Un nuovo sviluppo poco chiaro nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi

La procura di Pavia ha trovato un'impronta dell'indagato Andrea Sempio: non sappiamo di più

La casa di Alberto Stasi fotografata nel 2007 (©Lapresse)
La casa di Alberto Stasi fotografata nel 2007 (©Lapresse)
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Diversi media e giornali sostengono che a casa di Chiara Poggi – il cui omicidio avvenuto nel 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia, è da anni al centro di un enorme interesse mediatico – sia stata trovata un’impronta dell’uomo che da qualche mese è indagato per la sua morte, Andrea Sempio.

È uno sviluppo potenzialmente importante: per l’uccisione di Poggi era stato condannato in via definitiva il suo fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi, e prima di qualche mese fa il caso sembrava totalmente chiuso. Al contempo, ci sono ancora pochissime informazioni sull’impronta in questione, nessuna delle quali ufficiale: la procura di Pavia, che oggi si occupa del caso, non ha ancora confermato o smentito nulla.

La notizia è stata data nel pomeriggio dagli account social del Tg1, in forma molto sintetica. Poco dopo ne ha scritto anche il Corriere della Sera, aggiungendo altri dettagli e una foto della presunta impronta. Tutti questi elementi sono contenuti in una perizia svolta da consulenti della procura, cioè la parte dell’accusa nelle indagini su Sempio, e sono emersi verosimilmente con un passaggio di informazioni ai media poco limpido ma diventato la norma nelle indagini italiane: è un fatto da tenere in conto perché entrambe le parti – accusa e difesa – possono avere interessi a far trapelare sui giornali certe informazioni.

Secondo il Corriere della Sera l’impronta di una mano di Sempio sarebbe stata trovata sul muro delle scale che portano alla cantina di casa di Chiara Poggi, cioè il luogo in cui fu ritrovato il suo corpo. Nel 2007 una consulenza tecnica consigliò alla procura di scartare quell’impronta perché poco leggibile, ma nel 2020 un nuovo esame dei carabinieri di Milano stabilì che apparteneva all’assassino di Poggi.

Su Repubblica il noto cronista Massimo Pisa scrive che nelle ultime settimane l’impronta è stata confrontata con quella che Sempio ha lasciato alla procura di Pavia, fra marzo e aprile: fra le due ci sarebbero «15 punti di contatto, ben oltre quelli che normalmente bastano per attribuire con certezza la corrispondenza di un’impronta (12)», dice Pisa.

Al momento non sappiamo se l’impronta possa essere attribuita con totale certezza a Sempio, e perché non sia entrata prima nei processi sul caso (nei quali emerse che nelle ore successive all’omicidio la scena del crimine fu gestita in maniera molto approssimativa). Va ricordato inoltre che Sempio si dichiara da sempre innocente, e ha continuato a farlo anche da indagato.

Martedì, fra le altre cose, Sempio doveva essere interrogato dalla procura di Pavia ma l’interrogatorio non è avvenuto: il suo avvocato ha citato ragioni di forma della richiesta avanzata dalla procura, e definito la notizia dell’impronta «l’ennesima bufala» intorno al caso.

Sempio ha 37 anni e anni fa era un amico del fratello di Chiara Poggi, Marco. Era già stato indagato, ma senza mai essere incriminato. Da diversi anni gli avvocati di Alberto Stasi auspicavano che la procura di Pavia indagasse sul conto di Sempio: a marzo, dopo diversi tentativi, la giudice per le indagini preliminari (gip) di Pavia ha autorizzato un accertamento che servirà a capire se alcune tracce di DNA trovate sotto le unghie di Poggi possano appartenere a Sempio.

Le tracce erano state analizzate in precedenza, ma erano state considerate troppo piccole per poter risalire a una persona in particolare: ora si ritiene che sia possibile fare un confronto e secondo la procura è probabile che appartengano a Sempio.