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  • Martedì 2 gennaio 2024

La storia politica di Lee Jae-myung

Il leader dell'opposizione accoltellato martedì è un pezzo di storia recente del progressismo sudcoreano, ma nell'ultimo anno è stato al centro di varie indagini

Lee Jae-myung durante una conferenza stampa, Gyeonggi-Do, Corea del Sud, 4 gennaio 2022 (Chung Sung-Jun/Getty Images)
Lee Jae-myung durante una conferenza stampa, Gyeonggi-Do, Corea del Sud, 4 gennaio 2022 (Chung Sung-Jun/Getty Images)
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Lee Jae-myung, il politico che martedì mattina è stato accoltellato in Corea del Sud, è il leader del Partito Democratico, il principale partito di opposizione all’attuale governo conservatore. Lee Jae-myung ha 59 anni, è un avvocato, fa politica dal 2005 e negli ultimi anni è stato spesso al centro delle cronache e degli scontri politici del paese.

È quinto di sette figli, è nato il 22 dicembre del 1964 ad Andong, nella provincia del Gyeongsang Settentrionale. Iniziò a lavorare molto presto, quando aveva 11 anni, in diverse fabbriche di Seongnam, una città industriale nella quale la famiglia si era nel frattempo trasferita. Quando ne aveva 13 rimase coinvolto in un incidente sul lavoro che gli causò una disabilità permanente a un braccio. Dopo aver frequentato la facoltà di giurisprudenza, nel 1986 divenne avvocato occupandosi di diritto sul lavoro e di diritti umani. Cominciò a fare politica nei movimenti sociali, con l’obiettivo dichiarato di frenare i privilegi e gli eccessi di chi in Corea del Sud possiede maggiore potere e sostenere le fasce più povere e vulnerabili della società.

Nel 2005, dopo essere entrato nel partito che da lì a poco avrebbe preso il nome di Partito Democratico, partecipò senza successo ad alcune elezioni, poi diventò per due mandati consecutivi sindaco di Seongnam. In questo ruolo si guadagnò una reputazione a livello nazionale grazie a un ambizioso programma di assistenza sociale. Nel 2018 si dimise per candidarsi con successo alla carica di governatore della provincia di Gyeonggi, la più popolosa della Corea del Sud il cui capoluogo, Suwon, si trova a poche decine di chilometri da Seul.

Anche qui Lee Jae-myung si distinse per una serie di proposte originali, tra cui quella di un reddito minimo universale per tutti e uniformi scolastiche gratuite.

Nel 2022 Lee Jae-myung si candidò alle elezioni presidenziali per prendere il posto di Moon Jae-in, del suo stesso partito, vincendo le primarie interne e dichiarando che il suo primo obiettivo, una volta eletto presidente, sarebbe stato fare qualsiasi cosa per far aumentare il benessere delle persone e per far assumere alla Corea del Sud un ruolo guida nella lotta al cambiamento climatico. Lee Jae-myung appartiene all’ala più progressista del Partito Democratico, ma ha posizioni da conservatore in materia di diritti delle persone LGBT+ e di diritti delle donne.

Alle presidenziali è stato sconfitto per pochi voti dal candidato conservatore Yoon Suk-yeol, del Partito del Potere Popolare, contro il quale ha avviato da lì in poi un’intensa campagna di opposizione: ha incolpato il nuovo presidente di aver ridotto la democrazia nel paese, di aver fatto aumentare i prezzi danneggiando in particolar modo le fasce più povere, e in politica estera di essere troppo compiacente con il Giappone, il paese che impose per decenni in Corea un regime autoritario e repressivo.

Il 7 maggio del 2022, Lee aveva dichiarato la propria candidatura alle elezioni suppletive ottenendo un seggio all’Assemblea nazionale e diventando leader del Partito Democratico il 28 agosto dello stesso anno.

Nell’agosto del 2023 aveva iniziato uno sciopero della fame per denunciare l’incompetenza dell’attuale governo conservatore. Dopo quasi venti giorni senza cibo era stato ritrovato privo di sensi nel suo ufficio per un drastico calo di zuccheri ed era stato ricoverato in ospedale. Poche ore dopo i pubblici ministeri avevano emesso nei suoi confronti un mandato di arresto per corruzione con l’accusa di aver favorito, tra il 2014 e il 2017 quando era sindaco di Seongnam, un’azienda edile in un appalto pubblico per un progetto residenziale. Lee Jae-myung aveva però evitato l’arresto dopo che a settembre un tribunale aveva respinto la richiesta di custodia cautelare, in attesa dell’inizio del processo a suo carico.

Da quando ha perso le presidenziali è stato al centro di varie indagini. Lui ha sempre negato ogni accusa attribuendone la responsabilità al governo che ha definito «una dittatura dei pubblici ministeri»: accusandolo dunque di utilizzare il sistema giudiziario per intimidire e screditare i propri oppositori politici. Diversi giornali sostengono che Lee Jae-myung si presenterà alle presidenziali del 2027.