In Galizia i cavalli selvatici sono una risorsa
Hanno un ruolo significativo nella tutela dell'ecosistema e non solo, racconta un reportage fotografico di Reuters

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Spesso si associa la Spagna al fermento di città come Madrid e Barcellona, oppure al clima secco e soleggiato delle località andaluse. La Galizia, nota per Santiago de Compostela, è invece molto diversa: si trova nel nord-ovest del paese, è perlopiù montuosa e ha un clima piovoso che la rende verdeggiante. Con l’aumento delle temperature legato al riscaldamento globale anche qui gli incendi estivi sono diventati un grosso rischio: come racconta un recente reportage di Reuters, tuttavia, oltre ad avere un legame storico con la popolazione, i cavalli selvatici che vivono nella regione sono una risorsa che contribuisce a prevenirli.

Un cavallo selvatico al pascolo tra le ginestre spinose sulla Serra da Groba, vicino a Baiona, 19 marzo 2024 (REUTERS/Nacho Doce)
Il reportage è stato scritto da Charlie Devereux e contiene numerose foto del fotografo spagnolo Nacho Doce, che è nato proprio a Ferrol, nel nord della Galizia, e oggi vive a San Paolo, in Brasile. Si incentra sull’importanza culturale e ambientale dei cavalli selvatici in particolare nella zona della Serra da Groba, che si trova nella parte meridionale della comunità autonoma, vicino al nord del Portogallo.
Proprio vicino a Baiona, vicino alla Serra, ma sulla costa, sono state scoperte incisioni rupestri di cavalli che risalgono a circa 6mila anni fa. I cavalli selvatici sono inoltre al centro di una pratica tradizionale che si ripete di anno in anno, la cosiddetta “rapa das bestas”, che si può tradurre più o meno come “toeletta delle bestie”.

Gente del posto e visitatori aiutano a circondare le mandrie di cavalli selvatici prima di condurli al recinto dove saranno sverminati e tosati durante la “rapa das bestas”, Sabucedo, 5 luglio 2024. (REUTERS/Nacho Doce)
Ogni estate le persone del posto radunano i circa 10mila cavalli selvatici della zona per un controllo annuale: vengono sverminati (cioè gli si somministra un farmaco per eliminare i parassiti intestinali) e tosati in un grosso recinto, davanti al pubblico, non senza difficoltà. Oltre al tradizionale taglio della criniera, agli animali tra le altre cose vengono controllati gli zoccoli e se serve curati. Durante la la guerra civile spagnola, negli anni Trenta, gli uomini venivano mandati a combattere al fronte, e quindi toccava alle donne prendersene cura: ancora oggi in molti casi sono loro le “aloitadores”, cioè le volontarie che si occupano della toeletta dei cavalli durante l’evento.

Veronica Rubial Gandara (39), Sara Mourino Esperon (29) e Judit Moraleda Garrido (25) mentre tagliano la criniera di un cavallo durante la “rapa das bestas” a Amil, 16 luglio 2023 (REUTERS/Nacho Doce)
I costi dell’operazione, tra veterinari, microchip e sistemi vari per rintracciarli, sono sempre più alti. Chi vive in Galizia però si trasforma in una specie di «guardiano» dei cavalli selvatici, ha detto a Reuters Javier Alvarez-Blazquez, un allevatore del posto: «Lo facciamo per hobby. Il nostro unico scopo è tutelare questo animale, che consideriamo un gioiello ambientale».

Cavalli selvatici e i loro puledri galoppano di nuovo verso le montagne dopo essere stati sverminati e aver avuto la criniera tosata durante la “rapa das bestas”, Sabucedo, 6 luglio 2023 (REUTERS/Nacho Doce)
I cavalli selvatici infatti hanno un ruolo nella tutela dell’ecosistema della Serra da Groba. Mangiando piante basse come la ginestra spinosa, una pianta facilmente infiammabile, contribuiscono a ridurre il rischio di espansione degli incendi, ha spiegato Laura Lagos, ricercatrice dell’Università della Coruña. Senza la ginestra spinosa inoltre riescono a proliferare altre piante erbacee che invece resistono meglio agli incendi, come l’erica o l’asfodelo bianco.
Naturalmente per limitare gli incendi sono essenziali anche la presenza di altre piante autoctone, gli interventi di pulizia manuale e altre accortezze. La presenza dei cavalli selvatici in ogni caso aiuta a favorire l’equilibrio ambientale delle torbiere, ecosistemi capaci di trattenere grosse quantità di anidride carbonica, il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale.
L’aumento delle temperature legato alla crisi climatica ha fatto crescere la frequenza degli incendi anche in Galizia, dove secondo i dati della piattaforma Global Forest Watch dal 2001 al 2023 sono stati persi quasi mille chilometri quadrati di territorio proprio a causa degli incendi. È un fenomeno legato anche alla proliferazione di eucalipto, una pianta che fu importata in Galizia dall’Australia nell’Ottocento e che nel tempo si è diffusa per via della grande richiesta di legname, fino a diventare quasi un terzo degli alberi locali, in base a uno studio del governo locale.
Anche il numero di cavalli selvatici si è più o meno dimezzato rispetto ai 22mila che vivevano nella zona negli anni Settanta. Ma come ha spiegato Lagos hanno caratteristiche fisiche che li rendono particolarmente adatti a vivere in quell’ambiente, riescono a mangiare la ginestra spinosa senza farsi male e il loro ruolo nel mantenimento dell’ecosistema è stato riconosciuto sia da alcuni studi sia dal governo della comunità autonoma. Secondo uno studio del 2021 a cui ha partecipato anche lei, la loro presenza ha effetti migliori rispetto ad altri ipotetici usi del suolo, compreso se venisse usato per piantare foreste di conifere o per il pascolo di altri animali.
A detta di Melina Barrio, economista dell’Università di Alcalá, se ci fossero più cavalli il governo locale potrebbe persino risparmiare. In base a una sua stima, ciascun cavallo contribuisce a ripulire aree che, se dovessero invece essere pulite dalle persone, costerebbero tra gli 8 e i 10mila euro all’anno.

Una foto scattata con un drone che mostra la linea in cui si è fermato un incendio, grazie agli alberi, prima di arrivare a San Colmede, 11 settembre 2024 (REUTERS/Nacho Doce)
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