In Siria ora c’è una commissione per indagare sulle persone fatte sparire da Assad
Sono decine di migliaia, di cui si è persa traccia dopo che erano finite nel violento sistema repressivo del regime

Sabato il nuovo governo siriano ha istituito due commissioni indipendenti per indagare sui crimini del regime di Bashar al Assad, destituito a dicembre dall’alleanza di gruppi armati guidata da Ahmad al Sharaa, oggi presidente ad interim. Una commissione è incaricata di indagare sulle persone scomparse dopo essere state arrestate dal regime e su chi è responsabile della loro sparizione, l’altra invece si occuperà più in generale di indagare sui crimini del regime di Assad.
Durante la dittatura di Assad decine di migliaia di persone sono state arrestate e sono finite all’interno del grosso e repressivo apparato di detenzione del regime come prigionieri politici. Erano in migliaia solo nella nota prigione di Sednaya, a nord di Damasco, che era diventata un simbolo della dittatura. Di oltre 90mila detenuti della prigione si erano perse completamente le tracce fin quando i gruppi militari anti assadisti non hanno ripreso il potere e hanno aperto le carceri.
Molti prigionieri però non sono stati trovati nemmeno in seguito: le prigioni assadiste erano luoghi di torture e uccisioni di massa e il regime spesso non comunicava alle famiglie chi veniva ucciso, la condizione di incertezza in cui venivano lasciati parenti e amici faceva parte della punizione contro il dissenso.
Inoltre negli anni il regime ha gettato un numero difficilmente calcolabile di persone uccise e torturate in varie fosse comuni sparse per il paese: soltanto quella di Qutayfah, a nord di Damasco, si stima possa contenere 100mila corpi. Le fosse comuni non sono state ancora aperte e le ricerche per l’identificazione dei corpi saranno molto lunghe e complicate.
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La nuova commissione sulle persone scomparse dovrà creare un archivio nazionale della documentazione disponibile, per facilitare la ricerca di verità per le famiglie, a cui verrà offerto anche sostegno legale.
La creazione della seconda commissione, quella per indagare sui crimini del regime di Assad e perseguire i responsabili, era prevista nella nuova Costituzione siriana, approvata a marzo e in vigore per i prossimi cinque anni, in attesa di essere sostituita con una definitiva. Entrambe le commissioni avranno indipendenza «finanziaria e amministrativa», dice il decreto che le istituisce, «e avranno giurisdizione su tutto il territorio siriano».
Il governo siriano non ha chiarito se la seconda commissione indagherà anche sui crimini commessi dalle altre parti coinvolte nella guerra civile siriana, come lo Stato Islamico. Al Sharaa, all’epoca noto con il nome di battaglia Abu Mohammed al Jolani, è stato un comandante dello Stato Islamico prima di fondare la succursale siriana, Jabhat al Nusra, e poi Hayat Tahrir al Sham.
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