Gli UFO inventati dal Pentagono
Un'inchiesta del WSJ conferma che furono diffuse notizie false su fantomatiche tecnologie aliene per coprire sperimentazioni militari

Il Wall Street Journal ha pubblicato la prima parte di una lunga inchiesta che racconta come nel corso di decenni parti del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti abbiano fatto disinformazione sugli oggetti volanti non identificati (UFO), allo scopo di distogliere l’attenzione da progetti segreti legati allo sviluppo di nuove tecnologie militari statunitensi o per verificare l’affidabilità del personale del dipartimento stesso. Alcune di quelle false notizie avrebbero contribuito alla diffusione di miti e teorie del complotto sugli avvistamenti degli UFO e sulla presunta esistenza di tecnologie aliene nei cieli terrestri, che proseguono da decenni.
L’inchiesta giornalistica è basata su decine di interviste con funzionari del governo degli Stati Uniti, scienziati e società che avevano appalti con l’esercito statunitense, oltre a migliaia di pagine di documenti, tra email, rapporti, registrazioni e messaggi di testo. Buona parte di questo materiale era stata utilizzata dall’AARO (All-domain Anomaly Resolution Office), un ufficio avviato dal Pentagono nel 2022 proprio per indagare la storia delle segnalazioni sugli UFO e per scoprire eventuali minacce per la sicurezza nazionale e per quella del volo, sia in ambito militare sia civile.
Dalla sua istituzione, l’AARO ha ricevuto grandi attenzioni soprattutto per la possibilità dei suoi funzionari di consultare materiale rimasto a lungo riservato, e che avrebbe potuto contenere maggiori dettagli sulle centinaia di avvistamenti segnalati da piloti di aerei militari o semplici civili, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Il lavoro dell’AARO ha permesso di spiegare la maggior parte degli avvistamenti senza scomodare tecnologie aliene, ma con la presenza di palloni aerostatici, uccelli e in tempi più recenti di droni o di particolari effetti ottici, causati per esempio dai riflessi prodotti dai satelliti in orbita bassa di Starlink. Alcuni avvistamenti non hanno invece ricevuto ancora spiegazioni convincenti, anche se si sospetta che si potesse trattare di aerei sperimentali per scopi militari e di spionaggio sviluppati da altri paesi come la Cina.
Per le notizie di avvistamenti più datate e quelle su presunti piani del Pentagono per sfruttare tecnologie aliene – come teorizzato da una ricca schiera di complottisti negli anni – l’AARO ha studiato documenti risalenti ai primi anni del secondo dopoguerra, notando come in molti casi le notizie vaghe e confuse fossero state messe in circolazione proprio dai membri del Pentagono. Stava del resto iniziando la Guerra Fredda e si pensava che la confusione nelle informazioni riducesse le probabilità per l’Unione Sovietica di scoprire i progetti per la sperimentazione di nuove armi.
Secondo l’inchiesta del WSJ, le cose sfuggirono evidentemente di mano con una «ossessione per la segretezza che virò al limite della farsa». A diversi membri dell’esercito fu per esempio raccontato dell’esistenza di un progetto segreto legato agli alieni di cui non avrebbero dovuto parlare con nessuno, nemmeno con i loro più stretti familiari. La prassi prevedeva di mostrare una fotografia di un oggetto in aria che sembrava un disco volante, accompagnata da una spiegazione su un particolare dispositivo “antigravità” che gli avrebbe permesso di effettuare manovre altrimenti impossibili. La spiegazione proseguiva dicendo che lo scopo di quell’iniziativa era capire come funzionasse quella tecnologia aliena, per poterla inserire nei sistemi dell’esercito degli Stati Uniti.
False informazioni di questo tipo venivano messe in circolazione all’interno degli ambienti militari per creare confusione intorno ad alcuni dei progetti più importanti, come per esempio lo sviluppo degli F-117, gli aerei da attacco al suolo che anche grazie alla loro particolare forma squadrata potevano rendersi pressoché invisibili ai radar. L’idea era che in questo modo si potessero ridurre i rischi di perdite di informazioni riservate verso l’Unione Sovietica o i governi di altri paesi, ma evidentemente mettere in circolazione certe voci ebbe un effetto sul dibattito e sul confronto spesso acceso intorno agli UFO.

Un F-117 in volo (Jerod Harris/Getty Images)
Il WSJ cita il caso di Robert Salas, un uomo che ora ha 84 anni e che nel 1967 lavorava in uno dei centri di lancio dei missili nucleari degli Stati Uniti nel Montana. Una sera ricevette una comunicazione dalla sua stazione di guardia di riferimento: nelle vicinanze del centro di lancio c’era un alone luminoso arancione mai visto prima. Pochi istanti dopo, Salas notò che i sistemi di controllo di tutti e dieci i missili nucleari che doveva gestire erano fuori uso.
La cosa finì lì, ma alcune settimane dopo Salas fu convocato dai propri superiori e gli fu ordinato di non parlare mai di quanto aveva visto quella sera e non gli fu data nessuna spiegazione sull’accaduto. Nei decenni successivi, Salas elaborò insieme ad alcuni colleghi strane teorie sul fatto che in quella sera del 1967 fossero intervenuti gli alieni da un’altra galassia per evitare che iniziasse una guerra nucleare sulla Terra, che il governo statunitense aveva intenzione di portare avanti. Queste speculazioni sarebbero diventate l’oggetto di libri, documentari e teorie del complotto più o meno creative sull’esistenza di tecnologie aliene sul nostro pianeta, ancora oggi discusse e condivise.
Dal lavoro dell’AARO è invece emerso che quello strano bagliore arancione fu prodotto da un dispositivo che stava sperimentando lo stesso esercito degli Stati Uniti. Serviva a simulare un’intensa onda elettromagnetica, come quella che si sarebbe sviluppata nel caso di un attacco nucleare contro il centro di lancio, per capire se i sistemi della base fossero schermati a sufficienza per continuare a funzionare e rispondere all’attacco. Avendo riscontrato che questo non era il caso, il Pentagono non aveva interesse a far circolare la notizia e per questo ordinò la massima segretezza a Salas e ai suoi colleghi, senza fornire alcun tipo di informazione.
Secondo il WSJ «nascondere la verità a uomini come Salas e i deliberati sforzi per indirizzare verso l’opinione pubblica informazioni false scatenarono all’interno degli stessi ambienti del Pentagono una forza pericolosa, che sarebbe diventata pressoché inarrestabile con il passare dei decenni. La mitologia paranoica che l’esercito statunitense ha contribuito a diffondere ora fa presa su un numero crescente di alti funzionari al suo interno».
In linea generale, con “oggetto volante non identificato” viene indicato qualsiasi fenomeno osservato nel cielo che non può essere spiegato, per esempio a causa del modo in cui viaggia un oggetto o per via della sua forma. Se analisi e approfondimenti permettono di spiegare che cosa si è osservato, l’UFO smette di essere tale e assume altre definizioni. Si può quindi affermare che gli UFO esistono senza implicare che esistano gli alieni e che quegli oggetti non identificati siano frutto delle loro tecnologie. Nonostante ciò, ormai da molto tempo “UFO” è diventato per molti un sinonimo per indicare le astronavi aliene. Intorno a queste convinzioni sono nate organizzazioni, talvolta perfino culti, che indicano gli avvistamenti UFO come una prova dell’esistenza di forme di vita aliene e della loro presenza sulla Terra.
Le scoperte dell’AARO non sono contenute nel suo rapporto più recente, risalente allo scorso anno, sull’analisi dei “fenomeni aerei non identificati” (UAP, come vengono chiamati ufficialmente ora gli UFO), secondo il WSJ perché sarebbero state causa di notevoli imbarazzi soprattutto per l’Aeronautica militare degli Stati Uniti. Il dipartimento della Difesa ha comunque confermato gli esiti del lavoro dell’AARO sulle notizie false e ha detto di avere avviato ulteriori approfondimenti per comprendere se la disinformazione fosse organizzata su larga scala o fosse frutto di iniziative di singoli militari. Alla conclusione delle indagini sarà pubblicato un nuovo rapporto.