La Cina ricomincerà a importare pesce dal Giappone dopo due anni

Un mercato del pesce a Iwaki, nella provincia di Fukushima, in Giappone (AP Photo/Eugene Hoshiko, File)
Un mercato del pesce a Iwaki, nella provincia di Fukushima, in Giappone (AP Photo/Eugene Hoshiko, File)

La Cina ha trovato un accordo col Giappone per riprendere le importazioni di prodotti ittici pescati nelle acque giapponesi, interrotte da due anni: aveva smesso di comprare pesce giapponese nell’agosto del 2023 in risposta alla decisione del Giappone di cominciare a disperdere nell’oceano Pacifico acqua contenente sostanze radioattive accumulata nell’ex centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente danneggiata dal terremoto dell’11 marzo del 2011 e dal conseguente tsunami.

Nel 2011 la Cina aveva deciso di bloccare le importazioni dall’area di Fukushima, come avevano fatto altri paesi. Nel 2023 però aveva ampliato il divieto a tutto il Giappone, in seguito all’inizio delle operazioni di sversamento nell’oceano Pacifico dell’acqua accumulata nell’ex centrale: lo sversamento era stato approvato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e la risposta della Cina per vari motivi sembrò motivata politicamente. Prima di allora la Cina era il principale mercato per le esportazioni giapponesi di prodotti di mare.

L’accordo è stato annunciato dal ministro dell’Agricoltura giapponese Shinjiro Koizumi, che però non ne ha diffuso i dettagli, e la Cina non ha ancora commentato. Secondo il giornale giapponese Nikkei, in cambio il Giappone dovrebbe istituire un programma di monitoraggio internazionale sulle acque di Fukushima.