Il commissario straordinario per Caivano ha molti dubbi sul “modello Caivano”
Fabio Ciciliano ha sconfessato più di un anno e mezzo di retorica del governo Meloni sulla riqualificazione dei posti ritenuti degradati

Martedì in un’audizione in parlamento il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano ha fatto alcune considerazioni sul cosiddetto “modello Caivano” decisamente in contrasto con la retorica del governo di Giorgia Meloni su questo tema: la sua è una presa di posizione notevole perché Ciciliano è il commissario straordinario scelto proprio dal governo e proprio per fare interventi di riqualificazione nel comune di Caivano, ed è anche incaricato di esportare quello che il governo definisce “modello Caivano” in altri posti d’Italia ritenuti «ad alta vulnerabilità». Il suo discorso è avvenuto di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie.
Ciciliano ha detto che «spesso si parla di modello Caivano in maniera molto incongrua perché di modello non c’è nulla», e che al massimo le esperienze maturate a Caivano hanno permesso di elaborare un certo approccio. Ha insistito sul fatto che le cosiddette “periferie” (intese sia come quelle delle città, sia in un senso più ampio e figurato) sono estremamente diverse l’una dall’altra, e pertanto «è di tutta evidenza che un copia incolla non è assolutamente proponibile, né sarebbe stata una strategia vincente».
Il governo invece ha puntato molto sull’esportazione del “modello Caivano”, che prevede in sostanza lo stanziamento di diversi milioni di euro e l’istituzione di una struttura commissariale per promuovere la riqualificazione di un posto ritenuto degradato. Caivano è il comune in provincia di Napoli di cui nel 2023 si iniziò a parlare come di un’emergenza dopo un caso di ripetuti stupri di gruppo ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni, per i quali sono stati condannati alcuni minorenni e due maggiorenni. Allora il governo inviò centinaia di carabinieri, finanzieri, militari e poliziotti a presidiare il Parco Verde, un quartiere di case popolari considerato la principale piazza di spaccio in Campania. Il Consiglio dei ministri sciolse il comune per mafia e approvò un decreto che introdusse diverse nuove misure per contrastare la criminalità minorile (noto appunto come “decreto Caivano”).
Per la riqualificazione di Caivano venne approvato un piano di investimenti da quasi 56 milioni di euro, e venne nominato Ciciliano commissario straordinario. Da allora diversi ministri del governo Meloni sono stati in visita a Caivano, e ripetutamente anche la presidente del Consiglio parla appunto del “modello Caivano”, che finora però ha dimostrato di avere diversi limiti anche per la stessa Caivano.
Ciciliano è sembrato mettere in dubbio anche lo stesso incarico che ha dall’ottobre del 2023 come commissario straordinario per Caivano, quando ha detto che «non è che con la presenza di un commissario si trasformano anni di devastazione sociale in un paradiso terrestre».
Alla fine del 2024 il Consiglio dei ministri aveva stanziato 180 milioni di euro (con il cosiddetto “decreto Caivano bis”, convertito in legge lo scorso febbraio) per replicare il “modello Caivano” in altri otto posti ritenuti difficili: Rozzano in provincia di Milano, il Quarticciolo a Roma, Scampia e Secondigliano a Napoli, Orta Nova a Foggia, San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria, San Cristoforo a Catania e Borgo Nuovo a Palermo. Anche in questo caso il commissario che segue gli interventi è appunto Ciciliano.
Il “modello Caivano” è stato più volte contestato dalle associazioni che operano in queste periferie, soprattutto per via dell’assenza di un dialogo con il governo e di decisioni calate dall’alto, ma anche perché di fatto promuove l’idea che sia possibile replicare l’esperienza di Caivano in contesti diversissimi, come peraltro ha sottolineato martedì lo stesso Ciciliano, smentendo un po’ questa idea. Ciciliano ha parlato delle periferie dicendo proprio che sono «diverse, le realtà territoriali sono diverse, le caratteristiche demografiche sono diverse».
Il deputato del Movimento 5 Stelle, Pasqualino Penza, ha detto che il M5S ha «preso atto con soddisfazione» delle parole di Ciciliano, aggiungendo che a Caivano «non è in corso una vera riqualificazione, ma un’operazione parziale». Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi invece i decreti Caivano e Caivano bis «rappresentano misure operative che testimoniano la volontà di affrontare in modo strutturale il disagio e la criminalità in aree troppo a lungo trascurate».
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