Cosa c’è nell’inchiesta sulla sindaca di Prato Ilaria Bugetti
Secondo l’accusa avrebbe ottenuto voti e soldi in cambio di favori a un imprenditore del settore tessile con incarichi in Confindustria

I magistrati che hanno chiesto gli arresti domiciliari nei confronti della sindaca di Prato Ilaria Bugetti sostengono che negli ultimi anni abbia ricevuto soldi e voti in cambio di favori garantiti a Riccardo Matteini Bresci, imprenditore del tessile già amministratore del Gruppo Colle e con incarichi in Confindustria.
Nella richiesta di misura cautelare i magistrati definiscono Bugetti «un pubblico ufficiale compromesso e ricattabile» fin da quando era sindaca di Cantagallo, un comune della provincia dove ha sede il Gruppo Colle. Negli anni successivi Bugetti, esponente del Partito Democratico, fu eletta per due volte nel consiglio regionale della Toscana e lo scorso anno ha vinto le elezioni comunali a Prato, sostenuta dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle.
Secondo l’accusa, Bugetti si sarebbe spesa in più occasioni per aiutare Matteini Bresci con cui aveva un rapporto professionale molto stretto. In particolare sarebbe intervenuta per risolvere alcuni problemi legati alla depurazione delle acque del Gruppo Colle, garantendo risparmi all’azienda. Durante la campagna elettorale dello scorso anno, dicono i magistrati, Bugetti sarebbe intervenuta per sollecitare tariffe più basse per i servizi di depurazione e per avviare il progetto di una rete fognaria industriale senza la quale l’azienda amministrata da Matteini Bresci avrebbe dovuto costruire in autonomia un costoso impianto di depurazione.
Alcune accuse riguardano anche il periodo in cui era in consiglio regionale: la procura sostiene che Bugetti abbia fatto da tramite con gli uffici regionali per correggere un decreto che fissava i limiti di prelievo dell’acqua per alimentare una centrale idroelettrica della Hydro Green Energy, società di cui era vicepresidente Matteini Bresci. Sempre durante il mandato da consigliera regionale, Bugetti avrebbe chiesto agli uffici regionali di alzare i limiti previsti per lo scarico delle acque reflue industriali nella rete fognaria.
Cosa avrebbe ricevuto in cambio la sindaca? L’accusa sostiene che nel 2016 Bugetti sia stata assunta da Techne Broker srl, azienda controllata da una società a sua volta partecipata da altre due società riconducibili a Matteini Bresci. Il contratto, concluso nel 2024, avrebbe garantito a Bugetti circa 48mila euro senza fare sostanzialmente nessun lavoro. Bugetti avrebbe inoltre omesso di dichiarare l’incarico agli uffici amministrativi della regione Toscana. Matteini Bresci avrebbe poi contribuito a finanziare la campagna elettorale di Bugetti con 27mila euro, una parte consistente dei 133mila raccolti dall’allora candidata del centrosinistra.
In alcune intercettazioni Matteini Bresci si sarebbe vantato di aver portato 4mila voti a Bugetti durante la campagna elettorale del 2020 per le elezioni regionali. I voti sarebbero stati garantiti soprattutto grazie alla rete di influenze legate a una loggia massonica locale, di cui Matteini Bresci faceva parte.
Al termine degli interrogatori in programma giovedì il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se assecondare la richiesta di misura cautelare fatta dalla procura. Venerdì, al termine delle perquisizioni, Bugetti ha detto di avere sempre agito correttamente.