Il patinatissimo e controverso club di golf più esclusivo al mondo
Il Masters di Augusta, negli Stati Uniti, si gioca in un posto che per anni ha escluso donne e neri, e dove sembra tutto un po' finto

Il Masters Tournament di golf, iniziato giovedì negli Stati Uniti, è l’unico dei quattro Major (i principali tornei maschili professionistici) che si disputa sempre sullo stesso campo: quello di proprietà dell’Augusta National Golf Club, nell’omonima città della Georgia. L’Augusta National è il club di golf più esclusivo al mondo e uno dei più belli, ma ha anche una storia molto problematica ed è ancora oggi un posto controverso per diversi motivi: per molti anni per esempio le donne e le persone nere non hanno potuto né essere membri del club né giocare al Masters.
Anche se queste evidenti discriminazioni oggi sono state apparentemente risolte, l’Augusta National è ancora famoso per il modo selettivo e poco trasparente con cui vengono scelti i suoi membri, ossia le circa 300 persone che possono accedere tutto l’anno al campo da golf (quando è aperto) e partecipare ai suoi eventi esclusivi. Le decisioni dell’Augusta National sono sempre prese dal presidente del club, a cui però non si può fare alcuna richiesta di ammissione: da quel poco che si sa, si diventa membri solo per scelta del club, che invia alla persona designata una lettera.

Il logo del club e del torneo sulla famosa giacca verde, che possono indossare solo i membri del club (David Cannon/Getty Images)
Per decenni il club è stato il simbolo dell’élite bianca e maschile degli Stati Uniti, tant’è che uno dei suoi membri più famosi fu l’ex presidente Dwight Eisenhower. A Clifford Roberts, cofondatore e primo presidente del club dal 1931 al 1976, è attribuita persino questa frase (la cui attendibilità comunque è ancora dibattuta): «Finché io sarò in vita, tutti i golfisti saranno bianchi e tutti i caddie (quelli che portano le mazze e aiutano il golfista durante un torneo, n.d.r.) saranno neri».
Solo nel 1975 al Masters partecipò per la prima volta un golfista nero, Lee Elder: venne eliminato subito dal torneo, ma la sua partecipazione è stata vista da molti appassionati come un momento di cambiamento per il golf statunitense, che fino al 1961 non accettava alcuna persona nera tra i professionisti.

Lee Elder durante il Masters del 1975 (Bettmann Archive/Getty Images)
Dopo Lee, l’Augusta National rimase un club esclusivamente per uomini bianchi per altri quindici anni, cioè finché nel 1990 ne divenne membro il dirigente televisivo nero Ron Townsend. Per ancora più tempo il club rimase chiuso alle donne: soltanto nel 2012 l’Augusta National aggiunse due donne ai suoi membri, cioè l’ex Segretaria di Stato Condoleezza Rice e l’imprenditrice Darla Moore. Il primo torneo femminile dell’Augusta National, invece, si tenne solo nel 2019.
Oggi non si sa chi siano tutti i membri del club: la lista è segreta e alcuni di loro sono riconoscibili solo durante il torneo, quando sono obbligati a indossare la tipica giacca verde del club. Alcuni giornali però sono riusciti a scoprire il nome di qualcuno di loro.
Da quel che è emerso, il numero di donne e persone nere è aumentato. Ma a prescindere da questo, l’Augusta National resta un’istituzione profondamente elitaria. Ne sono membri i miliardari Bill Gates e Warren Buffett, l’amministratore delegato di Amazon Andy Jassy, e i dirigenti della National Football League e della Major League Baseball, che sono i principali campionati di football e baseball negli Stati Uniti.
Insieme a questa controversa esclusività, negli anni il club è riuscito però a creare un’immagine idilliaca di se stesso, che affascina ancora molti spettatori: durante il Masters, infatti, si presenta come un luogo ameno e riservato, ma allo stesso tempo accessibile a tutti. Per esempio, i biglietti del torneo hanno un costo relativamente basso rispetto ad altri grandi eventi sportivi negli Stati Uniti e si acquistano attraverso una lotteria aperta a tutti (dove però solo una persona su duecento riesce ad ottenerli). Anche una volta dentro il club, gli spettatori vengono trattati con grandi premure e attenzioni: il cibo per esempio, che solitamente negli impianti sportivi costa parecchio, è molto economico.
Ma proprio questa immagine idilliaca costruita con cura è vista da alcuni come problematica. Il giornalista sportivo statunitense Matthew Futterman ha paragonato il Masters al film The Truman Show, in cui un uomo vive inconsapevolmente in un enorme set cinematografico che riproduce una città ideale ma in cui tutto è finto. In modo simile, al Masters si cerca di far vivere agli spettatori un’esperienza perfetta e il campo da golf, considerato uno dei più belli degli Stati Uniti, è curato per sembrare una sorta di paradiso terreste.
Eppure, gran parte di ciò che lo rende così suggestivo è in realtà artificiale, e c’è un controllo ossessivo sul modo in cui viene rappresentato in televisione. Parte dell’erba viene tinta di verde per mantenere un aspetto uniforme, e alcuni laghetti sono colorati di blu. I cinguettii degli uccelli, spesso udibili durante le trasmissioni, sono registrazioni. La sabbia che si trova in alcune zone del campo, apprezzata dagli appassionati per il suo colore straordinariamente bianco, non è vera sabbia ma è realizzata con un tipo di quarzo conosciuto per la sua purezza.

La quinta buca dell’Augusta National Golf Club, 9 aprile 2025 (David Cannon/Getty Images)
L’Augusta Masters, poi, controlla minuziosamente cosa fanno e dicono i giornalisti durante l’evento. La rivista statunitense New Yorker ha raccontato che il club ha un sontuoso edificio stampa, dal quale i giornalisti possono seguire il torneo attraverso uno studio televisivo «all’avanguardia», e dove si trovano anche un ristorante dedicato esclusivamente a loro e un bancone che serve cibo gourmet.
Questi benefit concessi ai giornalisti hanno l’obbiettivo di trattenerli lì e di non farli uscire sul campo da golf, dove comunque farebbero molta più fatica a seguire il torneo, dato che il campo è grande circa 1,4 chilometri quadrati e lì è vietato usare il cellulare e altri dispostivi per fare foto e video.
Un’altra regola che i giornalisti devono seguire, e che contribuisce anche ad aumentare il fascino del torneo, è quella che obbliga a chiamare gli spettatori del Masters “patrons” (mecenati). Nel 1966, per esempio, il commentatore Jack Whitaker fu bandito per aver definito il pubblico «mob», un modo un po’ dispregiativo per dire «folla» in inglese.
Per curare la propria immagine in modo ancora più minuzioso, l’Augusta National rinuncia persino ai ricchi contratti televisivi che vengono firmati per trasmettere gli altri Major. Il club infatti offre gratuitamente i diritti di trasmissione negli Stati Uniti alle emittenti CBS ed ESPN, in cambio del pieno controllo sulle trasmissioni. Guadagna invece circa 25 milioni di dollari dai diritti di trasmissione all’estero, dove però il torneo è meno seguito.
Anche gli sponsor del torneo solo molti meno rispetto agli altri Major. In altri tornei di golf per esempio a ogni buca è spesso associato il nome di uno sponsor: all’Augusta National a ogni buca è associato il nome di un fiore sin dal 1933, anno della fondazione del club. Anche le pubblicità trasmesse durante il torneo sono molto brevi.

La sede principale dell’Augusta National Golf Club (David Cannon/Getty Images)
Secondo il sito d’informazione Medium, durante il Masters il club preferisce insomma «dare priorità al controllo e alla qualità del torneo rispetto alla massimizzazione dei ricavi». Essendo una società privata a scopo di lucro, l’Augusta National Club non ha alcun obbligo di rendere pubblico il proprio patrimonio e quindi non si sa esattamente quanto guadagni dal torneo o da altre attività. Forbes ha calcolato che nel 2022, attraverso il solo torneo, il club guadagnò attorno ai 142 milioni di dollari, rinunciando a quasi 270 milioni di dollari potenziali derivanti dalla vendita dei diritti televisivi negli Stati Uniti e da ulteriori sponsor.
Durante il Masters, quasi la metà dei guadagni del club proviene dal merchandising. Il successo del merchandising del Masters è strettamente legato all’esclusività che definisce l’Augusta National: i prodotti ufficiali infatti sono molto rari perché possono essere acquistati solo all’interno del club, e non esiste alcun negozio online.
Per rendere l’esperienza del Masters ancora più controllata ed esclusiva, negli ultimi vent’anni l’Augusta National ha investito più di 200 milioni di dollari per acquisire numerosi edifici e terreni attorno al club. In questo modo ha persino aumentato la sua riservatezza e ha limitato le attività commerciali esterne considerate poco coerenti con la propria immagine: per sfruttare il successo del Masters negli anni infatti diversi abitanti di Augusta avevano aperto negozi non ufficiali di souvenir o parcheggi privati, naturalmente poco apprezzati dal club.



