Perché col caldo ci sono più blackout
L'uso intensivo dei condizionatori e le temperature dell'asfalto surriscaldano i cavi elettrici, che quindi possono guastarsi

Il mese di luglio è iniziato con degli ampi blackout in due grandi città italiane oltre che in centri più piccoli. A Firenze una parte del centro della città è rimasta senza corrente per molte ore del pomeriggio di martedì, e a Bergamo i guasti sono stati risolti solo in tarda serata in alcune zone. Il problema non è nuovo, ogni anno d’estate si ripresenta: è dovuto a guasti ai cavi e ai giunti interrati delle reti elettriche di media e bassa tensione, cioè delle reti urbane, causati dal caldo.
Più concretamente quello che succede è che le reti elettriche sono sottoposte a temperature più alte del normale per due ragioni concomitanti. La prima è l’aumento della domanda di energia elettrica per l’uso intensivo dei condizionatori: più corrente elettrica passa per un cavo, più questo si scalda. La seconda è che se fa molto caldo, anche l’asfalto è parecchio caldo e quindi i cavi sotto le strade non riescono a disperdere il calore generato dalla corrente che li attraversa, specialmente durante un’ondata di calore.
Se un cavo si riscalda oltre una certa soglia, lo strato che lo avvolge perde le proprie qualità isolanti e a quel punto si verifica un guasto: quando succede l’unico modo per rimediare è sostituire il cavo interessato, intervento che richiede tendenzialmente almeno un’ora e mezza di lavoro da parte delle società che gestiscono le reti elettriche. A volte sono operazioni complicate dalla difficoltà di individuare il punto preciso in cui è avvenuto il guasto, anche facendo scavi nell’asfalto, o dalla presenza di automobili parcheggiate nei posti sbagliati, che devono essere rimosse.
Nelle situazioni di emergenza le società che si occupano della gestione e della manutenzione della rete elettrica possono posare cavi sostitutivi in superficie (è successo ieri a Bergamo, per esempio), ma è una soluzione temporanea.
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Alberto Berizzi, professore di Sistemi elettrici per l’energia al Politecnico di Milano, ha spiegato alla Stampa che per risolvere il problema dei guasti dovuti al caldo sul lungo periodo le società che gestiscono le reti elettriche delle città dovrebbero sostituire i cavi più vecchi con cavi di maggiori dimensioni perché il calore generato a parità di corrente è più basso. Però non si tratta di interventi facili da effettuare tutti insieme e su larga scala, perché ci sono milioni di chilometri di cavi e i costi della manutenzione sono pagati dai consumatori con le bollette.
Un’altra soluzione temporanea consiste nell’uso di piccoli generatori che possano servire molte utenze: a Torino, un’altra città dove ultimamente ci sono stati frequenti blackout, ne sono stati attrezzati tre in diverse piazze del centro.
Quando c’è un blackout il lavoro negli uffici, nei negozi e nelle altre attività commerciali non può proseguire, i frigoriferi e i congelatori possono continuare a conservare alimenti solo per un breve periodo, gli ascensori si possono bloccare con persone al loro interno e i semafori restano spenti, con tutti i disagi che ne conseguono.
I blackout solitamente avvengono di pomeriggio perché nelle ore più calde della giornata aumenta l’uso dei condizionatori e l’asfalto raggiunge temperature maggiori. Non è detto però che il danno ai materiali isolanti sia immediato, e quindi il blackout si può verificare anche di sera, quando la richiesta di energia elettrica sta calando.
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