• Mondo
  • Domenica 15 giugno 2025

Le città spagnole contro il turismo di massa

Ci sono state proteste a Granada, San Sebastián, Palma di Maiorca e soprattutto a Barcellona, dove tutti chiedono le stesse cose

La protesta a Barcellona, domenica 15 giugno (AP Photo/Pau Venteo)
La protesta a Barcellona, domenica 15 giugno (AP Photo/Pau Venteo)
Caricamento player

Domenica ci sono state proteste contro il turismo di massa in una quindicina di città europee, in particolare in Spagna. Le manifestazioni sono state indette da decine di organizzazioni sindacali e movimenti locali contrari a un modello economico che, a loro dire, dà la priorità ai turisti anziché ai residenti: hanno partecipato in totale alcune migliaia di persone e sono state largamente pacifiche.

Le proteste sono state a Granada, in Andalusia, e a San Sebastián (Donostia), nei Paesi Baschi, ma anche a Palma di Maiorca, nell’arcipelago delle Baleari, e soprattutto a Barcellona, una delle città dove le conseguenze del sovraffollamento turistico sono più evidenti da più tempo. Altre mobilitazioni più piccole erano in programma per esempio a Lisbona e a Marsiglia.

Anche quest’anno la protesta a Barcellona è stata guidata dall’Assemblea de Barris pel Decreixement Turístic (Assemblea dei quartieri per la decrescita turistica), che nel luglio dell’anno scorso aveva organizzato la prima, grande manifestazione sul tema, con 3mila partecipanti secondo la polizia, e 20mila secondo gli organizzatori. Domenica secondo il Comune i partecipanti invece sono stati circa 600: i manifestanti hanno chiesto che l’amministrazione locale prenda provvedimenti affinché i residenti possano trovare casa a prezzi accessibili; hanno poi criticato i sussidi al settore turistico e chiesto condizioni migliori per le persone che ci lavorano.

Barcellona ha circa 1,7 milioni di abitanti e l’anno scorso, per dare l’idea, è stata visitata da 15,5 milioni di turisti. Una delle organizzatrici ha spiegato che le proteste non sono contro i turisti in sé, ma contro la classe politica, che a detta dei manifestanti non fa niente per gestire il problema.

Durante il corteo di domenica i partecipanti hanno gridato cori come “tourists go home” (turisti, andate a casa) e hanno spruzzato acqua contro alcuni visitatori con delle pistole d’acqua, diventate un po’ il simbolo delle proteste contro il turismo di massa in città. Ci sono state piccole tensioni quando alcuni di loro hanno lanciato dei petardi davanti a un ostello e spruzzato acqua contro due dipendenti, per il resto è filato tutto liscio.

Una manifestante con una pistola ad acqua a Barcellona, 15 giugno (AP Photo/Pau Venteo)

A Granada secondo gli organizzatori i partecipanti erano circa 350, mentre a Palma di Maiorca un centinaio: oltre agli attivisti di movimenti ecologisti come Fridays for Future, hanno partecipato associazioni locali come Palma XXI e Banc de Temps de Sencelles, che avevano organizzato la prima grande protesta contro il turismo di massa a Palma, nel maggio del 2024. In generale si protestava contro l’aumento dei prezzi, contro lo sfruttamento del territorio e contro le conseguenze ambientali causate dal gran numero di voli e navi da crociera che raggiungono le città soprattutto in estate.

I manifestanti a San Sebastián invece sono stati circa 500. Il corteo è stato organizzato da una cinquantina fra sindacati e associazioni locali che lamentavano di come il problema non fosse nuovo, ma semplicemente non gestito. Gli organizzatori hanno chiesto all’amministrazione locale di avviare una transizione verso un modello che metta «al centro gli abitanti della città, e non l’industria turistica».

– Leggi anche: Bergamo deve capire cosa fare di tutti questi turisti