Prima Elon Musk puntava su Meloni, ora su Salvini
Adesso è il leader della Lega il riferimento per facilitare un accordo e affidarsi a Starlink, ma la cosa sta creando scompiglio nel governo

Giovedì mattina il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha risposto ad alcune interrogazioni del Partito Democratico e di Italia Viva che chiedevano al governo di fare chiarezza sui rapporti con SpaceX, la società di Elon Musk. Ciriani è stato delegato a rispondere dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha preferito non intervenire in prima persona. Inevitabilmente, le sue risposte sono state un po’ impacciate. Il senso dei chiarimenti che il governo fornisce da alcuni mesi sul confronto in corso con SpaceX è un po’ sempre lo stesso: si nega che ci siano “tavoli tecnici” in corso o che siano già stati definiti accordi, ma si conferma nei fatti l’intenzione del governo di affidare a Starlink, cioè il servizio di telecomunicazione satellitare di Musk, la gestione delle comunicazioni riservate in ambito istituzionale e militare.
Ciriani ha confermato che almeno quattro ambasciate italiane – in Burkina Faso, in Bangladesh, in Libano e in Iran – sono state dotate di antenne di Starlink. Ha poi ribadito che anche se non ci sono accordi già conclusi Starlink è l’opzione più avanzata nel settore, visti i ritardi con cui l’Unione Europea sta sviluppando una sua rete satellitare alternativa.
La risposta di Ciriani era corretta formalmente, ma ha indispettito un po’ tutti. Le opposizioni l’hanno ritenuta evasiva e reticente; i dirigenti italiani di SpaceX, al contrario, considerano poco rispettoso che il governo continui a negare o a ridimensionare l’esistenza di accordi che già ci sono, sia pure a uno stadio preliminare. A farsi portavoce di questo malumore è il leader della Lega Matteo Salvini, secondo cui sarebbe opportuno firmare subito un contratto con la società di Musk. E per questo, ora, Musk si sta appoggiando a lui piuttosto che a Meloni, diversamente da quanto aveva fatto fin qui.
Anche per questo, Salvini ha convocato una riunione coi suoi parlamentari che si occupano di questioni militari ed economiche, spiegando che ha intenzione di porre il tema anche agli altri colleghi di governo e a Meloni. L’idea di Salvini è chiedere informazioni a Eutelsat, l’azienda francese che sta a capo del progetto europeo alternativo a quello di Starlink, nella convinzione che da questo approfondimento emergerà chiaramente che il sistema offerto da SpaceX è di gran lunga più avanzato e dunque preferibile. Per lo stesso motivo, tra i dirigenti leghisti c’è chi vorrebbe rendere pubblici i risultati di un’indagine riservata condotta mesi fa dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che dimostrerebbe come Starlink sia effettivamente il fornitore più efficiente.
Salvini ha inoltre intensificato i contatti – per lo più telefonici – con Andrea Stroppa, il referente italiano di Musk, e per il tramite di Stroppa nelle scorse settimane si è scambiato dei messaggi anche con Musk stesso. A entrambi ha promesso che si impegnerà per sollecitare il governo ad accantonare incertezze e timori e a procedere più speditamente sul progetto che prevede appunto di affidare le comunicazioni militari e istituzionali a Starlink.
Questo attivismo di Salvini in favore di SpaceX non sta piacendo a molti dentro al governo. Per molto tempo l’interlocutrice privilegiata di Musk, sempre per il tramite più o meno diretto di Stroppa, era stata Meloni: fu lei, già nel 2023, a valutare con favore l’ipotesi di affidare i servizi di telecomunicazione satellitare a SpaceX. Nel corso dei mesi, Meloni ha però dovuto prendere atto delle resistenze prima di una parte dei servizi segreti, e poi soprattutto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In particolare, non convince l’idea di sfilarsi dal progetto europeo per affidare un servizio così delicato da cui dipende la sicurezza nazionale a un imprenditore, nonché esponente di un governo straniero, che ha dimostrato una scarsa affidabilità e una scarsa sensibilità istituzionale.
Intesa PD-FdI.
Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro. pic.twitter.com/6HIAfzIY5e
— Andrea Stroppa 🐺 Claudius Nero’s Legion 🐺 (@andst7) February 26, 2025
Di fronte a questi impedimenti, dopo aver provato in vari modi a superare le obiezioni della presidenza della Repubblica, Meloni ha infine deciso di accantonare il progetto, per ora. E così a metà della scorsa settimana, al termine di giornate molto tese tra il suo staff ed esponenti del governo italiano, Musk ha deciso di cominciare a fare affidamento di più su Salvini, esprimendogli peraltro pubblico apprezzamento proprio su indicazione di Stroppa, il quale ha poi confermato a suo modo, e cioè con tweet un po’ criptici, tutto quanto. Ma alcuni dei collaboratori di Meloni si sono irritati: il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, forse il più fidato dei consiglieri di Meloni, dopo averlo a lungo lusingato e in un certo senso legittimato, di recente ha discusso in modo piuttosto animato con Stroppa, parlando male di lui in privato. Poi ha persino protestato coi giornalisti che, nel raccontare questi fatti, avevano a suo avviso preso troppo esplicitamente le difese di SpaceX e di Stroppa.
– Leggi anche: Il governo è in ansia per i tweet di Andrea Stroppa
Questa nuova fase è segnata anche dal tentativo di Musk di costruire una relazione positiva con Mattarella. Dopo tentativi piuttosto scombiccherati da parte dei dirigenti italiani di SpaceX di accreditarsi al Quirinale, Musk si è detto desideroso di incontrarlo. Non è stata una mossa casuale, ma pure questa suggerita dai dirigenti della Lega a Stroppa, per provare a superare le resistenze del capo dello Stato. Ma si è rivelato un tentativo fallimentare: del resto al Quirinale ritengono che non sia compito del presidente della Repubblica ricevere un imprenditore privato, né nella sua veste di investitore né in quella di esponente del governo statunitense, ma che semmai della faccenda debba occuparsi direttamente il governo.
Che è quello che Salvini ora vorrebbe si facesse, scontrandosi però con l’irresolutezza di Meloni sempre più attendista, e con la diffidenza mostrata da Forza Italia nei confronti di Musk (alcuni dirigenti del partito, come Maurizio Gasparri, non hanno nascosto giudizi apertamente sprezzanti su Stroppa, definendolo «un baby lobbista» o «il troppo che Stroppa»). L’ipotesi che ora si sta valutando, nel governo, prevede di provare a coinvolgere Starlink in progetti di rilevanza europea: valutando da un lato di affidare a SpaceX alcune commesse nell’ambito del piano di riarmo europeo, dall’altro proponendo un’intesa tra SpaceX e il governo italiano per offrire aiuto all’Ucraina nella gestione di Starlink anche se gli Stati Uniti dovessero disimpegnarsi nei prossimi mesi.