di giorni e fosse noto che l’aumento del prezzo del carburante era assai impopolare. De Carvalho ha ipotizzato che «le autorità abbiano lasciato crescere [i disordini] per poter in seguito giustificare la loro repressione».
I media locali, quasi tutti controllati dal governo, hanno praticamente ignorato le proteste, come avviene spesso in queste occasioni anche in altri paesi del continente.
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