Questo palazzo è stato costruito in mezzo a un cortile?

È la questione attorno a cui gira tutto un caso giudiziario molto importante: quello che ha fatto iniziare le inchieste sull'urbanistica a Milano

Un rendering di Hidden Garden allegato all'esposto dei residenti
Un rendering di Hidden Garden allegato all'esposto dei residenti
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Negli ultimi giorni a Milano si sono dimessi tutti i membri della Commissione paesaggio, l’organo del comune che valuta i nuovi progetti edilizi per assicurare che siano coerenti con il paesaggio circostante. Questo ruolo l’ha resa centrale nelle inchieste sull’urbanistica che da più di un anno stanno bloccando le costruzioni di nuovi edifici in città. Nelle inchieste infatti la procura contesta che a Milano venissero approvati sistematicamente progetti per costruire palazzi di grandi dimensioni, trattandoli come semplici ristrutturazioni di edifici molto più piccoli: la commissione avrebbe potuto opporsi a questi progetti e invece non l’ha fatto, e la procura ha ipotizzato l’esistenza di un «sistema» di scambi di favori e conflitti d’interesse che avrebbe favorito l’approvazione dei progetti da parte della commissione.

L’inchiesta che ha portato alle dimissioni di massa nella commissione riguarda l’edificio chiamato “Hidden Garden”, “giardino nascosto”, nella zona nord-est di Milano. È il primo a essere stato messo sotto inchiesta per questioni urbanistiche ed è quello dopo il quale sono state avviate tutte le altre inchieste. È soprattutto un caso emblematico per capire le accuse portate avanti dalla procura in questi mesi. Nell’inchiesta su Hidden Garden, assieme ad altre 22 persone, sono indagati quattro dei membri dimissionari della Commissione paesaggio (in tutto erano 15) con l’accusa di falso ideologico, cioè per aver fatto attestazioni false in documenti ufficiali. Gli altri undici commissari invece non sono coinvolti nelle inchieste.

Hidden Garden si trova al centro di un’area chiusa, circondato da altri palazzi. Occupa una superficie di 3.530 metri quadrati ed è un condominio di sette piani, alto circa 27 metri e con 45 appartamenti. Fu costruito al posto di un edificio commerciale di tre piani e alto 12 metri circa, è molto più alto degli edifici preesistenti e ben più voluminoso. Tutta l’inchiesta gira intorno a una questione: gli abitanti dei condomìni circostanti, e con loro la procura, sostengono che Hidden Garden sia al centro di un cortile comune, circondato da altri palazzi a cui toglie luce e visuale, e che quindi quel progetto non andasse approvato. Chi lo ha approvato e realizzato sostiene invece che fosse del tutto legittimo.

L’edificio non si vede dall’esterno del complesso di edifici, ma occupa buona parte della visuale di molti dei condomìni affacciati all’interno. Il palazzo è stato costruito dalla società immobiliare Bluestone, la stessa che ha fatto anche le Park Towers di Crescenzago, uno dei più noti palazzi finiti sotto inchiesta. Fu progettato da Paolo Mazzoleni, architetto oggi assessore all’Urbanistica di Torino, coinvolto in diverse inchieste sull’urbanistica a Milano.

Al centro, circondato dagli altri edifici, c’è Hidden Garden, il palazzo costruito dalla società immobiliare Bluestone (foto da Google Maps)

L’inchiesta su Hidden Garden era iniziata già nel 2022 sulla base di un esposto presentato dai residenti dei condomìni intorno. In risposta all’esposto Mazzoleni aveva redatto una relazione storica urbanistica e l’aveva presentata alla Commissione paesaggio, specificando che la zona dove sarebbe stato costruito Hidden Garden non era un cortile ma uno «spazio residuale», cioè un’area vuota o non del tutto integrata nel tessuto urbano, dove insomma si può costruire. In tutte le fasi di approvazione del progetto la commissione aveva appoggiato la posizione di Mazzoleni sostenendo che l’area non potesse essere riconosciuta come cortile. Secondo la procura però la definizione di cortile citata nel “piano di governo del territorio di Milano” «coincide» perfettamente con le caratteristiche morfologiche e funzionali dello spazio dove è stato costruito Hidden Garden: è un’area interna a un isolato, il cui perimetro corrisponde a quello di altri quattro edifici, ed «è funzionale all’illuminazione e all’aerazione dei locali che vi si affacciano».

Se lo spazio fosse riconosciuto in giudizio come cortile (ma non ci siamo ancora arrivati: si sono da poco concluse le indagini), verrebbe accertato che l’edificio viola il piano di governo del territorio, in base al quale le costruzioni nei cortili non possono superare in altezza gli edifici circostanti.

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«L’edificio toglie luce e spazio, ma è anche una questione di sicurezza», dice Veronica Dini, avvocata che difende le 21 persone che abitano gli appartamenti circostanti, parte offesa nell’inchiesta. «Qualche anno fa c’era stato un principio d’incendio e il camion dei pompieri non riusciva a passare perché non c’era abbastanza spazio tra gli edifici», dice. Un’altra delle critiche mosse ai costruttori è che il palazzo, oltre a risultare molto ingombrante e più alto degli edifici circostanti, ha uno stile architettonico contemporaneo e che non ha niente a che vedere con le altre palazzine del quartiere, prevalentemente di inizio Novecento.

Nel palazzo vivono già diverse persone e sul sito di Bluestone alcuni appartamenti risultano ancora in vendita. Sono trilocali e quadrilocali di lusso con balconi e box. Durante l’inchiesta la procura aveva chiesto più volte che il cantiere venisse bloccato, arrivando fino alla Corte di Cassazione, senza ottenerlo.