• Konrad
  • Mercoledì 11 giugno 2025

Gli Spartani, partito di estrema destra appoggiato da Alba Dorata, sono rimasti in due

È il numero dei deputati del loro gruppo parlamentare dopo grosse divisioni interne e una sentenza di un tribunale greco

Il leader degli Spartani, Vasilis Stigkas, parla in parlamento, nel luglio del 2023
Il leader degli Spartani, Vasilis Stigkas, parla in parlamento, nel luglio del 2023 (AP Photo/Yorgos Karahalis)
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La Corte suprema speciale greca ha deposto tre deputati del partito di estrema destra degli Spartani (Spartiátes) per frode elettorale. La Corte, che ha compiti simili a quelli di una Corte costituzionale, ha invalidato la loro elezione spiegando che nel 2023 il partito aveva violato la legge indicando un leader di facciata. Il vero capo, secondo la ricostruzione, era Ilias Kasidiaris, l’ex portavoce del disciolto partito neonazista Alba Dorata. Nel 2020 il tribunale di Atene aveva stabilito che Alba Dorata avesse agito come un’organizzazione criminale e Kasidiaris era stato condannato insieme ad altri dirigenti a 13 anni di carcere, che sta ancora scontando.

Alle elezioni del 2023 gli Spartani arrivarono quinti con 4,7% dei voti. Fu un buon risultato, aiutato dall’appoggio determinante di Kasidiaris.

Kasidiaris fece campagna elettorale per gli Spartani dal carcere, utilizzando i social media. Il suo contributo fu fondamentale per farli conoscere a un elettorato più ampio, visto che fino a quel momento erano privi di rappresentanza politica. Al primo turno delle elezioni parlamentari in Grecia, gli Spartani non si presentarono. Lo fecero però al secondo, eleggendo poi 12 deputati (nel 2023 in Grecia si votò due volte a distanza di un mese, in virtù di una nuova legge elettorale: il secondo turno fu in sostanza una ripetizione del primo, con però un bonus di seggi per il partito che arriva primo e l’assegnazione dei restanti su base proporzionale).

Iias Kasidiaris, ai tempi in cui era portavoce di Alba Dorata

Ilias Kasidiaris, ai tempi in cui era portavoce di Alba Dorata (AP Photo/Petros Giannakouris)

Le frizioni interne e i problemi legali iniziarono dopo le elezioni.

Il leader formale del partito, Vasilis Stigkas (uno dei tre che hanno perso il seggio), espulse diversi deputati, citando in alcuni casi ragioni di assenteismo e in altri per l’appoggio che alcuni deputati avevano garantito contro la sua volontà a Kasidiaris dopo che si era candidato sindaco di Atene, benché fosse in carcere. Nonostante la legge greca permetta a Kasidiaris di candidarsi, perché garantisce alla maggior parte delle persone condannate di mantenere i propri diritti civili e politici, il problema è che nel frattempo Stigkas aveva rotto politicamente con Kasidiaris, accusandolo di usare «tattiche mafiose» per influenzare il suo partito.

Fin dall’inizio della legislatura, i problemi legali degli Spartani dipesero dalle accuse di frode elettorale, e cioè di essere stati eterodiretti da Kasidiaris. Per queste ragioni furono esclusi dalle elezioni europee del 2024 e lo scorso gennaio il parlamento greco votò a larga maggioranza per sospendergli i fondi pubblici. L’intero gruppo parlamentare, tranne Stigkas, finì a processo per frode elettorale ma la cosa a maggio si era risolta in un’assoluzione per mancanza di prove.

Come conseguenza della decadenza dei tre deputati, il parlamento unicamerale greco sarà per la prima volta di 297 seggi. Ne avrebbe in tutto 300, ma il reato di frode elettorale non prevede che i seggi vengano riassegnati. Al gruppo parlamentare degli Spartani rimangono due deputati soltanto, dopo le divisioni interne, la cacciata di alcuni parlamentari e la decadenza della carica dei tre deciso dalla Corte suprema. Degli Spartani si era parlato anche perché un loro ex deputato, Konstantinos Floros, andrà a processo per aver aggredito un suo collega in aula, peraltro sempre di estrema destra (di Soluzione Greca, Ellinikí Lýsi).

– Leggi anche: L’estrema destra è tornata forte in Grecia