Torino è alle prese con continui blackout

Dallo scorso fine settimana, più volte al giorno: c'entra il caldo

La Mole Sntonelliana spenta nel 2022
La Mole Antonelliana spenta nel 2022 (ANSA/JESSICA PASQUALON)
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La scorsa domenica in molte zone di Torino, compreso il centro, è mancata l’energia elettrica per circa 10 ore con notevoli disagi per abitanti e commercianti: diverse persone sono rimaste bloccate in ascensore, i commercianti non hanno potuto alzare le saracinesche, molti ristoratori sono stati costretti ad annullare le prenotazioni e smaltire tutto il cibo stoccato nei congelatori. Non è stato un caso isolato: già nei giorni precedenti c’erano stati dei guasti e nell’ultima settimana ne sono stati segnalati molti altri, al punto che le associazioni dei consumatori stanno valutando l’avvio di una class action, cioè una causa collettiva.

Le prime interruzioni risalgono a mercoledì 11 giugno, limitate a pochi minuti e solo ad alcune zone della città. Sabato i guasti sono aumentati, mentre nella notte tra sabato e domenica nel blackout sono state coinvolte circa 200mila persone: nei casi più gravi l’interruzione dell’energia elettrica è stata di 10 ore. Molti negozi sono rimasti chiusi, ma hanno avuto problemi anche i musei e la metropolitana, fermata tre volte. L’illuminazione pubblica è rimasta spenta così come molti semafori. In alcuni palazzi dove vengono ancora usate le autoclavi è mancata anche l’acqua.

Iren, la società che gestisce la distribuzione dell’energia elettrica a Torino, ha spiegato che le cause principali sono due: la prima, la più scontata, è che nello scorso fine settimana moltissime persone hanno acceso i condizionatori per via del caldo, con una maggiore richiesta di energia elettrica; la seconda riguarda sempre le temperature, perché quando fa caldo i cavi e i giunti della rete fanno più fatica a raffreddarsi e aumenta il rischio di guasti.

Già lunedì scorso il sindaco Stefano Lo Russo aveva convocato la dirigenza di Iren per chiedere conto dei guasti e capire cosa non avesse funzionato, soprattutto capire quali investimenti fossero stati fatti sulla manutenzione della rete. «Non c’è nulla di imprevisto dietro al blackout», ha avvertito Lo Russo. «Se basta che la temperatura superi i 35 gradi e i giunti si fondono, vuol dire che c’è un problema. Per questo motivo, pretendo di appurare senza sconti le responsabilità dei manager».

Iren da parte sua ha spiegato che negli ultimi giorni i guasti sono calati e ha assicurato di aver attivato una squadra di emergenza formata da 130 operai e tecnici. In tre piazze – piazza Carlo Alberto, piazza Solferino e piazza Carlo Emanuele II – sono stati posizionati tre generatori di emergenza mobili che possono essere attivati in caso di bisogno. Il personale del call center è stato raddoppiato.

Nel frattempo alcuni commercianti hanno avviato una raccolta firme per chiedere un rimborso dei danni, un ristorante ha inviato al comune una diffida per chiedere 15mila euro dopo aver perso 130 coperti e buttato quasi 100 chili di carne, mentre l’associazione dei consumatori Codacons ha diffuso un modulo per chiedere a Iren un indennizzo.