I biglietti per il Coachella ormai si comprano a rate

Negli ultimi dieci anni i prezzi del festival californiano sono quasi raddoppiati, e la maggior parte delle persone ora ricorre a sistemi di pagamento dilazionati

I partecipanti al Coachella Valley Music and Arts Festival 2025 all'Empire Polo Club di Indio, California, 12 aprile 2025 (Kevin Mazur/Getty Images for Coachella)
I partecipanti al Coachella Valley Music and Arts Festival 2025 all'Empire Polo Club di Indio, California, 12 aprile 2025 (Kevin Mazur/Getty Images for Coachella)
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Negli ultimi dieci anni i biglietti del Coachella, il famoso festival musicale che si svolge ogni anno a Indio, in California, sono quasi raddoppiati: nel 2015 il biglietto più economico per assistere al primo dei due weekend in cui è diviso il festival costava 375 dollari (329 euro); quello per il primo weekend di quest’anno, che è finito domenica scorsa, costava 649 dollari (570 euro).

I prezzi dei biglietti sono diventati così alti che il 60 per cento dei partecipanti ha deciso di pagarli con una formula BNPL (“buy now, pay later”), ossia a rate, secondo un rapporto ampiamente discusso e commentato diffuso da Billboard.

È una soluzione offerta anche da altri grandi festival, come per esempio il Lollapalooza e il Rolling Loud, e che di solito prevede il pagamento di un anticipo piuttosto basso (19,99 dollari, nel caso del Coachella) e di una commissione per l’attivazione del servizio (41 dollari). La parte rimanente viene pagata in rate mensili: nel caso del Coachella sono tre, da saldare tra gennaio e marzo, in anticipo rispetto al festival. Se una rata non viene pagata entro la data di scadenza prevista, l’acquirente ha 10 giorni di tempo per rimettersi in pari; in caso contrario l’ordine viene annullato, e la spesa sostenuta fino a quel momento potrà essere utilizzata per comprare un biglietto per la successiva edizione del festival.

Il Coachella introdusse per la prima volta i pagamenti dilazionati nel 2009: secondo Billboard, in quell’occasione l’opzione fu utilizzata da circa il 18 per cento dei partecipanti; oggi quella percentuale è più che triplicata. Una fonte interna a Goldenvoice, la società che promuove e organizza il Coachella, ha detto a Billboard che i sistemi BNPL sono diventati così diffusi soprattutto per la loro immediatezza: «il messaggio è: “te lo puoi permettere, se agisci subito”».

Da un lato l’effettiva convenienza economica dei piani BNPL viene spesso messa in discussione, per vari motivi. Uno di questi è l’eccessiva facilità del meccanismo, che rende il rischio di insolvenze piuttosto alto: per accedere al credito infatti non bisogna presentare alcun documento in grado di dimostrare la propria situazione finanziaria, come dichiarazioni dei redditi e buste paga. Inoltre, secondo i più critici questi sistemi incentivano acquisti impulsivi che portano le persone a indebitarsi più di quanto sia per loro sostenibile. La fonte sentita da Billboard ha detto che non è raro che i frequentatori assidui di festival attivino «4, 5 piani contemporaneamente».

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Dall’altro questi sistemi sono sempre più usati, perché consentono a molte persone di partecipare a eventi che non potrebbero permettersi se dovessero pagare tutto in una volta sola. Per esempio, il giornalista musicale del Los Angeles Times August Brown ha definito il piano BNPL del Coachella «finanziariamente intelligente», dato che non prevede interessi aggiuntivi oltre al costo di attivazione e che, a differenza di altri, preserva la somma investita anche in caso di insolvenza.

Il prezzo del biglietto, comunque, è solo una parte delle spese che bisogna sostenere durante il festival, che negli ultimi anni è diventato un’esperienza sempre più elitaria. Altri costi da tenere in conto sono quelli per il viaggio, il parcheggio, e soprattutto il cibo, un fattore che genera spesso estese lamentele tra i frequentatori abituali del festival. In un video particolarmente ricondiviso sui social, una ragazza si è lamentata di aver pagato sei tacos, una porzione di nachos e due limonate 102 dollari.

Un altro elemento che ha contribuito a peggiorare la fama del Coachella è la sempre più folta presenza di influencer, che sono diventati delle figure centrali per l’economia del festival. Secondo molte persone, l’apporto economico che garantiscono avrebbe contribuito a snaturare lo spirito originario del Coachella e ad aumentarne i costi, spingendo l’organizzazione a progettare un evento che attrae un tipo di pubblico sostanzialmente disinteressato alle esibizioni dei gruppi e dei musicisti, e quindi molto diverso rispetto a quello che era quando fu fondato.

I concerti sono diventati insomma una specie di contorno, e il pubblico che fino a una decina d’anni fa considerava il Coachella il festival musicale più importante del mondo ha iniziato ad allontanarsi e a sentirsi escluso da un evento a cui era molto legato dal punto di vista emotivo.

«Oggigiorno, si ha spesso la sensazione che diventare influencer, celebrità o fondatore di un brand sia la chiave per la mobilità sociale, e il Coachella è diventato la convention aziendale per eccellenza di questo settore dell’economia», ha scritto a questo proposito la giornalista di GQ Alyssa Vingan. «Ma vale la pena indebitarsi per quella che in sostanza è un’enorme festa sponsorizzata?».

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