Quelli che fanno lo stesso lavoro del papa

Patriarchi, Catholicos, Dalai Lama e grande Imam: i leader religiosi sono tutti diversi eppure un po’ si somigliano

Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I
Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, il 21 aprile 2022 a Istanbul (Burak Kara/Getty Images)
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I grandi spazi e attenzioni dedicati da giornali e siti di news internazionali all’elezione di papa Leone XIV rendono bene l’idea della diffusione e dell’influenza della religione cattolica nel mondo. Ma a un alieno che fosse da poco arrivato sulla Terra il capo della Chiesa probabilmente non sembrerebbe poi tanto diverso da altri leader spirituali: singoli individui vestiti in modo eccentrico e circondati da estrema riverenza.

Il papa ha molti omologhi già tra gli stessi cristiani, che costituiscono il gruppo religioso più numeroso al mondo. Si chiamano patriarchi, nome in genere attribuito alla persona a capo di una comunità cristiana. Ma a volte sono definiti papi anche loro, come nel caso del patriarca della Chiesa ortodossa copta, una delle chiese ortodosse orientali: è detto papa d’Alessandria ed è la massima autorità religiosa tra i cristiani egiziani.

Mentre il papa di Roma è considerato il successore di San Pietro, quello d’Alessandria fa risalire la sua autorità a San Marco, evangelizzatore dell’Egitto. L’attuale papa d’Alessandria, il 118°, è Tawadros II, che ha 72 anni: fu eletto nel 2012 secondo una procedura consolidata ma abbastanza particolare.

Alla morte del papa un comitato formato da vescovi e membri laici seleziona fra un gruppo di candidati idonei un massimo di sette vescovi, che sono poi votati da un collegio che include anche leader politici e giornalisti. I nomi dei tre più votati vengono infine scritti su tre biglietti e inseriti in un’urna da cui un bambino bendato, durante una messa nella Cattedrale di San Marco del Cairo, estrae il biglietto con il nome del nuovo papa.

Il papa copto ortodosso Tawadros II di Alessandria d'Egitto con Papa Francesco

Il papa copto ortodosso Tawadros II di Alessandria d’Egitto, a destra, con papa Francesco nella sua biblioteca privata a Città del Vaticano, il 10 maggio 2013 (Alessandra Benedetti/Corbis/Getty Images)

È una specie di papa anche il Catholicos, nome dato ai patriarchi di alcune chiese sorte fuori dai confini dell’impero romano: tipicamente è il nome del capo della Chiesa armena, un’altra delle chiese ortodosse orientali. Per volontà del re Tiridate III, nel 301, l’Armenia fu il primo paese a dichiarare la religione cristiana religione di Stato. L’attuale Catholicos, che è eletto da un consiglio composto da religiosi e laici, è il 73enne Karekin II, in carica dal 1999.

Karekin II e papa Francesco

Papa Francesco accolto dal capo della Chiesa ortodossa armena Karekin II, durante una messa di rito armeno nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, il 12 aprile 2015 (AP Photo/Gregorio Borgia)

Le chiese ortodosse orientali, come la copta e l’armena, si distinguono da altre chiese che formano la cosiddetta Chiesa ortodossa, la seconda chiesa cristiana più grande al mondo. Non hanno un’autorità religiosa centrale, come il papa nella Chiesa cattolica. I patriarcati di cui si compone – inclusa la Chiesa ortodossa russa, guidata dal patriarca Kirill – riconoscono però il ruolo di primus inter pares al patriarca di Costantinopoli: Bartolomeo I, che ha 85 anni ed è in carica dal 1991.

Papa Francesco e il Patriarca di Costantinopoli

Papa Francesco e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I si tengono per mano dopo una cerimonia nella Chiesa del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, Israele, domenica 25 maggio 2014 (AP Photo/Andrew Medichini)

Tra i leader religiosi di confessioni diverse da quella cristiana, uno dei più importanti per i musulmani è il 79enne Ahmad al Tayyib, il grande Imam di al Azhar. È la carica più importante del mondo islamico sunnita: chi la ricopre presiede al Cairo sia la moschea che l’università al Azhar, le istituzioni responsabili dell’orientamento religioso e del pensiero giuridico e teologico dei sunniti, uno dei due rami in cui si divide l’Islam moderno, il maggioritario.

Nel 2019 il grande Imam di al Azhar Ahmad al Tayyib fu tra i leader religiosi presenti a un incontro interreligioso negli Emirati Arabi Uniti, a cui partecipò anche papa Francesco. Insieme agli altri firmò un documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, che invitava i credenti di ogni fede a non usare le religioni per incitare all’odio.

Papa Francesco abbraccia il grande Imam di Al Azhar Ahmad al Tayyib

Papa Francesco abbraccia il grande Imam di Al Azhar Ahmad al Tayyib durante un incontro ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, il 4 febbraio 2019 (AP Photo/Andrew Medichini)

L’altro ramo dell’Islam è quello sciita, prevalente perlopiù solo in Iran, Iraq e Bahrein, e le cui figure di riferimento sono gli ayatollah, considerate manifestazioni di dio sulla Terra. Non ce n’è uno soltanto nemmeno in questo caso: semplificando molto, fra i più importanti ci sono l’ayatollah Ali Khamenei, capo politico e spirituale dell’Iran, e il suo omologo iracheno Ali al Sistani, che si contendono da decenni la supremazia religiosa e ideologica sull’Islam sciita.

Anche il Dalai Lama, che ha 89 anni, è spesso considerato per il buddismo ciò che il papa è per la Chiesa cattolica: è un’analogia che funziona fino a un certo punto, ma ha senso. Non è il capo del buddismo – non ne esiste uno – ma è la massima autorità religiosa di una scuola del buddismo tibetano (la scuola Gelugpa) e fino al 2011 è stato anche il capo del Tibet indipendente. Dal 1959 vive in esilio in India, da dove ha esercitato a lungo un’influenza non solo religiosa, ma anche politica e culturale. Poi ha rinunciato al potere temporale.

Il Dalai Lama congiunge le mani in segno di saluto

Il Dalai Lama accoglie i devoti prima di tenere un discorso alla Tibetan Children’s Village School di Dharamshala, India, il 27 maggio 2015 (AP Photo/Ashwini Bhatia)

Nell’ebraismo non c’è una figura di riferimento paragonabile a quella del papa. Le comunità ebraiche hanno in generale strutture meno verticistiche di quelle delle chiese cristiane. E nell’ebraismo ortodosso – l’ebraismo maggioritario in Israele e nel mondo, tranne che in Nord America – non esiste un capo assoluto. Ci sono diverse figure importanti, e le loro decisioni non sono vincolanti per ebrei appartenenti a differenti tradizioni.