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  • Venerdì 4 aprile 2025

Com’è finita coi terremoti a Santorini?

Politici e operatori dicono che l’isola è «sicura e pronta» ad accogliere i turisti, ma le prenotazioni per ora sono in calo

(Athanasios Gioumpasis/Getty Images)
(Athanasios Gioumpasis/Getty Images)
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Fra il 26 gennaio e il 22 febbraio oltre 20mila terremoti di moderata entità sono stati registrati sull’isola di Santorini, nelle Cicladi, in Grecia. Non ci sono stati grossi danni, ma le scosse continue avevano creato molta preoccupazione e spinto una parte dei residenti e dei pochi turisti invernali ad andarsene dall’isola. L’emergenza sismica sembra essere terminata, ma molti temono che possa condizionare in negativo l’imminente stagione turistica: per questo da settimane il governo greco, le autorità locali e i rappresentanti del settore del turismo stanno provando in tutti i modi a dire che l’isola è tornata alla normalità ed è sicuro andarci.

Santorini è una delle destinazioni turistiche più popolari del Mediterraneo, soprattutto d’estate: ha meno di 20mila abitanti, ma nel 2024 i turisti furono 3,4 milioni. Un flusso di visitatori così intenso porta con sé molti dei problemi tipici del cosiddetto overtourism, ossia il fenomeno per cui la presenza eccessiva di turisti danneggia gli abitanti, ma allo stesso tempo alimenta buona parte dell’economia locale e dà lavoro a moltissimi albergatori, ristoratori e negozianti. Un calo nelle visite sarebbe quindi un grosso problema, che in parte si è già concretizzato: a marzo le prenotazioni sono state inferiori del 23 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

(Laszlo Szirtesi/Getty Images)

Tra gennaio e febbraio la frequenza e il numero dei sismi, per quanto di entità contenuta, sono stati piuttosto eccezionali. A marzo invece i terremoti sono stati più rari e di entità ancora minore, le scuole precauzionalmente chiuse hanno riaperto e i residenti sono tornati (molti avevano anche approfittato della bassa stagione e dei pochi turisti per andarsene già prima dei terremoti). Sull’isola sono registrati 336 hotel, nessuno dei quali è stato danneggiato dai terremoti.

Helga Kussmaul ha un’agenzia di servizi turistici a Santorini e saltuariamente fa la guida. Dice che vive in una delle case sulla costa orientale, quasi scavate nella roccia. La sua abitazione non fu danneggiata nemmeno dal terremoto del 1956, il più grave della storia recente (magnitudo 7.2). «A gennaio e febbraio era un po’ difficile dormire, per due settimane sono andata altrove», dice. In qualche punto dell’isola da allora sono comparsi cartelli che indicavano il pericolo di “caduta massi”, come succede nelle strade di montagna.

La salita dal Porto Vecchio (AP Photo/Giovanna Dell’Orto)

Anche se la situazione è in gran parte normalizzata, non tutti i servizi hanno riaperto e ci sono ancora dei problemi dovuti all’emergenza. Almeno fino a fine maggio resteranno chiusi il Porto Vecchio e la funicolare che da lì va a Fira, il capoluogo dell’isola. Era il porto dove sbarcavano le lance (delle piccole imbarcazioni ausiliarie) di alcune navi da crociera. Al momento tutto il traffico via mare è spostato sul porto di Athinios, che già negli anni scorsi era piuttosto sovraffollato e che è collegato ai principali centri dell’isola da una strada a tornanti molto trafficata. Lo scorso ottobre il governo ha approvato un progetto per costruire un nuovo porto a Monolithos, sulla costa ovest, ma servirà tempo.

Kussmaul, dell’agenzia di servizi turistici, dice che qualche crociera sta rinunciando a fermarsi a Santorini «perché i tempi per far sbarcare tutti sono aumentati». Il numero dei turisti delle navi da crociera era un problema sull’isola anche prima dei terremoti: in certi giorni arrivavano fino a sette navi contemporaneamente, che facevano sbarcare anche 30mila persone. A giugno dell’anno scorso era stata introdotta una tassa di 20 euro a passeggero.

Se turisti e residenti possono vedere quasi con sollievo una riduzione degli arrivi, il governo greco e le associazioni di categoria stanno cercando in tutti i modi di evitare che questo succeda. La ministra del turismo Olga Kefalogianni, per esempio, ha definito l’isola «sicura e pronta» ad accogliere i visitatori. Complice l’inizio della primavera, i turisti stanno effettivamente tornando. Lo scorso 23 marzo ha attraccato a Santorini la prima nave da crociera, con a bordo 1.700 turisti, e gli arrivi continueranno anche ad aprile.

Alexandra Grinis è fondatrice di Kalimera, un tour operator con sede in Svizzera che si occupa solo di Grecia. Dice che per la sua azienda le richieste per Santorini si sono un po’ fermate nella prima metà di febbraio, ma poi sono riprese: «Nessuno di chi aveva già prenotato ha chiesto di annullare: la comunicazione è stata più tragica del dovuto, in fondo non ci sono stati danni. Ma online ho visto persino un video di un palazzo che crollava, solo che quel palazzo a Santorini non c’è». La diffusione di notizie false e allarmistiche è stata denunciata anche da associazioni e politici locali.

Un tramonto molto affollato a Oia, nel giugno del 2022 (AP Photo/Petros Giannakouris)

Durante i mesi delle scosse sono stati bloccati vari lavori di ristrutturazione che solitamente vengono fatti durante la bassa stagione, quindi in inverno. Vasilis Danezis, che sull’isola ha un’agenzia di noleggio di scooter e quad, dice che per questo non tutti gli hotel hanno ancora riaperto: «L’impressione è che la stagione ripartirà un paio di settimane dopo il solito, intorno a Pasqua. Ora siamo tranquilli: i sismografi segnalano ancora scosse, ma sono impercettibili, non ce ne accorgiamo».

È possibile quindi che da qui a pochi mesi i problemi di Santorini tornino a essere quelli precedenti all’“emergenza sismica”, quindi legati alla sostenibilità del modello turistico e all’abusivismo edilizio: nel novembre del 2024 furono scoperte decine di piscine, vasche idromassaggio e nuove stanze ricavate nella roccia, tutte edificate illegalmente. Dice Grinis: «La mia impressione è che il calo delle prenotazioni potrebbe anche essere il risultato di altri fattori, oltre ai terremoti. La gente ci chiede sempre più spesso isole con meno turismo. Anche se poi, ad agosto, di isole deserte nel Mediterraneo non ce ne sono».

La crisi sismica nella zona comunque non è nuova ed è monitorata con cura dagli esperti. Alessandro Bonforte, ricercatore dell’Istituto nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia, spiega che dura da un anno e coinvolge un’area piuttosto estesa fra Santorini e Amorgos, a una profondità di una decina di chilometri. Martedì scorso Bonforte è partito per Santorini per svolgere delle operazioni di studio e monitoraggio che INGV svolge insieme all’Organizzazione greca per la pianificazione e la protezione dai terremoti.