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  • Martedì 15 luglio 2025

Il caso attorno al direttore d’orchestra russo Valery Gergiev

È stato invitato a una rassegna alla Reggia di Caserta, ma Yulia Navalnaya lo ha definito una specie di ambasciatore culturale di Putin

Vladimir Putin e Valery Gergiev al Cremlino, Mosca, Russia, 22 settembre 2016 (AP Photo/Ivan Sekretarev)
Vladimir Putin e Valery Gergiev al Cremlino, Mosca, Russia, 22 settembre 2016 (AP Photo/Ivan Sekretarev)
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Il 27 luglio il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev parteciperà a una rassegna alla Reggia di Caserta intitolata “Un’Estate da Re” e finanziata dalla regione Campania. La presenza di Gergiev, che è un importante sostenitore del presidente russo Vladimir Putin e che negli ultimi anni è stato colpito da sanzioni imposte da diversi paesi, ha provocato discussioni e proteste.

Yulia Navalnaya era la moglie del dissidente politico russo Alexei Navalny, morto il 16 febbraio del 2024 in un carcere in Siberia in circostanze mai chiarite. Navalnaya ha scritto una lettera pubblicata su Repubblica in cui racconta come Gergiev non sia solo un «caro amico di Vladimir Putin» o un suo sostenitore, «ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore».

Navalnaya ha messo in fila i momenti di vicinanza tra lui e Putin, che nel corso degli anni sono stati diversi. Nel 2014, per esempio, Gergiev sostenne pubblicamente l’annessione illegale della Crimea. Nel 2016 diresse l’orchestra in un concerto nel teatro romano di Palmira, la città siriana conquistata dallo Stato Islamico nel maggio 2015 e liberata l’anno successivo dall’esercito siriano fedele al dittatore Bashar al Assad con il sostegno dei soldati russi: prima del concerto Putin era intervenuto in video dalla sua residenza nel Mar Nero e aveva rivolto un breve messaggio al pubblico presente.

Navalnaya ha anche raccontato come Gergiev, grazie alla fama internazionale di cui gode, sia una sorta di “ambasciatore culturale” di Putin e abbia assunto un ruolo rilevante nella politica di “normalizzazione” promossa dal presidente russo per far uscire il suo paese dall’isolamento internazionale:

«L’obiettivo di questa “politica di normalizzazione” è far uscire il regime di Putin dall’isolamento, liberare Putin e il suo entourage dalla responsabilità dei loro crimini. Per la guerra in Ucraina. Per l’omicidio di mio marito. Per le centinaia di migliaia di prigionieri politici che si trovano nelle carceri russe in questo momento. Per le vite spezzate di milioni di persone in Russia e Ucraina.

E in questo contesto il concerto di Caserta è un primo assaggio, un pallone sonda. Ma è molto importante: non è un caso che tutti i media di propaganda del Cremlino oggi facciano a gara per elogiare la dirigenza della regione Campania per aver invitato l’amico di Putin a esibirsi a “Un’Estate da Re”. Perdonatemi, ma se nel 2025 il Cremlino è contento di voi, allora state sicuramente sbagliando qualcosa».

Navalnaya conclude la sua lettera scrivendo che «qualsiasi tentativo di chiudere un occhio su chi sia Valerij Gergiev al di fuori della sua attività di direttore d’orchestra e di fingere che questo sia semplicemente un evento culturale in cui non c’è politica, che Valerij Gergiev sia semplicemente un grande artista, è ipocrisia».

Anche la Fondazione anticorruzione fondata da Navalny si era occupata di Gergiev. Nel 2022 aveva pubblicato un’inchiesta che mostrava come per diversi anni avesse potuto usare per scopi personali e come forma di ricompensa per la propria lealtà a Putin ingenti fondi destinati alla cultura e provenienti da una fondazione benefica che era stata appositamente intitolata a lui.

È dal 23 febbraio del 2022 che Gergiev non dirige in Italia, da quando cioè si esibì al Teatro alla Scala la notte in cui la Russia attaccò l’Ucraina. Da allora, proprio per non avere mai condannato l’invasione russa, è stato allontanato dalla direzione dell’orchestra della Scala e anche da altre importanti istituzioni culturali di Stati Uniti e Europa (la Carnegie Hall di New York, la Wiener Philharmoniker di Vienna, la Filarmonica di Monaco, ad esempio).

Contro la presenza di Gergiev alla Reggia di Caserta ha preso posizione anche la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, del Partito Democratico, che ha chiesto al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca «di intervenire per modificare il cartellone e evitare che i soldi dei contribuenti finiscano nelle tasche di un fiancheggiatore di un regime criminale».