La procura generale della Libia ha emesso un mandato di comparizione per Najim Osama Almasri

In Libia la procura generale dello stato internazionalmente riconosciuto ha emesso un ordine di comparizione per Najim Osama Almasri, l’ex capo della cosiddetta polizia giudiziaria del paese. È l’uomo che lo scorso gennaio il governo italiano fece rilasciare nonostante un mandato d’arresto della Corte penale internazionale (CPI), probabilmente per proteggere i rapporti dell’Italia con il governo e le milizie libiche. L’ordine di comparizione riguarda appunto le accuse della CPI, che ha indagato Almasri per gravi crimini di guerra e contro l’umanità.
Almasri fa parte di una delle potenti milizie che di fatto controllano la Libia dall’inizio della guerra civile nel paese, nel 2011. Per questo da anni aveva incarichi molto rilevanti nella polizia giudiziaria del governo che controlla la capitale Tripoli. A maggio però la sua posizione in Libia è cambiata per via degli scontri tra milizie seguiti all’uccisione di uno dei più potenti rivali del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, il capo del governo internazionalmente riconosciuto. Anche Almasri appartiene alla fazione opposta a quella di Dbeibah, che quindi ne aveva approfittato per provare a eliminare anche lui: è per questo che il governo libico aveva accettato di riconoscere la giurisdizione della Corte penale internazionale. E che ora ha fatto emettere l’ordine di comparizione per Almasri, che potrebbe portare alla sua consegna alla Corte.
La decisione mette in una posizione difficile il governo italiano, che aveva liberato Almasri con un aereo di Stato contravvenendo alle richieste della CPI, e poi non aveva saputo bene giustificare questa scelta (nel tempo ha cambiato più volte versione su come sono andate le cose).
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