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  • Sabato 17 febbraio 2024

È stata confermata la morte di Alexei Navalny

Lo ha detto la sua portavoce, dopo che la madre dell'oppositore russo aveva raggiunto la prigione in cui era detenuto

(AP Photo/Christophe Ena)
(AP Photo/Christophe Ena)
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È stata confermata la morte di Alexei Navalny, che per molti anni era stato il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha annunciato la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, che ha detto che la notizia della morte è stata comunicata dalle autorità russe alla madre dell’oppositore russo, Lyudmila.

La notizia della morte di Navalny era stata data inizialmente venerdì dal servizio penitenziario russo, ma né la sua famiglia né i suoi collaboratori avevano potuto confermarla. Sabato mattina Yarmysh ha detto che la madre di Navalny ne ha avuto conferma dopo essere andata nella prigione in cui era detenuto il figlio, il carcere di massima sicurezza IK-3, a quasi 2.000 chilometri da Mosca e al di sopra del Circolo polare artico.

Yarmysh ha detto che Navalny è morto alle 14:17 locali di venerdì 16 febbraio (le 10:17 italiane), e che il corpo sarebbe stato successivamente trasferito nella vicina città di Salekhard, dove si trovano un obitorio e un forno crematorio. Yarmysh non ha detto se siano state comunicate le cause della morte di Navalny, né se sia stata già fatta un’autopsia. Ha inoltre chiesto che il cadavere venga immediatamente consegnato alla famiglia.

Più tardi Yarmysh ha detto che sabato mattina la madre e l’avvocato di Navalny sono andati all’obitorio di Salekhard, ma che lo hanno trovato chiuso. Ha aggiunto che hanno chiamato il numero di telefono che hanno trovato sul portone e che gli è stato risposto che la loro era la settima chiamata della mattinata e che il corpo di Navalny non si trova nell’obitorio.

Venerdì il servizio penitenziario russo aveva detto che Navalny si era «sentito male dopo una passeggiata» e che aveva «perso conoscenza quasi immediatamente». Aveva detto anche che lo staff medico sarebbe arrivato subito e che sarebbe stata chiamata un’ambulanza, ma che «tutti gli sforzi fatti per rianimarlo» non avevano avuto esiti.

Il sito RT, controllato dal governo russo, aveva detto che secondo alcune sue fonti Navalny sarebbe morto a causa del distaccamento di un coagulo di sangue (cioè un trombo che potrebbe avere causato un ictus, un’embolia polmonare o un infarto).

– Leggi anche: Alexei Navalny, il dissidente

Navalny aveva 47 anni ed era considerato il più noto e combattivo oppositore di Putin dell’ultimo decennio. Era in carcere da tre anni con accuse ritenute politicamente motivate, ed era stato trasferito nella prigione di massima sicurezza IK-3 a dicembre.

Nel 2020 rischiò di morire dopo un tentativo di avvelenamento che secondo lui e secondo molte ricostruzioni era stato ordinato dai servizi segreti russi. Passò alcuni mesi in Germania per curarsi, per poi tornare volontariamente in Russia a gennaio del 2021, quando venne immediatamente arrestato per alcune accuse a suo carico. Al momento della morte stava scontando una lunga condanna per accuse che la stragrande maggioranza dei commentatori e degli esperti di libertà di espressione considerava pretestuose, tra cui quella di aver fondato e finanziato attività e organizzazioni che le autorità russe ritengono «estremiste». Era inoltre imputato in 14 processi che con ogni probabilità avrebbero allungato ulteriormente la sua pena.

Durante l’ultimo periodo in carcere Navalny era stato più volte vicino a morire, secondo quello che avevano riferito i suoi avvocati, anche per via delle condizioni pessime in cui era detenuto: l’ultima prigione in cui era stato, la IK-3, è nota per la sua posizione estremamente isolata e per la brutalità con cui vengono trattati i detenuti. Ci sono testimonianze di violenze fisiche e psicologiche inflitte dai funzionari della prigione, così come della mancanza di vestiti e altri beni di prima necessità.

I suoi avvocati e diversi attivisti ritenevano che fosse stato trasferito lì per isolarlo più possibile dai suoi collaboratori in vista delle elezioni presidenziali russe, previste per il prossimo marzo, in cui Putin si ricandiderà per il suo quinto mandato da presidente. Putin è al potere ininterrottamente dal 1999, e ormai da anni governa in maniera autoritaria.