Le proteste contro Trump negli Stati Uniti
Si sono svolte sabato in tutti e cinquanta gli stati, con decine di migliaia di persone

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Sabato in molte città degli Stati Uniti si sono svolte manifestazioni di protesta contro la presidenza di Donald Trump. A Washington decine di migliaia di persone hanno circondato il monumento di George Washington, a New York una folla di persone ha riempito la Fifth Avenue di Manhattan, e a Chicago Daley Plaza si è riempita di manifestanti. Ma ci sono stati cortei anche in città più piccole, da St. Augustine in Florida a Salt Lake City nello Utah, e Anchorage, in Alaska.
Le proteste sono state organizzate nel primo fine settimana dopo l’annuncio degli enormi dazi che hanno portato le borse statunitensi a registrare i crolli peggiori degli ultimi anni e avranno tra le molte conseguenze anche un grosso aumento dei prezzi nel paese. I manifestanti però hanno protestato in generale per le molte cose che Trump ha detto e fatto da quando è diventato presidente a gennaio: dai licenziamenti nelle agenzie federali, alle politiche anti-immigrazione, allo smantellamento dei programmi governativi su inclusione e diversity.
La mobilitazione è stata organizzata dal movimento Hands Off!, in collaborazione con decine di organizzazioni, che hanno detto che ci sono stati più di mille cortei in tutti e cinquanta gli stati.
È difficile stimare il numero di persone che hanno partecipato: secondo gli organizzatori gli iscritti all’evento sarebbero stati circa 600mila. Sul sito di Hands Off! si legge «stiamo affrontando una crisi nazionale. La nostra democrazia, i nostri mezzi di sostentamento e i nostri diritti sono tutti in gioco mentre Trump e Musk portano avanti la loro acquisizione illegale».
Né la Casa Bianca né Trump, che dopo aver annunciato i dazi è andato in Florida a giocare a golf, hanno commentato.

















