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  • Martedì 8 luglio 2025

Il Giro d’Italia femminile sta ancora cercando sé stesso

Negli ultimi anni ha provato spesso a rinnovarsi ma ha perso rilevanza: sta per cambiare di nuovo, sperando sia la volta buona

Il Giro d'Italia Women nel 2024 (Luc Claessen/Getty Images)
Il Giro d'Italia Women nel 2024 (Luc Claessen/Getty Images)
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A parte qualche eccezione, il calendario del ciclismo su strada femminile tende a replicare quello maschile. Le corse più importanti sono le stesse, con gli stessi nomi, e a volte si svolgono persino nello stesso giorno. Quasi ogni importante corsa maschile ha quindi il suo equivalente femminile, seppur arrivato con decenni di ritardo. Succede così anche per il Giro d’Italia, che si sta correndo in questi giorni e la cui versione femminile – arrivata 79 anni dopo quella maschile – esiste dal 1988. Prima che nel 2022 il Tour de France rilanciasse la sua versione femminile, oggi molto seguita e rilevante, il Giro è stato addirittura la più importante corsa a tappe del calendario femminile.

Dal 1988 a oggi il Giro d’Italia femminile è stato molte cose: una gara piccola e con pochi fondi, di cui per certe edizioni si fatica persino a ricostruire gli ordini d’arrivo. Poi, per diversi anni, la più importante corsa a tappe del calendario femminile. E infine, in questi ultimi anni, una corsa di cui la rivista di settore Cycling Weekly ha scritto che «nonostante potesse godere di un vantaggio lungo diversi anni, già sembra una corsa più piccola rispetto al Tour femminile».

Il Giro d’Italia femminile si trova insomma in una situazione peculiare: fino a qualche anno fa, quando il ciclismo femminile ancora faticava ad attrarre sponsor e attenzioni, era l’evento centrale del calendario. Ora che il ciclismo femminile sta attirando sempre più risorse e visibilità, si trova in secondo piano rispetto al Tour femminile (che inizierà a fine luglio).

Il Giro d’Italia femminile ha poi un altro grande problema: si svolge negli stessi giorni del Tour de France maschile, che è partito il 5 luglio ed è per distacco l’evento più centrale del ciclismo su strada. Se può essere bastato sfogliare distrattamente un giornale o intercettare un notiziario sportivo per accorgersi che è iniziato il Tour, lo stesso non si può dire per il Giro femminile, che è partito il 6 luglio da Bergamo e finirà il 13 luglio a Imola.

Alla confusione in merito al Giro d’Italia femminile potrebbe anche aver contribuito il fatto che negli ultimi decenni l’evento ha cambiato più volte sia nome che società organizzatrice. Tra il 1988 e il 2008 si chiamava “Giro d’Italia Femminile”. Tra il 2009 e il 2023 i nomi sono stati “Giro Donne”, “Giro d’Italia Internazionale Femminile” e “Giro d’Italia Donne”. Per qualche anno si è anche chiamato “Giro Rosa”, dove rosa era sia un richiamo alla maglia indossata da chi si trova al primo posto in classifica generale sia un riferimento al “rosa” come colore associato alla femminilità.

Dal 2024, anno in cui la gestione dell’evento è di RCS Sport (che organizza anche il Giro maschile), il nome ufficiale, anche nelle comunicazioni in italiano, è diventato “Giro d’Italia Women”. Oltre a questo rebranding dell’evento, RCS Sport, che si occuperà del Giro femminile almeno fino al 2027, ne ha anche aumentato la qualità organizzativa e la copertura televisiva, che negli anni della precedente gestione era stata spesso complicata.

Non era solo una questione di dirette televisive: nel 2023 c’erano per esempio stati problemi legati al fatto che fino a poco prima dell’evento nessuno – nemmeno le atlete – avesse ricevuto informazioni chiare sul percorso. È anche per questo che nel 2021 il Giro femminile subì un declassamento nel ranking con cui l’UCI, l’organizzazione ciclistica internazionale, classificava le sue corse.

Fatta eccezione per il 1991 e il 1992, quando la corsa non fu organizzata, l’evento è sempre stato una corsa di una decina di tappe (9 nel 1988 e 15 nel 2000, quando raggiunse la sua lunghezza massima) organizzata tra fine di giugno e inizio luglio (mentre invece maggio è storicamente il mese del Giro maschile), con tappe lunghe in media meno di 100 chilometri.

Nonostante la presenza della maglia rosa già dal 1988, il Giro femminile nacque come qualcosa di diverso e separato da quello maschile, che fin dalla sua nascita è legato alla Gazzetta dello Sport. Come raccontato da Tuttobiciweb il Giro femminile fu all’inizio l’estensione di una «quattro giorni di gare a punteggio in Emilia-Romagna» e nonostante avesse «gravi problemi economici» negli anni trovò comunque una certa continuità. Il Giro femminile è la più antica tra le corse a tappe femminili tra quelle che ancora si svolgono e, come ricordato nel 2023 da GCN, «nel suo albo d’oro ci sono quasi tutti i più grandi nomi di questo sport».

Elisa Longo Borghini in maglia rosa nel 2024 (Luc Claessen/Getty Images)

Tutto questo nonostante una ormai storica sovrapposizione con il Tour maschile, che finisce spesso per catalizzare l’attenzione dei media. Per il ciclismo, ha scritto Adam Becket su Cycling Weekly, «il Tour è un grande buco nero che risucchia tutto quel che lo circonda, Giro compreso».

Come sintetizzato da Becket, è successo perché si riteneva che mettere il Giro femminile negli stessi giorni del Tour maschile potesse permettergli di far parte di una sorta di “pacchetto” di contenuti dedicati al ciclismo, magari andando a intercettare spettatori che accendevano la televisione per il Tour ma guardavano volentieri anche il Giro femminile. A questo si aggiungevano inoltre questioni più pratiche legate ai pochi spazi del calendario femminile.

È comunque un problema che dall’anno prossimo non si presenterà più. Per decisione dell’UCI dal 2026 il Giro d’Italia Women sarà spostato a inizio giugno: inizierà mentre il Giro maschile starà finendo, con l’obiettivo di sfruttarne la scia mediatica, senza che ci sia però una completa sovrapposizione tra le due corse (o con altre importanti corse straniere).

Un’altra conseguenza sarà che il Giro d’Italia Women si allontanerà di alcune settimane dal Tour de France Femmes, che sarà ad agosto, a sua volta in concomitanza con la fine del Tour de France maschile. Ci sarà quindi maggiore spazio tra le due corse (quest’anno il Tour femminile inizierà infatti il 26 luglio, due settimane dopo la fine del Giro femminile).

Quest’anno, intanto, il Giro d’Italia Women ha già avuto una tappa a cronometro vinta dalla svizzera Marlen Reusser e il suo primo arrivo in salita, lunedì ad Aprica (con vittoria di tappa della britannica Anna Henderson). Le restanti tappe, in programma da martedì a domenica, partono in tarda mattinata e arrivano nel primo pomeriggio (un paio d’ore prima degli arrivi del Tour). Sono trasmesse sia da Eurosport che dalla Rai. Tra le favorite per la vittoria ci sono Reusser, l’italiana Elisa Longo Borghini (che nel 2024 indossò la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa), l’olandese Anna van der Breggen e la belga Lotte Kopecky (compagne di squadra nel Team SD Worx-Protime).