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  • Giovedì 22 maggio 2025

Ve lo ricordate Almasri?

Il capo della polizia giudiziaria libica finito al centro di un grosso scandalo in Italia è oggi un avversario del governo di Tripoli: e c'è uno sviluppo sorprendente

Najim Osama Almasri in una foto senza data pubblicata dalla piattaforma fawaselmedia.com. (ANSA/COURTESY FAWASELMEDIA.COM)
Najim Osama Almasri in una foto senza data pubblicata dalla piattaforma fawaselmedia.com. (ANSA/COURTESY FAWASELMEDIA.COM)
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A gennaio il governo italiano di Giorgia Meloni finì al centro di un grosso scandalo quando fece rilasciare Najim Osama Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica. Era stato arrestato pochi giorni prima a Torino su mandato della Corte penale internazionale perché accusato di gravi crimini di guerra e contro l’umanità, e il suo rilascio fu visto come un tentativo di proteggere i rapporti dell’Italia con il governo e le milizie libiche.

Ma pochi giorni fa proprio il governo libico internazionalmente riconosciuto, a cui l’Italia aveva riconsegnato Almasri, ha minacciato di arrestarlo e di consegnarlo alla Corte penale internazionale, in un rivolgimento sorprendente che ha a che fare con i gravi scontri tra milizie libiche degli ultimi giorni.

La settimana scorsa nella capitale Tripoli ci sono stati scontri armati dopo l’uccisione di Abdel Ghani al Kikli, il capo di un’importante milizia armata noto anche con il soprannome di “Gheniwa”. Al Kikli era uno dei più potenti rivali in città del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, il capo del governo internazionalmente riconosciuto. Si ritiene che negli scontri siano state uccise almeno 90 persone.

Un incendio a Tripoli dopo gli scontri tra milizie della settimana scorsa, 14 maggio 2025

Un incendio a Tripoli dopo gli scontri tra milizie della settimana scorsa, 14 maggio 2025 (AP Photo/Yousef Murad)

Semplificando, la situazione delle milizie in città è questa: da un lato ci sono Dbeibah e le milizie a lui fedeli, come la Brigata 444 (che formalmente è un’unità dell’esercito regolare ma di fatto è un’altra milizia); dall’altro al Kikli era il principale rappresentante di un gruppo di personalità e milizie critiche nei confronti di Dbeibah e in contrasto con il governo, come le milizie SSA e le Forze speciali di deterrenza, un’altra milizia più nota come RADA.

Almasri fa parte di quest’ultimo gruppo, quello critico nei confronti di Dbeibah, ed è ritenuto molto vicino alla milizia RADA: «Almasri e RADA operano insieme in alcune carceri, sono in buoni rapporti e di fatto possono essere considerati alleati», dice Claudia Gazzini, senior analyst del centro studi Crisis Group.

La settimana scorsa, dopo l’uccisione di al Kikli da parte della Brigata 444, il primo ministro Dbeibah ha deciso di approfittare della situazione e provare a eliminare tutti i suoi altri rivali. Tra questi c’è appunto Almasri, a cui Dbeibah, con un decreto, ha tolto l’autorità sulla polizia giudiziaria, minacciandolo contestualmente di arresto. Dbeibah ha emesso anche altri decreti contro funzionari e capi miliziani ostili.

Qui entra in gioco la Corte penale internazionale, che a gennaio aveva emesso un mandato di arresto contro Almasri, con gravi accuse a suo carico di violenze e torture nei confronti dei migranti trattenuti nel centro di detenzione di Mitiga da lui gestito. Era in base a quel mandato di arresto che Almasri era stato arrestato a Torino, e poi rilasciato su iniziativa del governo Meloni.

Giorgia Meloni e Abdul Hamid Dbeibah, il 7 maggio 2024

Giorgia Meloni e Abdul Hamid Dbeibah, il 7 maggio 2024 (AP Photo/Yousef Murad)

Dbeibah per mesi aveva di fatto ignorato questo mandato d’arresto, ma proprio negli scorsi giorni, in concomitanza con gli scontri tra le diverse fazioni libiche, il suo governo ha parzialmente riconosciuto la giurisdizione della Corte su alcuni crimini. A quel punto il procuratore generale della Corte Karim Khan ha chiesto immediatamente l’arresto di Almasri. «La vicinanza degli eventi non è casuale», dice Federica Saini Fasanotti, ricercatrice del centro studi ISPI. «Dbeibah vuole eliminare RADA, e assieme alla milizia anche Almasri che le è molto vicino».

Non si sa se alla fine Almasri sarà arrestato: Dbeibah in realtà non ha garantito esplicitamente la collaborazione del governo nell’arresto, ma ha solo fatto alcune minacce generiche nei confronti delle milizie rivali.

Inoltre, dopo i gravi scontri della scorsa settimana, la situazione a Tripoli si è al momento calmata, ed è tornata a una condizione molto simile allo status quo precedente: nonostante la pressione iniziale delle milizie vicine a Dbeibah, RADA ha mantenuto buona parte delle sue posizioni in città. Inoltre i decreti con cui Dbeibah aveva rimosso Almasri e altri rivali dai loro incarichi sono stati annullati dal Consiglio presidenziale, un organo collegiale di tre membri che al momento svolge le funzioni di capo di stato. Attualmente Almasri è libero, ed è tornato alla sua attività precedente.

Ascolta Globo: Quanti governi ha la Libia?