Gli scantinati della Corte Suprema argentina erano pieni di vecchia propaganda nazista
Sono state trovate diverse scatole di materiale confiscato durante la Seconda guerra mondiale, e poi dimenticato

Mentre stavano preparando gli scantinati della Corte Suprema argentina per la realizzazione di un museo, alcuni inservienti del tribunale hanno trovato 12 vecchie casse di champagne. Al loro interno però non c’erano bottiglie lasciate invecchiare decenni negli archivi giudiziari, ma volantini, poster e taccuini del Partito nazista tedesco, risalenti agli anni Quaranta. Non arrivarono nel paese di nascosto assieme a qualche ex gerarca fuggito dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale, ma su una nave commerciale attraccata nel porto di Buenos Aires nel 1941, solo che furono subito confiscati e poi dimenticati nell’archivio della Corte Suprema.
Il carico era stato spedito dall’ambasciata tedesca in Giappone (paese alleato della Germania nazista e dell’Italia fascista durante la Seconda guerra mondiale), ed era destinato all’ambasciata tedesca a Buenos Aires. I tedeschi lo avevano presentato alle dogane come materiale per uso personale dei funzionari dell’ambasciata, ma la cosa non aveva convinto le autorità argentine, che decisero di trattenere e ispezionare il carico, nel timore che il contenuto potesse compromettere lo status di neutralità dell’Argentina nella guerra.
All’ispezione risultò che effettivamente le casse non contenevano solo schede e dati del partito nazista e di un sindacato a esso affiliato, ma anche molti materiali propagandistici, che secondo il governo argentino venivano accumulati nel paese per essere poi distribuiti anche nel resto del Sudamerica.

Uno studioso maneggia i documenti ritrovati, in una foto diffusa dal Museo dell’Olocausto di Buenos Aires
Il ministero dell’Interno e quello degli Esteri però non erano d’accordo sull’autorizzare o meno il trattenimento del carico: la controversia finì in tribunale, dove il giudice che se ne occupava ordinò di conservare il materiale presso il tribunale così da poterlo analizzare ai fini del processo, e infine fu rinviato alla Corte Suprema. I documenti furono messi in casse di champagne perché erano di legno e quindi più resistenti di quelle di cartone.
Non si sa perché le casse furono dimenticate negli archivi della Corte Suprema fino a oggi. Dopo il ritrovamento la Corte Suprema ha messo i documenti in una stanza in cui vengono mantenute le condizioni di temperatura adatte alla loro conservazione, e sotto guardia di agenti di polizia. Ha chiesto al Museo dell’Olocausto di Buenos Aires di assisterla nell’archiviazione e nello studio del materiale ritrovato. Si pensa che oltre al materiale propagandistico i documenti del Partito nazista, che contengono dati sulle sue attività e i suoi affiliati, potrebbero fornire nuove informazioni sull’organizzazione della Shoah, lo sterminio perpetrato dai nazisti di sei milioni di ebrei e altre categorie di persone considerate “indesiderate”.
In particolare i libretti e i documenti contenuti nelle casse potrebbero aiutare gli studiosi a scoprire cose nuove sulle reti di finanziamento dei nazisti all’estero: il Partito nazista tedesco aveva 12mila affiliati in Argentina (nel paese vivevano molte persone immigrate dalla Germania e loro discendenti), e diversi di loro erano impegnati nella finanza.
Oggi l’Argentina è anche il paese con la maggiore comunità ebraica di tutta l’America Latina, di cui si stima facciano parte circa 200mila persone, discendenti da quelle arrivate nel paese scappando dalle persecuzioni nei paesi europei prima della Seconda guerra mondiale e durante la Shoah. Nel paese trovarono rifugio anche alcuni importanti esponenti del regime nazista, spesso ricercati nel resto del mondo, fra cui Adolf Eichmann (processato e condannato a morte in Israele) ed Erich Priebke, estradato e processato in Italia negli anni Novanta e morto a Roma nel 2013.
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