In Corea del Sud Starbucks ha vietato di usare alcuni nomi per ordinare un caffè
Come prevede normalmente il servizio della catena di caffetterie: sono quelli dei candidati presidenti

In Corea del Sud ci sono sei nomi che al momento non è possibile usare per fare un ordine da Starbucks, come prevede normalmente il servizio della catena di caffetterie. Sono i nomi dei sei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno: l’azienda statunitense ha vietato temporaneamente che vengano usati per evitare che i nomi associati agli ordini, tipicamente letti ad alta voce dai baristi quando le bevande sono pronte, vengano usati per mandare messaggi politici durante la campagna elettorale, che è molto polarizzata.
Il divieto, che verrà rimosso dopo il voto, riguarda più precisamente la app con cui vengono fatti gli ordini: era capitato spesso che al momento di richiedere un caffè o qualcos’altro i clienti riempissero il campo dedicato al nome con messaggi di sostegno a un candidato, ostili a un altro, o anche solo contenenti uno dei loro nomi. Già prima della campagna elettorale era vietato inserire insulti, nomi impossibili da pronunciare e messaggi offensivi, ma i limiti politici sono una novità.
Le prossime elezioni presidenziali sono eccezionali perché sono state convocate dopo l’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, che era stato destituito a casa del suo maldestro tentativo di instaurare un regime autoritario con l’imposizione della legge marziale lo scorso dicembre. L’impeachment di Yoon era stato confermato dalla Corte costituzionale ad aprile. Dopo essere stato accusato di insurrezione e alto tradimento, Yoon è stato incriminato anche per abuso di potere.

I candidati alle presidenziali Kim Moon-soo e Lee Jae-myung durante un dibattito in tv, il 23 maggio (Kim Hong-Ji/Pool via AP)
I candidati principali sono due: Kim Moon-soo, dello stesso partito di orientamento conservatore di Yoon (il Partito del potere popolare, PPP), e Lee Jae-myung del Partito Democratico (DP) che al momento è all’opposizione. In questo momento Lee è favorito nei sondaggi. Ci sono poi altri quattro candidati con meno possibilità: Lee Jun-seok, Kwon Young-kook, Hwang Kyo-ahn e Song Jin-ho. Si era candidato anche il presidente ad interim Han Duck-soo, ma poi si è ritirato.
Questi sei nomi, come detto, sono quelli che non si possono più usare per ordinare da Starbucks, neppure per i loro omonimi.
La catena è molto popolare in Corea del Sud, dove ha aperto a fine anni Novanta. Alcuni clienti, intervistati in questi giorni da media internazionali, ritengono esagerata la decisione. Starbucks comunque non è stata l’unica grossa azienda a prendere provvedimenti simili: Naver, il più usato motore di ricerca del paese, dall’11 maggio ha disattivato il completamento automatico dei nomi dei candidati, sempre per ragioni di neutralità politica.
In generale in Corea del Sud ci sono particolari cautele durante le campagne elettorali. BBC News ha raccontato che anche la scelta dei vestiti può essere interpretata come un segnale di sostegno a uno dei due partiti, a seconda del colore: il blu per i Democratici e il rosso del Partito del potere popolare. Per questo, anche in occasione di elezioni precedenti, le persone famose evitano accuratamente di indossare abiti monocromatici rossi o blu. L’anno scorso la musicista Shin Ji, del gruppo Koyote, ha usato una tattica diversa: postare una foto in bianco e nero per evitare di essere accusata di fiancheggiare un partito specifico.
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