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  • Martedì 15 luglio 2025

Il Secret Service sta cercando di aggiustarsi

Dopo le critiche ricevute per gli errori commessi durante l'attentato contro Trump, un anno fa: ci sta riuscendo solo in parte

Un agente del Secret Service mentre aspetta l'arrivo di Donald Trump a un comizio, 3 luglio 2025, a Des Moines, Iowa. (AP Photo/Charlie Neibergall)
Un agente del Secret Service mentre aspetta l'arrivo di Donald Trump a un comizio, 3 luglio 2025, a Des Moines, Iowa. (AP Photo/Charlie Neibergall)
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Poco più di un anno fa, il 13 luglio del 2024, un uomo tentò di uccidere Donald Trump durante un comizio elettorale a Butler, in Pennsylvania. Aggirando le misure di sicurezza del Secret Service, l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza del presidente, del vice e degli ex presidenti, l’uomo si appostò su un tetto a circa 130 metri dal palco dove si stava tenendo il comizio e sparò otto colpi di arma da fuoco, ferendo Trump e uccidendo una persona del pubblico. Nei giorni successivi furono sollevati molti dubbi sull’operato del Secret Service, per una serie molto lunga di errori commessi.

Il Secret Service era in discussione da molto tempo. Nei precedenti 15 anni l’agenzia era stata al centro di diversi scandali che avevano messo potenzialmente in pericolo le persone che doveva proteggere. C’erano stati tentativi di riforma interni che però non avevano risolto i problemi né evitato il ripetersi di condotte inappropriate. Tra i problemi strutturali c’era una grande difficoltà nel reclutare agenti esperti, o non farli andare via: tra il 2022 e il 2023 lasciarono il Secret Service almeno 1.400 dei suoi 7.800 dipendenti, la maggior parte per burnout, cioè l’esaurimento psicofisico connesso al sovraccarico di ore lavorative e alle condizioni di lavoro.

A ottobre del 2024 il New York Times aveva raccontato di come uno dei problemi più gravi dell’agenzia fosse proprio legato agli agenti che lasciavano il loro incarico a causa dell’enorme quantità di lavoro straordinario, spesso non retribuito e assegnato all’ultimo momento. Inoltre gli standard di reclutamento erano diventati molto bassi, l’addestramento degli agenti non adeguato e svolto in strutture fatiscenti, e la comunicazione sulla pianificazione degli eventi in cui intervenire era scarsa e poco efficiente.

Nella stessa campagna elettorale presidenziale del 2024, quella che stava facendo Trump quando ci fu l’attentato, era stata rilevata una grossa carenza di agenti, insufficienti a garantire la sicurezza delle persone coinvolte.

– Leggi anche: I problemi del Secret Service arrivano da lontano

Dopo l’attentato a Trump, e le successive critiche all’agenzia, iniziò un ulteriore tentativo di riforme interne. Furono istituite tre commissioni: una alla Camera, una al Senato e una al dipartimento per la Sicurezza interna (dipartimento da cui dipende il Secret Service). Le commissioni furono incaricate di stabilire gli errori commessi dagli agenti prima e durante il comizio a Butler. L’allora direttrice dell’agenzia Kimberly Cheatle si dimise pochi giorni dopo l’inizio delle indagini, a causa delle pressioni esterne e di una disastrosa udienza che tenne alla Camera, in cui le risposte che diede furono giudicate evasive e insufficienti.

A dicembre del 2024 la commissione alla Camera confermò che i problemi che avevano impedito al Secret Service di prevenire l’attentato erano strutturali e preesistenti. Indicò una serie di raccomandazioni che avrebbero dovuto risolvere le difficoltà dell’agenzia con il personale, soprattutto nella fase del reclutamento, e raccomandò di rivedere i protocolli di sicurezza. Domenica, a un anno esatto dall’attentato, è stato pubblicato anche il rapporto finale sulle indagini della commissione del Senato, che di fatto ha confermato le osservazioni della commissione della Camera.

Agenti del Secret Service dopo l’attentato a Donald Trump, 13 luglio 2024, a Butler, in Pennsylvania. (AP Photo/Evan Vucci)

La scorsa settimana il Secret Service ha pubblicato sul proprio sito un resoconto delle riforme realizzate internamente nell’ultimo anno a partire dalle raccomandazioni della Camera: delle 46 raccomandazioni, ne ha attuate finora 21. Tra le misure adottate, è stata migliorata la condivisione dei piani di sicurezza con le forze dell’ordine statali con cui il Secret Service collabora durante gli eventi, ed è stata imposta una maggiore chiarezza nell’affidare singole responsabilità agli agenti durante le operazioni.

Manca però ancora molto per raggiungere gli obiettivi che le commissioni di Camera e Senato avevano stabilito per riformare il Secret Service. Per esempio mancano protocolli adeguati per gestire il passaggio dall’agenzia alle polizie locali di informazioni su eventuali minacce già note: è una mancanza che rischia di mettere in difficoltà le polizie statali durante le operazioni svolte insieme al Secret Service.

Dopo l’attentato a Trump l’agenzia sta cercando di migliorare la propria immagine pubblica, sfruttando anche il contributo di oltre 230 milioni di dollari di fondi federali che servono tra le altre cose ad acquistare attrezzature più nuove e più tecnologiche. Inoltre il nuovo direttore Sean Curran ha avviato un’efficace campagna di reclutamento. Dall’anno scorso le assunzioni dell’agenzia sono cresciute del 250 per cento.