Trump ha detto di aver raggiunto un accordo con il Vietnam sui dazi: è il secondo dopo quello col Regno Unito

(AP Photo/Michael Probst)
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di aver raggiunto un accordo con il Vietnam sui dazi che dovrebbero entrare in vigore il 9 luglio: per quel giorno è prevista la scadenza per il raggiungimento degli accordi anche con altre decine di paesi, a cui ad aprile Trump aveva promesso grossi dazi (quelli delle tabelle, che lui chiama impropriamente “reciproci”, introdottisospesi e rimandati più volte in attesa di accordi).

L’intesa, di cui ancora non c’è un testo ufficiale, è stata confermata anche dal governo vietnamita. Trump ha detto che è stato concordato un dazio del 20 per cento sulle merci vietnamite importate negli Stati Uniti, che salirà al 40 per cento su tutte quelle merci che la dogana riterrà che provengano da altrove: in teoria per evitare che tutti i paesi asiatici che saranno sottoposti a un dazio più alto facciano passare dal Vietnam le merci per pagare meno. Inizialmente i dazi promessi erano del 46 per cento, più il 10 per cento a cui sono sottoposti di base tutti i paesi. Trump ha aggiunto che il Vietnam ha accettato di eliminare tutte le restrizioni sulle importazioni statunitensi.

Dopo che il 9 aprile Trump aveva sospeso i grandi dazi annunciati, la sua amministrazione aveva promesso “90 accordi commerciali con 90 paesi diversi in 90 giorni”, con scadenza il 9 luglio. Per ora di accordo ne era stato concluso solo un altro, col Regno Unito. Peraltro un’intesa politica più che un vero accordo commerciale, per cui solitamente servono molti anni, negoziati e compromessi. Trump aveva detto di averne raggiunto anche uno con la Cina, ma è un’intesa provvisoria per sospendere alcune restrizioni, e non definitiva. Non ne è stato trovato ancora uno con i paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, a cui il presidente statunitense ha minacciato dazi del 20 per cento, più il 10 per cento di base.

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