Come è andata a finire con i medici radiati che continuano a lavorare

Con una soluzione già vista: una nuova commissione istituita dal governo per smaltire centinaia di procedimenti disciplinari arretrati

Strumenti chirurgici
Strumenti chirurgici (Frank Molter/dpa)
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Nella conversione del decreto-legge 25 del 2025 approvata la scorsa settimana alla Camera è stato inserito un emendamento per creare una nuova commissione che avrà un compito difficile e da tempo sollecitato: smaltire centinaia di procedimenti disciplinari aperti negli ultimi anni nei confronti di medici e finora mai esaminati. A causa di questi ritardi, denunciati più volte dalla federazione nazionale degli Ordini dei medici, centinaia di professionisti con sanzioni ancora pendenti di sospensione o addirittura radiazione continuano a lavorare nei reparti e negli ambulatori.

Più precisamente, la nuova commissione sarà una “sezione stralcio” della commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, la CCEPS (si legge “cèps”), una sorta di corte di appello dei medici. Come intuibile dal nome, la sezione stralcio dovrà appunto stralciare, quindi smaltire tutti gli arretrati accumulati negli anni: secondo i dati più recenti diffusi dal ministero della Salute, a oggi ci sono 896 ricorsi pendenti – oltre 600 sono stati accumulati tra il 2017 e il 2022 – di cui 64 riguardano radiazioni, la sanzione più grave prevista dagli Ordini.

I procedimenti disciplinari iniziano dalla segnalazione che viene fatta agli Ordini provinciali per una possibile violazione del codice deontologico. Le violazioni riguardano per lo più errori medici e valutazioni sbagliate, ma possono seguire anche a condanne penali per fatti che non coinvolgono direttamente la professione. Negli ultimi anni gli Ordini provinciali hanno aperto molti procedimenti nei confronti di medici che avevano rifiutato di vaccinarsi contro il Covid o che sconsigliano le vaccinazioni.

Nella prima fase le sanzioni vengono decise dalle commissioni disciplinari degli Ordini provinciali al termine di alcune udienze, durante le quali la persona accusata può presentare memorie difensive e farsi assistere da un avvocato. La sanzione disciplinare più lieve è l’avvertimento, la seconda è la censura, ovvero una dichiarazione di biasimo per il comportamento del medico, poi c’è la sospensione che è temporanea, mentre nei casi più gravi c’è la radiazione, che è definitiva.

Entro 30 giorni dalla sanzione i medici possono però fare ricorso alla CCEPS. La legge dice che il ricorso alla commissione centrale sospende il provvedimento, quindi i medici possono continuare a lavorare fino alla decisione finale della commissione.

Se tutto dovesse andare come previsto dalla legge i problemi sarebbero limitati. Ma negli ultimi anni la commissione si è riunita pochissime volte soprattutto perché è stata a lungo senza presidente e componenti. Dal 2018 al 2020 il ministero della Salute non ha rinnovato le cariche, poi è arrivata la pandemia che ha sospeso le udienze fino al 2021. Nel 2022 è stata nominata presidente Elena Stanizzi che si è dimessa all’inizio del 2023; il suo successore Antonio Pasca è entrato in servizio nel giugno del 2023 e si è dimesso nell’agosto del 2024; la nuova presidente Valeria Vaccaro è stata nominata nel febbraio del 2025, sei mesi dopo le dimissioni di Pasca. Inoltre la commissione ha a disposizione solo due funzionari amministrativi, gravati da centinaia di fascicoli.

La sezione stralcio creata con la legge appena approvata alla Camera – in attesa del voto al Senato, dove comunque dovrebbe essere approvata senza problemi – dovrà smaltire in tempi piuttosto rapidi i procedimenti pendenti al 31 dicembre 2024. Sarà composta da un presidente nominato tra i consiglieri di Stato oltre che da quattro rappresentanti indicati dagli Ordini delle professioni sanitarie. Non sono previsti compensi né i cosiddetti gettoni di presenza, cioè il pagamento per la partecipazione a singole udienze o riunioni.

Nella conversione del decreto si legge anche che entro 30 giorni dall’approvazione definitiva il ministero dovrà presentare una riforma complessiva della commissione. La proposta del ministero prevede di snellire molto le procedure per arrivare prima a un giudizio definitivo. Contiene anche una parte più discussa, che stabilisce che le sanzioni decise dagli Ordini provinciali siano subito esecutive anche in attesa del ricorso alla CCEPS. In questo modo si eliminerebbe il problema della permanenza nei reparti e negli ambulatori di medici poi sospesi o radiati, ma verrebbero penalizzati fin da subito i professionisti che finiscono poi per essere assolti in secondo grado.