Non sono davvero in programma i posti in piedi in aereo

Ogni tanto tornano a circolare voci sull'introduzione dei “sedili verticali” nei voli low cost, ma l'azienda italiana che li produce lo esclude

(Aviointeriors)
(Aviointeriors)

Da anni ciclicamente sui giornali torna a circolare la notizia secondo cui nel prossimo futuro alcune compagnie aeree low cost potrebbero introdurre nei loro voli dei sedili “verticali”, ossia progettati per far viaggiare i passeggeri in posizione quasi eretta, guadagnando così spazio a bordo. In questi articoli vengono citati i sedili cosiddetti “SkyRider”, prodotti dall’azienda italiana di interni per aerei Aviointeriors.

In realtà però non esiste alcun progetto concreto di questo tipo. L’Aviointeriors dice infatti che nonostante siano stati brevettati anni fa gli SkyRider non hanno ottenuto le necessarie certificazioni da parte dell’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, e che di conseguenza non possono essere messi in commercio. Non solo: Aviointeriors li definisce degli «oggetti di puro design realizzati con un chiaro obiettivo provocatorio»: l’azienda insomma non sembra avere intenzione di venderli e guadagnarci, perché li considera «una questione artistica, prima ancora che di mercato».

Il primo prototipo degli SkyRider fu presentato nel 2010 a una fiera di design di interni di aerei in California, con un duplice intento. Da un lato questi sedili dovevano rappresentare un «omaggio alla storia dei trasporti», come si intuisce da alcune loro caratteristiche estetiche. «La seduta richiama la forma di una sella da cavallo, mentre i pali [introdotti nel 2018, ndr] ricordano i tradizionali sostegni utilizzati nei mezzi pubblici come metropolitane, autobus e tram per mantenere l’equilibrio», dice Aviointeriors.

La prima versione del sedile SkyRider, presentata nel 2010 (Ansa)

L’altro obiettivo era creare un sedile «avveniristico» che, «almeno idealmente», potesse rispondere a un’esigenza molto sentita dall’aviazione, ossia «la razionalizzazione dello spazio». «In quel periodo, ma continuano a farlo anche adesso, le compagnie si chiedevano come fosse possibile far salire il maggior numero possibile di persone a bordo, in modo tale da aumentare i profitti e permettere ai passeggeri di spostarsi a cifre molto contenute». Aviointeriors decise così di progettare un sedile che potesse trovare posto in un’ipotetica quarta classe, «una sorta di “supereconomy class” accessibile a tutti».

«È un modello di cui andiamo fieri, perché è riuscito a interpretare lo spirito del tempo», dice Aviointeriors. Allo stesso tempo, però, per l’azienda è diventato anche «una spada di Damocle»: «siamo sul mercato dal 1972 e realizziamo prodotti di grande qualità, ma spesso veniamo identificati soltanto con gli SkyRider, che non sono neppure sul mercato».

Anche se fu «un esperimento di design molto vivace», l’idea alla base degli SkyRider non era del tutto nuova: Airbus, il più grande costruttore europeo di aeroplani, cominciò a progettare un prototipo di sedile verticale già nel 2003, ma alla fine non fu mai realizzato. Sette anni dopo, nel periodo in cui lo SkyRider fu presentato al pubblico per la prima volta, l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary disse che la compagnia stava pensando di introdurre sui suoi aerei degli spazi pensati specificamente per viaggiare in piedi.

Dopo la prima presentazione, questi sedili tornarono nuovamente a catalizzare l’attenzione nel 2018, quando lo «SkyRider 2.0» fu presentato alla fiera dell’aviazione di Amburgo, con un nuovo design e una nuova colorazione. Da quel momento le indiscrezioni su una loro possibile integrazione nei voli di linea delle compagnie low cost sono aumentate, e anche sui loro presunti vantaggi: secondo i calcoli citati da Aviointeriors, il loro design permetterebbe infatti di aumentare del 20 per cento il numero di passeggeri a bordo, incrementando considerevolmente i profitti per le compagnie aeree.

– Leggi anche: Non c’è una vera ragione per imporre la modalità aereo in volo

Anche se non sono mai stati introdotti, negli ultimi quindici anni gli SkyRider sono stati oggetto di diverse critiche, dato che loro eventuale introduzione peggiorerebbe ulteriormente le già avvilenti condizioni di volo tipiche di molte compagnie low cost, dove le sedute sono spesso scomode e lo spazio per le gambe è molto ridotto.

Un altro aspetto potenzialmente critico degli SkyRider, riconosciuto anche dalla stessa azienda, riguarda la sicurezza: i sedili sono posizionati a soli 58 centimetri l’uno dall’altro, e uno spazio così ridotto potrebbe rendere difficile l’evacuazione dell’aereo in caso di emergenza (per poter ottenere la certificazione per l’aviazione civile, gli aerei devono dimostrare di poter essere evacuati entro 90 secondi).

Una persona testa la prima versione dei sedili SkyRider, nel 2010 (Ansa)

Nel 2019 Francesca Street, giornalista della CNN specializzata in temi legati all’aviazione, recensì lo SkyRider per la sua rubrica Business Traveller. In quell’occasione disse che la seduta «non è così scomoda come si potrebbe pensare», precisando però che le sue aspettative iniziali erano molto basse. Paragonò l’esperienza a quella di «sedersi sulla sella di una bicicletta», sottolineando che rimanere in quella posizione per un lungo periodo, come accade con i voli intercontinentali, le sarebbe sembrato impensabile.

Sul punto concordò anche l’ingegnere italiano Gaetano Perugini, che ai tempi collaborava con Aviointeriors: «Sarò onesto, non credo che qualcuno sarebbe felice di rimanere otto o dieci ore in questa posizione», ammise, aggiungendo che avrebbe potuto essere accettabile soltanto per viaggi brevi, di due o tre ore al massimo.

– Leggi anche: I posti più sicuri su un aereo sono quelli posteriori?