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  • Martedì 10 giugno 2025

Imola senza Formula 1, di nuovo

Perché dal 2026 l'Italia tornerà a ospitare una sola gara del Mondiale, come fu tra il 2006 e il 2020

L'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola durante il Gran Premio dell'Emilia-Romagna, 18 maggio 2025 (Ryan Pierse/Getty Images)
L'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola durante il Gran Premio dell'Emilia-Romagna, 18 maggio 2025 (Ryan Pierse/Getty Images)
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Dal 2026 non ci sarà più il Gran Premio di Formula 1 dell’Emilia-Romagna, che si svolge a Imola. Non è stata una sorpresa: l’interesse crescente verso la Formula 1 (soprattutto in Asia e negli Stati Uniti) e la competizione di paesi ricchissimi che vogliono organizzare un Gran Premio ha infine spinto la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) a escludere Imola dai prossimi Mondiali.

Insieme al Gran Premio di Monza (che invece rimarrà almeno fino al 2031), il Gran Premio di Imola era una delle due gare italiane al Mondiale di Formula 1. Il circuito su cui si svolgeva – l’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” – è storico e di culto per l’automobilismo mondiale: non solo perché tra il 1981 e il 2006 ospitò il Gran Premio che all’epoca si chiamava “di San Marino”, ma anche perché proprio lì, nel 1994, morirono il pilota brasiliano e campione del mondo Ayrton Senna e l’austriaco Roland Ratzenberger.

Dopo il 2006 il circuito di Imola smise di essere utilizzato nel Mondiale di Formula 1 e tornò solo nel 2020 per sostituire alcuni Gran Premi che erano stati soppressi a causa della pandemia di Covid. Nel 2022 la sua presenza al Mondiale era stata rinnovata fino al 2025, ma si sapeva che rinnovare il contratto oltre quella data sarebbe stato difficile. Il sindaco di Imola Marco Panieri e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale hanno definito l’esclusione di Imola dal Mondiale «una notizia di cui eravamo consapevoli».

Come dicevamo, la ragione principale dell’esclusione di Imola dai prossimi Mondiali sta soprattutto nel crescente interesse mondiale per la Formula 1, che ha spostato gli interessi della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) e della stessa Formula 1 fuori dall’Europa. L’amministratore delegato di Formula 1 Stefano Domenicali ha detto chiaramente che in questi anni il calendario del Mondiale ha cercato di dare sempre più spazio all’Asia e agli Stati Uniti, dove l’interesse per la Formula 1 è aumentato anche grazie alla docuserie di Netflix Drive to Survive. Lì continueranno a svolgersi tre Gran Premi: a Miami, a Austin in Texas e a Las Vegas.

L’unico paese europeo che ospiterà due Gran Premi di Formula 1 sarà la Spagna: a giugno ci sarà il Gran Premio di Barcellona (il cui contratto, però, scade proprio nel 2026 e non è sicuro venga rinnovato), mentre a settembre ci sarà quello – appena aggiunto – di Madrid.

Sono paesi con maggiori disponibilità economiche dell’Italia: ospitare un Gran Premio infatti è molto costoso, per farlo bisogna pagare alla Formula 1 una tassa che va dai 20 ai 50 milioni di euro circa (più il contratto è lungo, più è alta la tassa).

Alcuni di questi paesi, poi, sono Stati autoritari che puntano a sfruttare il successo della Formula 1 come parte di una più ampia strategia per promuovere l’immagine del paese all’estero attraverso lo sport (una pratica definita sportswashing). Paesi come l’Arabia Saudita, il Bahrein, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e la Cina ospitano un Gran Premio da qualche anno e fino al 2021 ne aveva ospitato uno anche la Russia. Ora ci sta provando il Ruanda, un altro paese autoritario già noto per i suoi tentativi di sportswashing (soprattutto nel calcio), che punta a diventare la prima nazione africana a ospitare un Gran Premio dal 1993.

Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, che è nato a Dubai, ha sempre difeso le decisioni della FIA di far svolgere un Gran Premio in questi paesi, e ha detto anche che «quando la gente non ottiene ciò che vuole, dà sempre la colpa allo sportswashing. A me non interessa ciò che dicono, penso che stiamo facendo una cosa giusta».