I pochi danni causati dal terremoto in Russia e dagli tsunami
Nonostante le molte allerte alla fine ci sono stati alcuni allagamenti ed edifici in parte crollati, ma non ci sono notizie di morti

Nonostante sia stato uno dei dieci più forti mai registrati, il terremoto di magnitudo 8.8 avvenuto ieri al largo della costa orientale della Russia ha causato relativamente pochi danni e alcuni feriti. Anche gli tsunami che ha provocato e che sono arrivati nelle ore successive sulle coste di diversi paesi affacciati sull’oceano Pacifico hanno avuto pochi effetti, e non si hanno notizie di persone morte o disperse: diversi paesi, dal Giappone al Cile, avevano diffuso delle allerte tsunami e avevano evacuato alcune zone in via precauzionale, ma anche i danni agli edifici sono stati pochi.
Quelli peggiori sono avvenuti nella penisola russa della Kamchatka, sulla costa orientale del paese, che è stata la zona abitata più vicina all’epicentro del terremoto: a Petropavlovsk-Kamchatsky il terremoto ha fatto crollare la facciata di una scuola, che però era vuota, e altri edifici sono stati danneggiati. Uno tsunami provocato dal terremoto ha poi inondato le coste dell’isola di Paramushir, dell’arcipelago delle Curili, soprattutto nella città di Severo-Kurilsk: tutti i 2.400 residenti erano stati evacuati, il porto e un’industria del settore ittico sono state inondate. In un video molto circolato online si vedono alcuni edifici portati via dall’acqua.
In Giappone gli ordini di evacuazione hanno riguardato quasi 2 milioni di persone e hanno incluso l’area della centrale nucleare di Fukushima, dove nel 2011 uno tsunami causò un incidente catastrofico che portò alla parziale fusione dei noccioli in tre reattori. I danni nel paese sono stati però praticamente nulli.
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Alle Hawaii sono stati temporaneamente cancellati i voli in partenza da Honolulu e le varie autorità competenti (tra cui la polizia e gli amministratori locali) hanno chiesto a tutte le persone di rifugiarsi nei piani più alti dei palazzi. Alle navi da crociera che si trovavano al porto quando è stata diramata l’allerta è stato ordinato di andare in mare aperto, dove avrebbero costituito un pericolo minore sia per i passeggeri a bordo che per le persone sulla costa (le onde avrebbero potuto farle rovesciare vicino agli edifici). Nella confusione però diverse navi hanno lasciato a terra alcuni passeggeri che stavano facendo delle escursioni e che non sono riusciti a tornare in tempo per la partenza anticipata della loro nave. Anche alle Hawaii però i danni sono stati minimi: sono stati allagati alcuni parchi e parcheggi e poche ore dopo alle persone è stato permesso di rientrare nelle loro case. In serata anche i voli da Honolulu sono ripartiti.
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Nelle ore successive gli tsunami sono arrivati sulla costa occidentale degli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’America Latina, ma non hanno causato danni e giovedì mattina paesi come Messico, Colombia, Ecuador e Perù hanno annullato le allerte tsunami.

I residenti di Kapolei, sull’isola di Oahu, alle Hawaii, evacuano l’area vicino alla spiaggia dopo l’allerta tsunami, il 29 luglio 2025 (AP photo/Michelle Bir)



