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  • Martedì 4 luglio 2023

L’AIEA ha approvato il versamento nell’oceano delle acque di Fukushima

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ritiene che il piano del Giappone per smantellare la centrale nucleare sia sicuro

Alcuni dei serbatoi che contengono le acque contaminate che il governo giapponese vuole versare in mare (AP Photo/Hiro Komae)
Alcuni dei serbatoi che contengono le acque contaminate che il governo giapponese vuole versare in mare (AP Photo/Hiro Komae)

Martedì mattina l’agenzia dell’ONU per l’energia atomica (AIEA) ha approvato il piano del governo giapponese che prevede di rilasciare nell’oceano Pacifico un milione di tonnellate dell’acqua attualmente contenuta nella centrale nucleare di Fukushima e che è in parte contaminata da materiali radioattivi.

Dopo oltre dieci anni dall’incidente in cui la centrale nucleare fu gravemente danneggiata da uno tsunami, ci sono circa mille serbatoi pieni d’acqua, che è stata trattata in modo da ridurne la radioattività. L’acqua contenuta nei serbatoi della centrale è acqua dell’oceano che fu usata dopo l’incidente per raffreddare i reattori danneggiati e altamente radioattivi. Tuttora il combustibile nucleare parzialmente fuso deve essere raffreddato e per farlo periodicamente viene usata nuova acqua, che si accumula nei serbatoi.

Gran parte delle sostanze radioattive viene rimossa dall’acqua che viene messa nei serbatoi, che però continua a contenere il trizio, un isotopo dell’idrogeno che non può essere rimosso, e piccole quantità di altri materiali. La presenza di serbatoi d’acqua impedisce però lo smantellamento della struttura ed è un rischio nel caso in cui dovesse verificarsi un terremoto o un altro tsunami: è per questo motivo che il governo giapponese ha urgenza di liberarsene.

Il piano era stato presentato nel 2021, e da subito era stato molto contestato dalla popolazione locale, da gruppi ambientalisti, dai pescatori e dai paesi vicini al Giappone (in particolare Cina, Corea del Sud e il Forum delle isole del Pacifico, di cui fanno parte tra le altre Australia e Nuova Zelanda).

Il piano prevede che la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo Electric Power Company, si occupi di trattare l’acqua per pulirla dalle sostanze radioattive e di farla arrivare dalla centrale alla costa attraverso una conduttura. Sulla costa, le acque verranno diluite con acqua di mare e poi fatte passare attraverso un tunnel sottomarino fino a uno sbocco in mare aperto. Ma non saranno disperse tutte nello stesso momento: l’intero processo durerà circa quarant’anni.

L’AIEA era stata a Fukushima più volte negli ultimi anni e aveva già approvato il piano, ma a gennaio era tornata in Giappone per scrivere un rapporto ed esprimere il suo parere definitivo. Il rapporto finale con il parere positivo è stato presentato martedì mattina dal direttore generale dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi, durante un incontro con il primo ministro giapponese Fumio Kishida. L’AIEA ha detto nel rapporto che il piano del Giappone  è «coerente con gli standard di sicurezza internazionali» e che il rilascio dell’acqua contaminata avrebbe un impatto «trascurabile» sulle persone e sull’ambiente.

Per rendere operativo il piano manca ora solo l’approvazione finale della Tokyo Electric Power Company, che dovrebbe arrivare già entro la fine di questa settimana.