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  • Domenica 27 aprile 2025

Alle elezioni in Canada conta soprattutto Donald Trump

La campagna elettorale si è concentrata su chi riuscirà ad affrontarlo meglio nei prossimi quattro anni: nei sondaggi sono avanti i Liberali, un po' a sorpresa

(Cole Burston/The New York Times)
(Cole Burston/The New York Times)
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Lunedì 28 aprile si terranno in Canada le elezioni legislative per rinnovare i 343 seggi della Camera: i partiti che vanno meglio nei sondaggi sono i due che da sempre dominano la politica canadese, ossia il Partito Liberale, di centrosinistra e al momento favorito, e il Partito Conservatore, di centrodestra. Sono seguiti a grande distanza dal Nuovo Partito Democratico (di sinistra) e dal Bloc Québécois, un partito indipendentista della regione francofona del Quebec, che presenta candidati solo lì.

È un’elezione particolare per diversi motivi: è la prima da dieci anni in cui il Partito Liberale non è guidato dall’ex primo ministro Justin Trudeau; i sondaggi sono cambiati radicalmente negli ultimi tre mesi e la campagna elettorale è stata tutta incentrata sul rapporto con gli Stati Uniti, a causa dei dazi e delle minacce del presidente Donald Trump.

Trudeau si è dimesso da primo ministro e leader dei Liberali lo scorso gennaio, quando il suo partito stava attraversando una delle peggiori crisi della sua storia. In quel periodo i sondaggi davano i Liberali al 20 per cento, i Conservatori al 44 per cento e il Nuovo Partito Democratico, che si presentava come un’alternativa a sinistra dei Liberali, al 19 per cento. Tutti parlavano del leader dei Conservatori, Pierre Poilievre, come del prossimo primo ministro.

Oggi la situazione si è ribaltata: secondo i sondaggi i Liberali sono oltre il 40 per cento, e hanno superato i Conservatori. La ragione principale di questa inaspettata rimonta è stato Trump e il suo atteggiamento ostile verso il Canada: da mesi fa affermazioni aggressive e minacciose, dicendo per esempio di voler annettere il Canada per renderlo il 51esimo stato statunitense (una proposta assurda e irrealizzabile), e ha imposto sulle merci canadesi una serie di pesanti dazi commerciali.

Il modo deciso in cui Trudeau e il suo governo hanno risposto a queste minacce e azioni ostili è stato apprezzato dagli elettori e dalle elettrici canadesi e ha fatto aumentare parecchio i consensi per i Liberali, che poi sono continuati a crescere anche quando Trudeau è stato sostituito da Mark Carney, attuale primo ministro e nuovo leader del partito.

Oltre all’eredità lasciata dagli ultimi mesi di Trudeau, Carney è considerato una buona opzione come primo ministro per via del suo curriculum: prima di vincere le primarie del Partito Liberale ha lavorato per 13 anni nella grande banca d’affari statunitense Goldman Sachs, è stato un funzionario del dipartimento canadese delle Finanze e ha diretto prima la Banca centrale canadese, durante la crisi finanziaria globale del 2008, e poi la Banca centrale britannica, durante gli anni immediatamente successivi a Brexit. È per questo visto come il candidato migliore per affrontare quattro anni di guerra commerciale contro gli Stati Uniti.

Da sinistra: Pierre Poilievre (il leader dei Conservatori), Mark Carney (primo ministro e leader dei Liberali), Jagmeet Singh (Nuovo Partito Democratico) e Francois Blanchet (Bloc Québécois) (Adrian Wyld/The Canadian Press via AP)

Al contrario Poilievre (il leader dei Conservatori), è stato un politico per quasi tutta la sua vita, diventando per la prima volta deputato a 24 anni nel 2004. Prima che Trump se la prendesse con il Canada, la sua campagna elettorale assomigliava molto a quella del presidente statunitense: il suo slogan principale era «Canada first» (cioè “Prima il Canada”), praticamente una copia dell’«America first» di Trump, e durante i comizi parlava molto di immigrazione e protezione dei confini, un altro dei temi forti della campagna di Trump. Per i Liberali è stato quindi facile attaccarlo con una serie di spot in cui lo accusano di «parlare come Trump», e quindi di essere poco credibile come difensore del paese.

Nelle ultime settimane Poilievre ha cercato di modificare un po’ la sua comunicazione: sui podi da cui fa i suoi discorsi non c’è più scritto «Canada first», ma un più neutro «CHANGE» (“cambiamento”) e tutti i suoi messaggi sui social riguardano l’idea del cambiamento e di prendere una nuova direzione dopo 10 anni di governo dei Liberali. Secondo alcuni analisti non sta facendo particolari errori ed è ancora molto popolare, ma il Partito Liberale sta sfruttando bene il momento e molti vedono Carney semplicemente come un candidato migliore in questo periodo.

Oltre ai Conservatori, il partito che ha sofferto di più la rimonta dei Liberali è stato il Nuovo Partito Democratico, che per la prima volta da vent’anni potrebbe prendere meno del 10 per cento dei voti. Nel 2022 il suo leader Jagmeet Singh si era accordato per dare un appoggio esterno al governo di minoranza di Trudeau, ma a settembre del 2024 Singh aveva posto fine a quell’accordo, accusando il governo di non star facendo abbastanza per il popolo canadese e di dare più importanza agli interessi delle grandi aziende. Prima delle dimissioni di Trudeau e dell’arrivo di Trump, il Nuovo Partito Democratico era vicino a superare i Liberali nei sondaggi, cosa che oggi sembra impossibile.

Il Canada ha sei fusi orari e quindi i seggi apriranno e chiuderanno a orari un po’ diversi. I risultati dovrebbero arrivare lunedì sera, quindi nelle prime ore di martedì in Italia.

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