Il non troppo velato suggerimento di Trump agli investitori

Ieri ha detto che era «un ottimo momento per comprare», poi ha sospeso la maggior parte dei dazi: molti lo accusano di aver provato a manipolare i mercati

(AP Photo/Seth Wenig)
(AP Photo/Seth Wenig)
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Ieri alle 9:38 (le 15:38 in Italia) il presidente statunitense Donald Trump ha scritto sul suo social network Truth: «È UN GRANDE MOMENTO PER COMPRARE», inteso come comprare titoli in borsa. In quel momento i mercati finanziari che erano ancora aperti stavano andando malissimo per via dell’entrata in vigore degli enormi dazi annunciati proprio da Trump. Il messaggio era quindi in contraddizione con quello che stava succedendo: tutti gli investitori stavano cercando di vendere i propri titoli in borsa, e non di comprarli, per cercare di arginare i danni ed evitare di peggiorare le loro perdite.

Il messaggio di Trump ha cambiato tutto: i mercati statunitensi hanno iniziato timidamente a risalire, e poche ore dopo lo stesso Trump ha annunciato che avrebbe sospeso i dazi per 90 giorni, tranne quelli con la Cina. Imboccare pubblicamente gli operatori di borsa su cosa fare è un vecchio vizio di Trump, e durante il suo primo mandato gli operatori si erano abbastanza abituati a seguire i suoi suggerimenti. Ora però le tempistiche del messaggio e del successivo annuncio sono sembrate ben poco casuali, e molti le stanno interpretando come un possibile tentativo di manipolazione dei mercati: sarebbe illegale, oltre che deontologicamente discutibile.

Il messaggio su Truth ha fatto capire ad alcuni investitori statunitensi che stava per succedere qualcosa. I principali indici statunitensi hanno cominciato un timido rialzo dopo le perdite dei primi minuti di apertura. Un rialzo contrastato, come si dice in gergo, perché andavano un po’ su e un po’ giù: era il segno che alcuni stavano comprando titoli, come aveva suggerito Trump, facendo così salire i prezzi; mentre altri invece non si erano fidati e continuavano a vendere, facendoli invece scendere.

Sono i meccanismi di domanda e offerta a determinare il prezzo a cui sono venduti i titoli: semplificando, il prezzo di un’azione di una società, per esempio, scende quando molti vogliono venderla, visto che per trovare qualcuno che voglia comprarla bisognerà abbassarne il prezzo; al contrario, sale quando in molti vogliono comprare quelle azioni. Ieri le quotazioni erano ai minimi da giorni, dopo quasi un’intera settimana di vendite massicce e tracolli: era effettivamente un buon momento per comprare azioni, e prendendosi il rischio di nuovi ribassi si potevano fare buoni affari. Col senno di poi era proprio così.

Tre ore e mezzo dopo c’è stato infatti l’annuncio che tutto il mondo sperava, cioè quello con cui l’amministrazione statunitense ha rinviato di 90 giorni l’entrata in vigore dei nuovi dazi, eccetto quelli contro le merci cinesi. Le borse statunitensi, le uniche ancora aperte, hanno festeggiato con grandi rialzi: i tre indici più rappresentativi dei mercati statunitensi – Dow Jones, S&P 500, e Nasdaq – hanno chiuso con un guadagno rispettivamente del 7,9, del 9,6 e addirittura del 12,1 per cento. Sono tra i migliori rialzi giornalieri dal 2008, l’anno della crisi finanziaria globale.

Operatori della borsa di New York, ieri, quando le cose hanno iniziato a mettersi davvero bene (AP Photo/Seth Wenig)

La dinamica è molto chiara: chi aveva comprato quando Trump aveva suggerito di farlo, cioè quando le quotazioni erano ai minimi, ha guadagnato parecchio alla fine della giornata, quando invece erano risalite di colpo. È per questo che molti stanno esprimendo dubbi sulla legittimità del suggerimento di Trump e sulle tempistiche con cui ha annunciato il rinvio.

L'andamento dei tre principali indici nella giornata di ieri

L’andamento dei tre principali indici nella giornata di ieri (dal sito del Wall Street Journal)

I problemi sono sostanzialmente due. Il primo è che Trump potrebbe aver condizionato intenzionalmente l’andamento complessivo del mercato, un reato che in Italia è noto come “aggiotaggio”, e che negli Stati Uniti è conosciuto più comunemente come manipolazione dei mercati.

Alcuni esponenti del Partito Democratico stanno chiedendo di indagare alla Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente che si occupa di vigilare e regolamentare i mercati finanziari, equivalente alla Consob italiana. Il presidente della SEC è Paul Atkins, un fedelissimo scelto da Trump per sostituire Gary Gensler, che invece era un suo storico oppositore. Non è dunque detto che Atkins decida di dare seguito alle richieste, e ieri l’ente ha fatto sapere di non avere al momento niente da dire sul post di Trump.

I funzionari della Casa Bianca hanno risposto alle accuse dicendo che Trump con il suo post voleva solo dare qualche «rassicurazione». «È responsabilità del presidente degli Stati Uniti rassicurare i mercati e [i cittadini] americani sulla loro sicurezza economica di fronte al continuo allarmismo mediatico», ha detto Kush Desai, un portavoce della Casa Bianca. Molti ci vedono un disegno anche più ampio: nei giorni precedenti Trump e tutta la sua amministrazione avevano negato in modo molto perentorio che avrebbero mai cambiato idea sui dazi, il che aveva avuto la conseguenza di peggiorare molto le perdite, ma anche di caricare alla fine l’entusiasmo per il rinvio, e rendere i guadagni ancora maggiori.

Il secondo problema riguarda poi un altro tipo di reato, cioè l’insider trading, che si fa quando si sfruttano informazioni riservate per operare sui mercati, traendone ovviamente un vantaggio. È abbastanza improbabile che Trump stesso abbia fatto operazioni sapendo di stare per annunciare il rinvio, vista la sua esposizione, ma è possibile che diverse persone intorno a lui e alla sua amministrazione fossero state allertate in anticipo.

Trump che dice quanti milioni di dollari hanno guadagnato alcune persone intorno a lui

Alcuni analisti hanno fatto notare come il volume delle operazioni sia stato sospettosamente molto alto proprio in prossimità dell’annuncio, un possibile indizio che c’erano investitori che sapevano di dover comprare prima dei rialzi imminenti.

Stiamo seguendo tutte le notizie sui dazi e sulle loro conseguenze nel liveblog del Post.