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  • Martedì 27 maggio 2025

È stato approvato un pezzo importante del piano di riarmo europeo

“SAFE” prevede 150 miliardi di euro in prestiti per fare investimenti nella difesa, ed è rivolto anche a paesi non membri come il Regno Unito e l'Ucraina

Volontari in addestramento con l'esercito polacco, giugno 2024
Volontari in addestramento con l'esercito polacco, giugno 2024 (AP Photo/Czarek Sokolowski, File)
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Martedì il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato formalmente il programma di investimenti militari Security Action for Europe (SAFE), che fornirà 150 miliardi di euro agli stati membri (e non solo) che presenteranno piani di spesa e investimenti nella difesa e nella sicurezza, volti anche all’acquisto di armi e munizioni.

SAFE è l’elemento per ora più concreto del piano ReArm Europe (poi rinominato Readiness 2030) presentato a marzo dalla Commissione Europea. La scorsa settimana era stato approvato dai governi degli stati membri, mentre non è passato per il Parlamento Europeo, per via di una procedura speciale attivata dalla Commissione. I 150 miliardi di euro del piano saranno raccolti dalla Commissione facendo debito comune, e saranno concessi ai paesi che ne faranno richiesta sotto forma di prestiti a lungo termine, che quindi dovranno essere restituiti. Per ottenere questi prestiti sarà necessario rispettare alcune condizioni.

Un po’ come avvenuto per il cosiddetto Recovery Fund, cioè il fondo europeo di investimenti post pandemia, per accedere ai soldi di SAFE i paesi membri dovranno presentare dei progetti (come il PNRR italiano, nel caso sempre del Recovery Fund). I progetti dovranno essere condivisi da almeno due governi, per favorire la cosiddetta interoperabilità, parola del gergo militare che indica la possibilità per più eserciti nazionali di usare le stesse tipologie di armi. L’idea è quindi di sviluppare progetti che non siano in concorrenza tra di loro, e che anzi possano essere condivisi tra più stati.

C’è un’eccezione a questa regola: il Consiglio sostiene che «in risposta all’attuale situazione geopolitica» SAFE potrà fornire prestiti anche a progetti di un singolo stato «per un periodo di tempo limitato».

Un altro elemento importante è che il programma SAFE sarà esteso non soltanto ai paesi membri, ma anche agli stati cosiddetti “EEA-EFTA”, un gruppo che include anche la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein. Potrà partecipare anche l’Ucraina, così come i paesi che hanno lo status di candidati all’ingresso nell’Unione Europea e quelli che hanno partnership di difesa e sicurezza con l’Unione. Tutti questi paesi potranno accedere ai piani e inoltre potranno vendere armi nell’ambito del programma SAFE.

Sono condizioni importanti: per esempio tra i paesi candidati c’è la Turchia, la cui fortissima industria militare è fondamentale per l’Europa, mentre tra i paesi che hanno accordi di sicurezza c’è il Regno Unito, che essendo una delle due potenze nucleari europee (l’altra è la Francia) è considerato fondamentale per la difesa del continente. Il 65 per cento del valore dei contratti che saranno firmati usando i soldi di SAFE, però, dovrà essere destinato alle aziende dell’Unione.